Sinner fuori dagli Australian Open: non mettiamogli pressione, il progetto è ancora lungo

Il giovane altoatesino perde in tre set per mano del più esperto Marton Fucsovic al secondo turno dello slam australiano, ma il vero obiettivo deve essere quello di una crescita graduale sul lungo termine.

Forse a causa della troppa pressione o semplicemente per merito di un Fucsovic che si è dimostrato superiore, finisce il cammino australiano di Jannik Sinner, per la prima volta nel main draw di Melbourne. L’azzurro, sconfitto per 6-4 6-4 6-3 dal solido tennista ungherese, non è riuscito a ripetere la buona prestazione messa in mostra lunedì contro Max Purcell, anche a causa dell’ottimo livello di gioco prodotto dall’avversario.

Il match, che si è giocato in condizioni molto ventose, non è quasi mai stato in equilibrio, con Sinner che ha commesso ben 47 errori gratuiti e ha concesso il break addirittura per 7 volte. Il servizio non ha infatti funzionato a dovere per l’azzurro (0 ace e 4 doppi falli commessi), che ha messo appena il 54% di prime palle con cui ha fatto soltanto il 65% dei punti.

Era la prima volta qui in Australia e non posso lamentarmi” ha dichiarato Jannik in conferenza. “Lui ha giocato meglio, ha servito bene e si è adattato meglio alle condizioni di gioco. Ma non voglio che stiamo qui a parlare del vento, lui ha giocato meglio e ha meritato di vincere. Non si battono i Top 50 da un giorno all’altro, ci vuole del tempo. Devo ancora imparare molto tatticamente, magari certe volte sarebbe meglio giocare una palla un po’ più arrotata per evitare di commettere tutti questi errori”.

In termini generali, Fucsovics è stato molto più costante ed è parso più abituato a gestire il livello necessario in uno Slam, in cui serve mantenere ritmi di gioco elevati per lungo tempo.

Adesso però, come sostiene Paolo Bertolucci sulla Gazzetta dello Sport, andiamoci piano con le conclusioni. In molti si erano già affrettati a parlare di crisi di Sinner dopo le prime sconfitte dell’anno, senza pensare che il giovane allievo di Piatti è soltanto all’inizio di un percorso che durerà dai 3 ai 5 anni. In questo lasso di tempo Jannik, sempre secondo Bertolucci, non dovrà porsi obiettivi precisi, ma vivere l’esperienza dello spogliatoio, guardare ed ascoltare i grandi campioni, coglierne i segreti e cercare di prendere più spunti possibile. Certo, durante il percorso potranno anche arrivare risultati importanti in breve tempo, ma il vero obiettivo deve essere quello di una crescita graduale sul lungo termine.

Intanto il nostro giovane tennista sta continuando con i miglioramenti già messi in luce nell’ultimo periodo: dalla posizione in campo, alla varietà del servizio, dall’attacco della palla, alle discese a rete sempre più frequenti.

In questo momento probabilmente Jannik può esprimere al meglio le sue qualità sul veloce, ma in un futuro molto prossimo, quando saprà modulare al massimo la velocità della palla, saprà togliersi delle soddisfazioni anche sull’infida terra rossa”, questa è la previsione di Bertolucci sul futuro dell’azzurro.

Insomma, non mettiamo fretta ad un giocatore che ha appena 18 anni ed è alle prime esperienze in un torneo dello Slam. Se tutto andrà come deve, però, possiamo stare certi che nel prossimo decennio l’Italia del tennis si potrà divertire.

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