US Open, Alcaraz contro Ruud per il primo Slam e la vetta del ranking: chi vince prende tutto

In scena dalle 22 italiane, la finale dell’Arthur Ashe mette in palio due prime volte di assoluto prestigio

Alla vigilia del match che chiude la stagione Slam 2022, è tempo di tirare le somme. Se ad inizio anno in pochissimi avrebbero pronosticato un’accoppiata del genere in finale a New York, probabilmente nessuno poteva immaginare che da questi due nomi sarebbe uscito anche il nuovo numero 1 del tennis maschile. Eppure, tra le difficoltà della fu Next Gen (Medvedev, Tsitsipas, Zverev) e i problemi extra-tennistici di Djokovic, a pochi centimetri dal traguardo sono rimasti loro due: Carlos Alcaraz e Casper Ruud.

Per lo spagnolo, in verità, tutti sapevano che sarebbe stata solo questione di tempo. Quello che può stupire i meno attenti, forse, è che la sua prima finale major non arrivi sulla terra battuta, ma Carlitos è giocatore completo su tutte le superfici ed è lui il primo a saperlo: in un’intervista rilasciata prima del Roland Garros di quest’anno, infatti, ammetteva di sentirsi ormai pronto per giungere alle fasi finali di uno Slam e magari vincerlo, e dichiarava come la sua miglior chance di farlo non fosse probabilmente in Francia ma altrove.

Molto meno prevedibile era l’ascesa di Casper Ruud, che non ha ancora mai vinto in carriera un torneo di levatura superiore ai 250, eppure stasera potrebbe essere campione Slam e numero 1 al mondo. A chi lo punzecchia facendo notare questa statistica, il norvegese risponde fiero: “Se non avessi giocato ogni torneo con serietà, non sarei arrivato fin qui”. Una netta antitesi col collega Kyrgios, che dopo l’uscita ai quarti con Khachanov ha dichiarato che gli unici tornei che ha senso per lui giocare sono proprio quelli dello Slam (non a caso, tra l’australiano e Ruud non corre buon sangue).

Dando per scontato che il favorito della finale sia Alcaraz (che è avanti 2-0 nei precedenti ufficiali), su cosa può sperare Ruud per ribaltare il pronostico? In realtà, c’è più di un’incognita. In primis, lo spagnolo scenderà in campo nella sua prima finale Slam sapendo di avere addosso i galloni del favorito, e bisogna vedere se e come riuscirà a gestire quest’enorme pressione. A livello fisico, poi, Carlos viene da ben tre match finiti al quinto e giocati ad intensità altissima.

Servirà insomma una prestazione straordinaria in termini di tenuta sia fisica che mentale per Alcaraz, e non saremmo affatto stupiti se dovesse dar prova di esserne capace. Ruud proverà a tenere lo spagnolo fuori dal campo e dovrà essere aggressivo sulla seconda di servizio, che per ora costituisce il vero punto debole dell’avversario. Senza Djokovic, in una stagione particolare in cui Wimbledon (dove Casper è uscito al secondo turno) non ha assegnato punti, per il norvegese la doppia occasione potrebbe anche essere il famoso treno che passa una volta sola, mentre per Carlitos – comunque vada – c’è da credere che sia solo un inizio.

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