Petra Kvitova e Simona Halep: vincere a Miami per la vetta del ranking

Con gli ottavi di domani inizia una nuova lotta per la prima posizione del ranking Wta. Petra Kvitova e Simona Halep si sfidano a distanza, serve almeno la finale a entrambe, poi chi vince prende tutto. Osaka spera nelle avversarie, ma la battaglia continuerà incessante anche nei prossimi mesi.

Dal 14 maggio del 2017, ultimo giorno in vetta alla classifica Wta per Serena Williams, sono oramai passati quasi due anni. Due anni in cui, senza quella che è stata l’ultima vera dominatrice del circuito femminile, con 319 settimane totali trascorse al numero tra il 2002 e 2017, l’apice della classifica ha visto ben 7 regni alternarsi tra loro, con 6 regine differenti, di cui tutte, ad eccezione di Angelique Kerber e Caroline Wozniacki, mai sul trono prima del 2017. Attualmente, forte delle due vittorie in altrettanti Slam giocati, al comando del ranking resiste dal 28 gennaio la prodigiosa Naomi Osaka, ancora 21enne. Con la sconfitta di ieri al terzo turno del Miami Open e la mancata difesa del titolo di Indian Wells, la permanenza della nipponica al numero 1 del mondo ha preso ora a vacillare: con il successo di ieri di Su-Wei Hsieh in tre set, prima Petra Kvitova, e oggi anche Simona Halep, hanno lanciato la loro prepotente candidatura per il sorpasso sulla collega asiatica, che potrebbe già concretizzarsi alla fine del torneo in corso in Florida. Di seguito analizzeremo nel dettaglio la situazione attuale e gli scenari che potrebbero proporsi soprattutto nel breve termine.

 

IN BREVE – Nell’ultima classifica ufficiale del 18 marzo, figuravano ben 8 giocatrici in 1000 punti, dai 5991 di Naomi Osaka ai 4995 di Kiki Bertens. Per osservare meglio la questione ci serviremo quindi del Live Ranking, che grazie ai risultati attuali del Miami Open, restringe appunto il campo delle pretendenti al trono alle sole Petra Kvitova e Simona Halep, peraltro già numero 2 e 3 del mondo, quindi le più dirette inseguitrici di Osaka. Fuori dalla lotta era già in partenza Sloane Stephens, costretta purtroppo per lei a difendere il titolo a Miami e destinata a retrocedere fino alla ottava posizione dopo la rovinosa sconfitta per mano di Tatjana Maria. Anche Kiki Bertens e Karolina Pliskova hanno dovuto rinunciare al loro sogno per via delle cambiali del 2018: entrambe, pur con la vittoria finale a Miami, arriverebbero infatti al massimo a quota 5930 punti. Nella battaglia sono indirettamente entrate anche Bianca Andreescu e Yafan Wang, che con i loro successi a sorpresa (molto meno quello della canadese) hanno rispettivamente estromesso dal torneo e dalla corsa per il trono sia Angelique Kerber che Elina Svitolina. Prima della cocente sconfitta, intanto, Naomi Osaka è riuscita a far lievitare il proprio bottino di ulteriori 30 punti, salendo così nella classifica in tempo reale a 6021 punti. Tutto questo però, non basta per ora a tenere al sicuro Osaka, perché se i suoi punti resteranno tali anche al lunedì, con la classifica ufficiale, Petra Kvitova e Simona Halep hanno già difeso il loro risultato dello scorso anno sulla costa Est degli Stati Uniti, rispettivamente ottavi di finale e terzo turno. Sia la ceca che la rumena avranno così la possibilità quantomeno di assottigliare il distacco dalla prima posizione mondiale: Kvitova è tornata sui suoi 5550 punti, mentre Halep ha già guadagnato 55 punti con l’ottavo raggiunto oggi, salendo così a 5512 punti nel Live Ranking.

Simona Halep
Simona Halep

UNA FINALE PER IL TRONO – Halep è così a 38 punti dalla rivale ceca, ma per entrambe la distanza da Osaka non è ancora facilmente colmabile, non solo in termini di punti (intorno ai 500), ma soprattutto per via delle avversarie, in un tabellone femminile in cui spesso, in tutti i tornei più importanti del mondo, le sorprese sono dietro l’angolo e non si può mai abbassare la guardia. Kvitova ed Halep sono ora agli ottavi, e con la sconfitta di Naomi Osaka hanno entrambe la possibilità di essere la prossima numero 1 del mondo. Per farlo però, hanno entrambe bisogno di raggiungere la finale di domenica, o addirittura vincere il torneo qualora si trovassero l’una contro l’altra. Alle due tenniste mancano così tre partite da vincere, da interpretare nella maniera più perfetta senza dover per forza guardare alla contendente. Perché il destino le mette nelle due metà differenti di tabellone e quindi l’eventuale scontro decisivo ci potrà essere solo di domenica. Per Kvitova e Halep si tratta di un torneo tutto da giocare e in cui, purtroppo o per fortuna, fare calcoli non serve a nulla, conta solo vincere, più che mai. Tale discorso vale soprattutto per Petra Kvitova, tennista dal talento sopraffino, che a differenza della propria avversaria, nonostante due titoli vinti a Wimbledon, non ha mai avuto l’opportunità di vivere, anche per un solo giorno, da regina del tennis mondiale, almeno per i numeri. Perché se un tennis regale lo aveva già mostrato a Londra, non è mai andata oltre la seconda posizione mondiale, gradino a cui l’aveva relegata anche Naomi Osaka con la vittoria ai suoi danni nella finale degli ultimi Australian Open. Proprio questo fattore, oltre ai suoi 29 anni, potrebbe farle percepire una maggior pressione nei prossimi giorni. Non bisogna infatti dimenticare come già dopo la finale di Dubai la stessa Kvitova aveva ammesso di essere provata dal pur ottimo inizio di stagione, sia a livello fisico che mentale, e di doversi necessariamente gestire al meglio. E se il futuro è ancora un’incognita, quella di Miami è un’occasione ancora più grande. Da sfruttare a tutti i costi, per coronare un percorso che, dopo l’infortunio al polso sinistro, con gravissime ripercussioni anche sulla mano, sembrava destinato a fermarsi per sempre. Conoscendo Kvitova in tempi recenti, tuttavia, quest’ultimo fattore potrebbe rappresentare un stimolo più che un ulteriore peso. Un grido per continuare a distanza di due mesi il discorso della premiazione di Melbourne e trasformare quelle lacrime che nonostante l’infinita gioia nascondevano un po’ di amarezza, in qualcosa di ancor più puro. Ben diversa è la situazione di Halep, che a differenza della numero 2 del mondo, già sa cosa vuol dire occupare il gradino più alto del ranking. Tornarci a distanza di tre mesi sarebbe solo la diretta conseguenza di un qualcosa di cui invece Halep ha ben più bisogno: una finale, possibilmente, una vittoria, in un torneo che la vede finalmente tornare protagonista assoluta. Perché a differenza della propria collega, di incredibile costanza in questo inizio di 2019, la 27enne rumena conta invece una sola finale, persa, in quel di Doha e un solo quarto di finale, a Dubai. Per Halep ancor più che per Kvitova, da ora fino a domenica l’incognita è il fisico: sin da inizio anno la ex numero 1 ha infatti evidenziato uno stato di forma tutt’altro che impeccabile, e con evidenti differenze soprattutto rispetto ai primi otto mesi del 2018. Se sulle spalle di Kvitova potrebbe pesare la possibile prima volta al numero 1, o le incertezze sulla tenuta nel corso dell’anno, per Halep, l’occasione diventa ghiotta soprattutto guardando alla primavera. Con due quarti di finale da difendere tra Stoccarda e Madrid, poi la finale persa a Roma e la vittoria al Roland Garros, fare punti potrebbe risultare molto difficile. Tornare ora a guidare la classifica dopo un gran cammino al Miami Open darebbe come si diceva una dose di fiducia non indifferente per approcciare a quella che rimane la parte decisiva della sua stagione. Senza riuscirci in questa settimana, sarebbe difficile poi pensare di poter tornare al numero 1 sulla terra rossa, basti pensare che una campionessa Slam non ha successo nella difesa di un titolo dalla doppietta a Wimbledon tra il 2015 ed il 2016 che porta il nome, non a caso, di Serena Williams: a Parigi in particolare, l’impresa non riesce da Justin Henin, nel 2006-07.

Petra Kvitova, una delle protagoniste della prima parte del 2018.
Petra Kvitova, una delle protagoniste della prima parte del 2018.

IL TABELLONE – E’ severamente vietato sottovalutare le avversarie per Kvitova e Halep, avversarie in cui è costretta in questi giorni a sperare Naomi Osaka se vuole conservare la vetta del ranking. Perché se entrambe le contendenti dovessero arrivare all’atto finale, la giapponese si ritroverebbe in un attimo al numero 3. La strada che porta a domenica, però, è ancora lunga, e sia la ceca che la tennista di Costanza agli ottavi sono attese da test non impossibili, che nascondono comunque diverse insidie. Il bilancio è perfetta parità, sia tra Kvitova e Caroline Garcia, sia tra Halep e Venus Williams. La francese sembra in leggera ripresa, ma la bicampionessa di Wimbledon parte nettamente favorita. Halep ha invece vinto gli ultimi tre incontro con la maggiore delle Williams, l’ultimo due mesi fa a Melbourne: il ginocchio, che però ha dato molto fastidio nel match di terzo turno contro Polona Hercog, sarà da tenere d’occhio. Guardando più avanti, il possibile quarto della mancina di Bilovec contro una tra Ashleigh Barty e Kiki Bertens è decisamente più insidioso rispetto alla eventuale sfida di Halep contro una tra Yafan Wang e Qiang Wang. Ma una volta arrivati in quarti sarebbe inutile preoccuparsi di trovare un’avversaria più morbida, nella parte alta di Kvitova sono infatti in rotta di collisione Caroline Wozniacki e l’uragano Bianca Andreescu, mentre in quella bassa resiste Karolina Pliskova, mentre Sloane Stephens crolla contro Tatjana Maria. Da domani tutti gli ottavi femminili in campo, inizia la sfida a distanza per lo scettro del circuito Wta. Osaka resta alla finestra con le dita incrociate, ma mentre deve ritrovarsi dopo la rottura con il coach Sascha Bajin, la lotta si fa infuocata. Da quindi fino, probabilmente, al prossimo torneo del Grand Slam.

 

 

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