Queen’s Club al femminile: tra successo di pubblico e disparità nei premi, la strada per la parità è ancora lunga

Il torneo femminile del Queen’s Club torna dopo 52 anni con successo di pubblico e alto livello tecnico, ma resta il divario nei premi rispetto agli uomini. Laura Robson punta in alto con ambiziosi progetti futuri.
Queens[1]

Un ritorno atteso da oltre mezzo secolo

Dopo 52 anni di assenza, il tennis femminile è tornato a calcare i campi in erba del prestigioso Queen’s Club di Londra. L’edizione 2025 dell’HSBC Championships ha segnato un momento storico per il circuito WTA, riportando le donne nel cuore simbolico del tennis britannico. A trionfare è stata Tatjana Maria, madre di due figlie e prossima ai 38 anni, che ha scritto una favola sportiva battendo le avversarie con classe ed esperienza, diventando la più anziana vincitrice di un torneo WTA dal 2020.

Successo di pubblico e organizzazione impeccabile

Contrariamente alle aspettative, il torneo femminile ha riscosso un ottimo successo di pubblico. Sono stati oltre 52.000 gli spettatori accorsi nell’arco della settimana, raggiungendo l’85% della capienza del Queen’s Club. Si tratta di numeri sorprendenti per un torneo WTA 500, battuti solo da eventi di lunga tradizione come il Canadian Open e il Charleston Open.

Questo risultato è anche frutto del lavoro della direttrice del torneo, Laura Robson, ex tennista britannica che ha saputo mettere in campo una visione moderna ed efficace. Prezzi più accessibili rispetto al torneo maschile – con biglietti a partire da 20 sterline nei primi giorni e 35 per la finale, contro le 50-100 sterline degli uomini – hanno reso l’evento più aperto e popolare. L’organizzazione ha inoltre garantito condizioni di gioco di altissimo livello, con lodi espresse da molte atlete. La statunitense Madison Keys ha definito il Queen’s “il miglior 500 a cui abbia partecipato”, sottolineando la qualità dei campi e l’atmosfera unica.

Il nodo irrisolto della disparità

Nonostante il successo, il ritorno del Queen’s femminile ha anche messo in evidenza le persistenti disparità economiche e mediatiche rispetto al circuito maschile. Il montepremi del torneo femminile si attestava a 1,4 milioni di dollari, una cifra record per la categoria WTA 500, ma comunque ben lontana da quella del torneo maschile ospitato negli stessi impianti. Il vincitore del Queen’s ATP 500, infatti, riceverà un premio di circa 471.000 dollari, più del doppio dei 218.000 dollari assegnati alla vincitrice Maria.

A rendere più complesso il quadro è anche il calendario del circuito WTA, che nella stessa settimana ha visto lo svolgimento di cinque tornei di livello 500, 250 e 125. Una dispersione che indebolisce la competitività dei singoli eventi e limita l’attenzione mediatica, in netta contrapposizione con l’unicità e la visibilità del torneo maschile al Queen’s. Questo squilibrio strutturale incide sull’attrattiva del torneo e sul suo potenziale di crescita.

Un progetto che guarda al futuro

Malgrado le criticità, il ritorno del Queen’s al femminile ha acceso una luce sul potenziale inespresso del tennis WTA su erba. Il torneo ha attirato otto top 20, tra cui giocatrici britanniche motivate dal tifo di casa, ma anche protagoniste internazionali che hanno visto nell’HSBC Championships un’occasione per prepararsi in vista di Wimbledon in un contesto tecnico di alto livello.

La direttrice Robson guarda già oltre: il sogno è quello di far crescere l’evento e trasformarlo in un WTA 1000, un salto ambizioso considerando che non esistono tornei di tale livello su erba, nemmeno al maschile. Il downgrade di eventi storici come Birmingham ed Eastbourne, per fare spazio al Queen’s, rappresenta un primo passo coraggioso in questa direzione.

Cosa è cambiato e cosa deve ancora cambiare

Il ritorno del Queen’s Club al femminile ha rappresentato un passo avanti per la visibilità e la qualità del tennis WTA su erba, ma ha anche messo a nudo le lacune ancora presenti sul fronte della parità salariale e mediatica. Se da un lato si può parlare di successo, dall’altro il confronto con l’omologo maschile resta impietoso. Il futuro del torneo dipenderà dalla capacità di mantenere alta l’attenzione e di attrarre investimenti, in un percorso che, per quanto in salita, sembra finalmente essere iniziato con il piede giusto.

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