Vera Lapko, un torneo da incubo

Vera Lapko su un post social ha reso pubblica la disavventura in cui si è imbattuta durante l’ITF di Orlando

La ventitreenne bielorussa Vera Lapko, non avendo ancora la classifica adatta per entrare nei tabelloni dello Slam, ha iniziato la sua stagione nei futures americani. Nel primo torneo dell’anno, il 25.000 di Vera Beach, è giunta in finale perdendo solo al terzo set contro la tennista di casa Sophie Chang. Dopo una settimana di pausa si è presentata ad Orlando per giocare un 60.000 e partendo dalle qualificazioni è riuscita a raggiungere i quarti di finale.

Nonostante i molti successi riportati, il torneo di Orlando rimarrà nella memoria della tennista bielorussa a causa di una disavventura che l’ha costretta al ritiro nel match di quarti di finale contro la promettente cinese Qinwen Zheng, vincitrice poi del titolo. La nativa di Minsk tramite un annuncio social ha poi spiegato le motivazioni del ritiro; Lapko racconta infatti di essere stata forzata ad alzare bandiera bianca a causa delle condizioni estreme in cui si giocava. La giocatrice parla di forte vento, 31km/h, e molto freddo, 6-7 gradi all’inizio della partita.

A causa di queste condizioni non è riuscita a completare un warm-up decente prima del match poiché le palle erano portate via dal vento e le mani erano troppo freddo. Nel post dice di aver parlato anche con il supervisor del torneo, il quale però non ha voluto sentire ragioni, ribattendo ad ogni lamentela della bielorussa.

Così il match ha avuto inizio, ma dopo solo tre game Lapko ha chiamato medical time-out per consultare il medico visto che a causa del freddo non riusciva a respirare bene ed aveva le mani fredde. Il medico le ha comunicato che le motivazioni erano valide per ritirarsi, così la ventitreenne ha posto fine alla partita. Ma è proprio in questo momento che accade un avvenimento paradossale. Il supervisor entra in campo e dopo aver chiesto al medico le motivazioni del ritiro comunica alla giocatrice che, non essendo condizioni mediche, se avesse voluto fermare la partita avrebbe ricevuto una penalità oltre ad una squalifica per il prossimo torneo.

Dopo queste affermazioni si è messo d’accorso con il medico che il freddo non era una motivazione valida per dare forfait. Visto l’aut aut a cui è stata sottoposta dal giudice Vera Lapko ha scelto di continuare l’incontro. In seguito a qualche altro game la tennista ha chiesto nuovamente medical time-out e dopo un ulteriore consulto con il medico si è ritirata sul 6-3, 3-0, ritiro questa volta concesso perché la causa ufficiale era un mal di gola, motivazione accettabile per il forfait.

Il duro comportamento del supervisor Brad Taylor è stato spiegato dalla tennista bielorussa come un atto di vendetta personale, viste le molte lamentele della giocatrice nell’arco di tutta la settimana. La numero 324 del mondo infatti si era più volte lamentata delle condizioni in cui si stava svolgendo il torneo, che erano a suo avviso irrispettose per 3 motivi: un cambio delle palline a 4 giorni dall’inizio del torneo, la scelta di non usufruire dei campi indoor a causa di un USTA camp, costringendo le giocatrici a giocare più partite in un giorno, e infine le condizioni in cui ha giocato il quarto di finale, la partita incriminata.

Dopo le regole sui toilet break cambiate di recente, forse le organizzazioni del tennis dovrebbero pensare a sistemare anche qualche altre regolamento, ricordando sempre che i giocatori sono innanzitutto persone e che vanno tutelate.

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