Wimbledon e Giochi Olimpici appesi ad un filo. Canada e Australia si ritirano da Tokyo 2020.

Inizia a farsi sempre più reale l'ipotesi di rinvio per le Olimpiadi di Tokyo 2020 dopo i ritiri delle nazionali di Canada e Australia. A Wimbledon vengono sospesi gli allenamenti dei raccattapalle. Jamie Murray contro la possibilità di svolgimento a porte chiuse: "Le partite di Federer, Nadal e Djokovic senza pubblico non sarebbero la stessa cosa"

Mai come nelle ultime ore le sorti delle Olimpiadi di Tokyo 2020, evento sportivo dell’anno, e del torneo di Wimbledon, sembrano essere appese ad un filo. Per i due eventi sportivi, infatti, si fa sempre più concreta la possibilità di un rinvio causato dall’emergenza mondiale per la pandemia di Covid-19. Per quanto riguarda le Olimpiadi di Tokyo 2020, in programma dal 24 di luglio al 9 di agosto, gli organizzatori, per la prima volta, sembrano considerare l’ipotesi di un possibile rinvio dell’evento vista la difficile situazione mondiale e dichiarano che una decisione in tal senso verrà presa nelle prossime 4 settimane. Ad affrettare le consultazioni in merito alle sorti dei Giochi sarà senza dubbio anche l’arrivo della notizia relativa alle prime defezioni nazionali: Canada e Australia (che nei prossimi giorni potrebbero essere seguite a ruota da altre congregazioni) attraverso le loro federazioni, hanno comunicato che non invieranno gli atleti a Tokyo, segnando in tal modo il ritiro dai Giochi Olimpici. Canadesi e Australiani, che nel tennis potevano nutrire grandi speranze essendo rappresentati rispettivamente da giocatori del calibro di Shapovalov, Aliassime, Andreescu, Raonic e Kyrgios, De Minaur, Barty, sono stati i primi a prendere una posizione definita: la priorità assoluta resta la salute degli atleti e delle persone in generale e, proprio per questo, ad oggi, vista l’emergenza sanitaria mondiale in corso, viene catalogata come impossibile la formazione per l’estate di una squadra di rappresentanti da inviare a Tokyo.
Per quanto riguarda i Giochi Olimpici, le uniche certezze che abbiamo riguardano la cancellazione, la quale non sussisterà in nessun caso: le Olimpiadi di Tokyo 2020 non saranno cancellate, ma molto probabilmente rinviate di un anno, come suggerisce l’ipotesi più accreditata.


Che cosa ne sarà invece di Wimbledon? La notizia di questi giorni relativa alla sospensione degli allenamenti dei raccattapalle sembra ribadire che, ad oggi, l’ipotesi più accreditata per il torneo londinese sia quella della cancellazione: la possibilità di uno slittamento in avanti di poche settimane al periodo che sarebbe lasciato vuoto se i Giochi olimpici venissero rinviati sembra poter fare davvero poco la differenza in un complicato quadro generale. Ancor meno sembra piacere a tutti la soluzione che vorrebbe lo svolgimento del torneo a porte chiuse. A tal proposito, il fratello di Andy Murray, Jamie, ha affermato: “Pensate a veder giocare sul Centrale di Wimbledon Roger Federer, Rafael Nadal o Novak Djokovic senza pubblico…non sarebbe la stessa cosa. I fan rappresentano una grande parte di questo sport perché contribuiscono a far dare il meglio di loro agli atleti”. Dello stesso parere sarebbero anche gli organizzatori del torneo londinese, che sembrerebbero preferire una cancellazione dell’edizione 2020 rispetto ad uno svolgimento a porte chiuse dell’evento più tradizionale del mondo del tennis.
Le risposte a tali interrogativi potrebbero arrivare prima del previsto: le prossime settimane saranno decisive per il mondo del tennis e non solo, con il comune augurio che la situazione mondiale inizi pian piano a dare segni di speranza.

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