Wimbledon – Stato di Calma Apparente nel bel mezzo del Secondo Turno

Gli appassionati attendono (per ora invano) gli scossoni che hanno caratterizzato i primi giorni di erba dei grandi campioni negli anni precedenti.

Le settimane che hanno preceduto l’inizio di Wimbledon 2014 sono state animate da un vivace dibattito su quanto sia bello il tennis su erba e quanto sia noioso tutto il resto. Come se ce lo avesse prescritto il medico di cambiare tutto, appannaggio di racchette auto-bilancianti, nelle quali non esiste più il “tronco”, ma solo il manico, collegato con il piatto corde per mezzo di uno splendido cuore (quasi) pulsante, che rende estremamente facile il controllo del mezzo, e quindi agevola l’uso smisurato della “volgare potenza”.

Forse gli appassionati sono dimenticati che trent’anni fa anche il tennis su terra, su cemento, ecc. era diverso da quello attuale. E che a sua volta il tennis attuale su erba è molto diverso da quello che fu ai tempi di Edberg, per fare un esempio autorevole. Insomma, si lavora molto di luogo comune.

Ma è altresì innegabile che l’erba rimane ancora oggi, fintantoché è qualificabile come “erba” (ovvero, i primi giorni di un torneo), una superficie anomala, dove un pò tutto è diverso.

Si spostano gli equilibri, c’è grande imbarazzo, la sorpresa è dietro l’angolo. Tutto sommato la terra battuta è molto più simile al cemento rispetto all’erba. E quindi tutti noi aspettiamo questo mesetto di erba, ed in particolare i Championship, per vedere qualcosa di diverso dalla solita minestra, freschi anche del ricordo dello scorso anno, quando assistemmo inerti (o entusiasti) alla moria di supercampioni. Roba che manco Nostradamus avrebbe osato tanto. Federer, Nadal, Sharapova, tutti subito fuori con comparse sconosciute ai più. Rafa addirittura ha collezionato un primo ed un secondo turno nelle ultime due edizioni.

E cosa succede invece? Siamo a Mercoledì sera e dalla torre di controllo segnalano: tutto a posto. Le sorprese sono roba minore, tipo la fresca eliminazione di David Ferrer. Altro non si vede. Si, ha perso Azarenka, ma come sta? Victoria poteva ragionevolmente pensare di fare un grande Wimbledon? Direi di no. Semmai a pagare il prezzo dell’erba sono state, intanto, Stosur e Jankovic, le quali hanno perso partite che su superfici “tradizionali” probabilmente avrebbero portato a casa. Ok, Rafa ha perso un set da quel mattacchione di Klizan, ma aria di sorpresa non ce n’è mai stata. Maria è andata di corsa al primo turno e Roger non ha nemmeno sudato per battere il nostro encomiabile Paolino Lorenzi.

Il meglio deve sicuramente ancora arrivare, almeno si spera.

Al momento segnaliamo un giudizio (fino ad oggi) negativo sul plotone azzurro, rimasto alquanto assottigliato dopo le prime giornate; spiccano, se così si può dire, le eliminazioni di Seppi contro Leonard Mayer (il quale tuttavia ha battuto anche Baghdatis) e di Sara Errani, contro la francese Garcia. Ci resta da tifare per Bolelli e Fognini nel maschile e per Giorgi e Pennetta (in campo stasera da favorita contro la statunitense Davis) nel femminile. Camila è un terno al lotto, si può sperare a prescindere dal tabellone; se vince domani, al terzo turno avrà Maria Sharapova, che ha battuto sul cemento e può quindi certamente battere a maggior ragione anche sull’erba. Flavia potrebbe teoricamente arrivare ai quarti senza fare miracoli. I maschi stanno messi un pò peggio.

Ma soprattutto attendiamo di vedere a qualche test serio i super-top-player, per assistere a qualche sorpresa degna di questo nome.

Ci aspettiamo qualche oretta di bel tennis da gente come Dimitrov, Dolgopolov, lo stesso Feliciano Lopez. Nel femminile finchè c’è vita c’è speranza. Se esce Serena si apre una lotteria (Maria permettendo). E se fosse Simona Halep a portare a casa il suo primo slam?

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