Fred Perry, un proletario divenuto leggenda

Il 18 Maggio ricorre l'anniversario della nascita di uno dei pilastri del nostro gioco prediletto. 107 anni fa, nella contea brittanica di Great Manchester, venne alla luce il più glorioso tennista della storia del Regno Unito: all'anagrafe Fred Perry. Una figura tanto magnificente quanto controversa, vissuta con sentimenti contrastanti dai sudditi della regina.

Il 18 Maggio ricorre l’anniversario della nascita di uno dei pilastri del nostro gioco prediletto. 107 anni fa, nella contea brittanica di Great Manchester, venne alla luce il più glorioso tennista della storia del Regno Unito: all’anagrafe Fred Perry. Una figura tanto magnificente quanto controversa, vissuta con sentimenti contrastanti dai sudditi della regina. Nessuno più di Perry, infatti, riuscì a polarizzare le pulsioni dei propri connazionali, da un lato attratti dal suo genio tennistico, dall’altro animati dall’elitaria diffidenza che si è soliti riservare ad un appartenente della classe operaia. Una bipolarità sentimentale che ha accompagnato gli appassionati britannici anche dopo la dipartita di Perry, rimasto per tre quarti di seconolo un gigantesco ingombro per generazioni di giovani tennisti inglesi, stritolati dall’impietoso e perpetuo confronto con l’ineguagliabile fuoriclasse. Nel corso della sua fastosa carriera Perry conquistò ben otto titoli del Grand Slam, completando il Career Grand Slam nell’anno 1935, quando riuscì a conquistare il titolo del Roland Garros.

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Le avvisaglie di questo frastornante talento si manifestarono fin dalla più tenera età, quando Perry conquistò una consistente popolarità grazie ai successi ottenuti nella pratica del tennis tavolo, laboratorio miniaturizzato delle successive imprese agonistiche. Raggiunto l’apice della propria carriera, Perry si dovette arrendere ad un arcipelago di guai fisici, originati da un serio infortunio occorsogli nel match che lo vedeva opposto a Bobbby Riggs. Una volta abbandonata l’attività agonistica, Perry mise a frutto il proprio estro imprenditoriale, emulando il nostro Sergio Tacchini e Renè Lacoste nella produzione di abbigliamento sportivo. La sua coroncina d’alloro divenne in breve tempo un logo imprescindibile per schiere di atleti, oltre che segno distintivo per la comunità dei Mods inglesi, subcultura giovanile che si sviluppò in Gran Bretagna tra gli anni 50 e i 60.

Dopo aver vissuto una serena senilità, trascorsa a debita distanza dalla ripudiata madre patria, Perry morì il 2 Febbraio 1995 a Melbourne. Un decesso del tutto apparente il suo, viste le infinite evocazioni ricevute dopo il trapasso, specie in coincidenza dei Championships londinesi. Per più di un lustro il suo spettro ha accompagnato i fallimenti di Andy Murray, prima che lo scozzese sfatasse l’ancestrale tabù con la conquista del Major britannico nel 2013, 77 anni dopo l’ultimo successo del più grande giocatore inglese di tutti i tempi.

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