Anche il tennis ha bisogno di aiuto

Daria Kasatkina ha messo in luce le piccole difficoltà che un tennista vive in questo periodo di quarantena. Se le entrate sembrano ormai bloccate, le uscite sono difficili da arginare.

La pandemia che ci ha investiti, oltre a seminare migliaia di vittime, sta letteralmente squarciando la rete economica mondiale, creando falle molto difficili da rattoppare in futuro.  Il governo italiano ha stanziato milioni di euro al fine di aiutare l’intero sistema, ingranaggio per ingranaggio, a partire dalle piccole e medie imprese fino ad arrivare ai comuni cittadini. Una situazione, questa, che è difficile pensare non si stia verificando anche negli alti stati, europei e non. Il mondo sportivo ad alti livelli è a tutti gli effetti paragonabile a quello di un lavoratore professionista. Il tennista ha la possibilità di fare, della sua più grande passione, un lavoro.

Alla luce di questo, allora, come viene gestita la situazione di emergenza in questo ambiente, sotto questo punto di vista? Singolari sono state le dichiarazioni, con tutte le riflessioni che ne conseguono, di Daria Kasatkina. La ventiduenne tennista russa, attuale numero 66 del ranking Wta e vincitrice di due tornei nel circuito maggiore (è stata anche campionessa del Roland Garros da junior), ha così parlato ad una tv russa: “I punti e la classifica è giusto che vegano congelati, penso che non sia troppo difficile comprenderlo. I soldi, però, sono un altro discorso. A tutti i giocatori farebbe piacere ricevere dei compensi, degli aiuti, perché al momento tutti sono fermi”.

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Un tennista, come tutti d’altronde, deve pur vivere ed ora, visto che la giostra è ferma, si fa fatica a trovare gettoni in giro per farla ripartire. Qualcuno, leggendo tutto ciò, potrebbe gridare alla follia. E’ improbabile, so non impossibile, immaginare che un Federer o un Djokovic facciano fatica a tirar su la baracca ora che sono fermi ai box. Se ci fermiamo a riflettere, però, il discorso della giovane moscovita una logica sembra averla. “Allo stesso tempo so quanto sia difficile per la Wta visto che anche gli sponsor stanno perdendo soldi… Io continuo a pagare lo stipendio al mio coach, tutti i contratti sono sempre validi…” Mantenere la condizione fisica sembra essere il problema minore da affrontare. Se gareggi ad alto livello, hai tutto un team alle spalle che sa darti i migliori consigli. Come in ogni sport, però, ci sono i fuoriclasse e e i giocatori “normali” ed è giusto che tutti possano trarre gli stessi benefici anche in un momento difficile come questo. Per un tennista che rientra a fatica nella top 100, superare uno o due turni nei vari tornei in giro per il mondo, rappresenta una possibilità per andare avanti, per autofinanziarsi e vivere allo stesso tempo grazie agli sforzi ed i sacrifici fatti.

E’ proprio qui le associazioni devono intervenire, al fine di impedire ai più “sfortunati” di appendere la racchetta al chiodo Accanto a Nole, Roger o Rafa che, in uno slancio di umanità, fanno enormi donazioni, ci sono tanti altri tennisti che vanno aiutati e sostenuti, come tutto il resto del mondo. D’altronde un palazzo si regge in piedi grazie alla solidità delle proprie fondamenta.

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