Cresce la speranza: sì al pubblico agli Internazionali BNL d’Italia

Gli Internazionali BNL d'Italia si giocheranno con il pubblico sugli spalti. Cresce l'attesa per la comunicazione ufficiale

Dopo l’edizione della passata stagione caratterizzata dallo slittamento in avanti in calendario e dagli spalti rigorosamente deserti, agli Internazionali BNL d’Italia 2021 le tribune potrebbero tornare a gremirsi, seppur in parte. Usare il condizionale è ancora un obbligo ma crescono le speranze.

Il CTS – Comitato Tecnico Scientifico – starebbe per dare il suo parere positivo per l’apertura delle gradinate del “Centrale” a partire dai match degli ottavi di finale. A confermare quella che, almeno per il momento, resta solo un’indiscrezione è stato il sottosegretario alla salute, Andrea Costa.

Un’ottima notizia che ha visto Valentina Vezzali, sottosegretario allo Sport nel “Governo Draghi”, avere un ruolo fondamentale di congiunzione tra la Federtennis e la politica italiana come riportato dalla Gazzetta dello Sport. Gli Internazionali BNL d’Italia potranno quindi sfruttare la norma inserita nell’ultimo decrete covid che permette di godere di una speciale deroga per tutti quegli eventi che possono esser classificati e definiti come “di primaria importanza”.

L’esperienza acquisita dopo aver visto gli “esperimenti” già effettuati in altri paesi – a partire dal primo Slam dell’anno a Melbourne – sarà sicuramente importante per gli organizzatori che possono fare riferimento ad alcuni precedenti, anche illustri. Adesso la “patata bollente” passa nelle mani del presidente Angelo Binaghi, che insieme al suo staff dovrà capire e decidere il sistema di assegnazione dei biglietti.

Capienza ridotta al 25% per un totale di circa 2500 tifosi e appassionati che potranno godersi le sfide del Centrale mentre, ancora da valutare resta la presenza di pubblico sugli spalti degli altri campi del complesso del Foro Italico. Una certezza già c’è, per accedere sarà necessario essere in possesso di uno dei seguenti requisiti: aver effettuato la vaccinazione, essere guariti dal covid-19 o essere in possesso di un certificato che attesti la negatività al coronavirus con un tampone effettuato entro le 48 ore precedenti. Insomma, bisognerà ottenere il “semaforo verde” per quel che riguarda il cosiddetto passaporto vaccinale.

 

 

 

 

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