L’urlo del Foro Italico
C’è una magia particolare quando Francesco Passaro gioca a Roma. Il giovane perugino, classe 2001, ha conquistato il pubblico degli Internazionali d’Italia con una prestazione maiuscola, superando in due set il numero 15 del mondo Grigor Dimitrov. Una vittoria che ha acceso l’entusiasmo del Foro Italico e rilanciato le ambizioni dell’azzurro, apparso in grande forma e, soprattutto, estremamente consapevole dei propri mezzi.
“Giocare in casa mi piace, farlo di fronte a un pubblico caloroso e carico come questo di Roma è indescrivibile”, ha dichiarato Passaro, lasciandosi andare a un’emozione sincera. “Così riesco a tirar fuori anche le energie che non ho”, ha aggiunto, evidenziando quanto il supporto dei tifosi abbia fatto la differenza nel momento più importante della sua carriera.
Una vittoria costruita con testa e tattica
La sfida contro Dimitrov non è stata una semplice impresa estemporanea. Passaro l’ha preparata con lucidità, forte anche dell’esperienza accumulata negli scorsi mesi. Già in Australia aveva affrontato il bulgaro, imponendogli il ritiro dopo aver vinto il primo set. “Mi è servita molto anche a livello tattico: sapevo bene quel che dovevo fare, giocare aggressivo, comandare gli scambi e tenerlo lontano dal campo”, ha spiegato con chiarezza il 23enne umbro.
E in effetti, in campo si è vista tutta la sua maturazione. Il dritto incisivo, la solidità mentale nei momenti delicati e una condizione fisica ritrovata lo hanno reso protagonista assoluto. “Oggi sono più forte di testa, più consapevole dei miei mezzi. Non ho paura di entrare in campo contro giocatori di questo calibro”, ha sottolineato, parlando di sé come di un tennista ormai completo su tutte le superfici.
Un percorso di crescita tra mental coach e scelte ponderate
Dietro al sorriso di chi ha appena firmato una delle vittorie più importanti della sua carriera, c’è anche un lavoro silenzioso e profondo. Quello mentale, ad esempio, svolto con la mental coach Nicoletta Romanazzi e lo psicologo Rinaldo Pasqua. Passaro non ne fa mistero: “Mi hanno aiutato molto. La testa è fondamentale, a volte mi frena, un po’ le emozioni, un po’ qualche paura, ma sono contento del lavoro che stiamo facendo”.
A questo si aggiunge un’attenta gestione del fisico, messo a dura prova da un calendario sempre più intenso. Fondamentale, in tal senso, l’apporto di Giacomo Naldi, fisioterapista e preparatore che lo ha seguito nella riabilitazione post-infortunio. “Mi ha aiutato a rimettermi in forma. Per il futuro stiamo vedendo, ma sono molto volenteroso di continuare con lui”, ha detto, evitando di alimentare le polemiche che lo hanno sfiorato in merito a questa collaborazione.
Obiettivi chiari e testa alla top 100
Il ritorno a Roma ha un sapore speciale anche per motivi di classifica. L’anno scorso, Passaro era stato la sorpresa del torneo, fermandosi al terzo turno per poi trionfare al Challenger di Torino, guadagnandosi l’ingresso in top 100. Quest’anno, nonostante qualche problema fisico, ha ottenuto una wild card che sta sfruttando al meglio. Ora il suo prossimo avversario sarà Karen Khachanov, numero 24 ATP: “Lo conosco bene, domani studieremo il match per prepararlo al meglio”, ha detto con grande determinazione.
La programmazione, in un calendario così fitto, è parte integrante della strategia. “Noi abbiamo la possibilità di scegliere i tornei, non dobbiamo giocare tutte le settimane. È importante fermarsi ad allenarsi, perché se vado a un torneo non allenato, spreco una settimana”, ha spiegato, dimostrando maturità e visione.
E quando gli chiedono se preferirebbe un quarto di finale a Roma o la Champions dell’Inter, la risposta arriva decisa, accompagnata da un sorriso: “Beh, un quarto a Roma…”.
Un sogno che, oggi, non sembra più così lontano.