Un coach a L’Avana

Lucio Caprioli ci racconta la sua esperienza a Cuba, al seguito del coach Alberto Castellani.

CUBA E LO SPORT  L’attività sportiva a Cuba, con in tutti i regimi, è sempre stata incoraggiata dal potere del suo leader. Per Fidel Castro lo sport era un diritto del popolo e non dei ricchi. Quando nel 1959 Fidel, prese il potere, istituì l’INDER, Instituto Nacional de Deportes, Educación Física y Recreación dedicò tutte le risorse a pochi sport ritenuti in linea con le sue convinzioni nazionaliste. Lo sport diventa materia obbligatoria di studio fin dalle scuole primarie. Si insegnano atletica, pallacanestro, baseball, ginnastica e pallavolo, boxe. Sport in cui, com’è noto a tutti,  il paese cubano ha ottenuto non pochi successi internazionali. Non andò  tuttavia, bene a tutti gli altri sport.  Furono chiusi tutti i campi da golf, il tennis, non fu messo completamente al bando ma considerato come il golf, un retaggio del passato colonialista di cui Fidel, voleva a tutti i costi sbarazzarsi, non ricevette più risorse.  Ad oggi l’isola può vantare un solo tennista nel ranking ATP.  Gli ultimi ad avere avuto un ranking degno di nota sono stati, nei primi anni ’90 Mario Tabares classe 1965, (best ranking da 131 del mondo in singolare) e il suo compagno di doppio Reynaldo Garrido, grazie al quale Tabares ottenne le vittorie che nel 1993 gli procurano il best ranking di doppio come numero 106 del mondo. Mario ormai risiede a Miami dove ha aperto un negozio di tennis e gioca i tornei ITF senior, ormai, con cittadinanza statunitense di cui ne rappresenta i colori.

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Mario Tabares è il secondo da sx. Qui in occasione della Trabert Cup

Il team cubano di Davis la cui prima partecipazione alla coppa più antica del tennis risale al 1924 ha saltato diverse edizioni della manifestazione.  Nel 2014 Cuba si giocava l’accesso al gruppo II di Davis contro Costa Rica. Randy Blanco ed Ernesto Alfonso due promettenti tennisti cubani durante lo scalo a Fort Lauderdale in Florida lasciano l’aeroporto a non fanno più ritorno a Cuba. Cuba è anche questo. Con l’avvento nel 2008 del meno radicale Raúl Castro al governo e con il ripristino delle relazioni diplomatiche con gli Stati Uniti nel 2015, sancito dalla visita del presidente Barack Obama nel 2016 il tennis ha trovato nuovi spazi. Il Centro nazionale di tennis cubano fino ad allora ridotto a due soli campi con  reti di fortuna e righe improvvisate è stato ripristinato e trasformato in un centro d’allenamento  con dieci campi. Anche se ancora tante cose mancano questo rimane l’unico posto indi tutta Cuba in sui sia possibile allenarsi per un giocatore professionista, oltre ai campi dei resort.

APPUNTI DI VIAGGIO. Ma chiediamo a Lucio Caprioli di raccontarci la sua esperienza a L’Avana. Ciao Lucio, ci è arrivata voce che quest’anno tu abbia trascorso al caldo le vacanze di Natale. È vero? Ciao a te, Fabrizio, ed a tutti gli amici di Tennis Circus, ebbene sì quest’anno, coach Alberto Castellani, presidente della GPTCA  (l’associazione mondiale dei coach di tennis), ha svolto la preparazione invernale, la cosiddetta off season al caldo caraibico di L’Avana. È stata questa un’occasione di allenamenti ad alto livello, tanto tennis, divertimento ed una vera esperienza di vita per tutti, i più giovani in particolare.”

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Quando hai iniziato a collaborare con il coach Alberto Castellani?  Ho conosciuto Alberto, sei anni fa, in occasione del torneo challenger di San Benedetto del Tronto. Mi ha aiutato molto ad allenare mio fratello, e mi fece partecipare al corso Gptca di Bettona, come uditore, nonostante fossi ancora minorenne. In questi anni, ho continuato a seguire tutti i suoi corsi, ed ho partecipato a quelli di altre associazioni importanti. Tuttavia, i corsi GPTCA, sono quelli che più mi hanno segnato. Ho avuto l’onore di apprendere direttamente da Alberto, Claudio Pistolesi, Toni Nadal, José Perlas, Salvador Navarro, Rainer Schuettler, Javier Duarte, Patricio Remondegui e molti altri tra i migliori coach al mondo.”

Quale è il tuo ruolo a fianco di coach  Castellani? “Pian piano, ho iniziato a collaborare con l’organizzazione italiana dei corsi, fino ad entrare definitivamente nello staff Gptca Italia, e ISMCA. Assieme ad Alberto abbiamo sviluppato un app Android per l’analisi mentale-comportamentale del tennista in campo. Ho lavorato come assistant coach in alcuni suoi stage in Italia, ed ora come coach-organizzatore assieme a Silvano Poeta Paccati in questa pre-season a Cuba.”

Come mai proprio Cuba? ” La scelta della location è frutto di una collaborazione nata da diversi mesi, tra il coach perugino e la federazione tennis cubana. Il tennis è in crescita nell’isola, complici aiuti esterni, l’inaugurazione del Centro Nacional de Tenis (aprile 2017), e dirigenti federali che vogliono realmente rilanciare questo sport, creando un programma di allenamento d’élite per formare giocatori ed aumentare la partecipazione al tennis in tutta Cuba. Il direttore tecnico (nonché capitano in coppa Davis n.d.r.Wilfredo Henry, tutto lo staff del centro tennis nazionale, molto aperti al cambiamento ed a nuove attività, sono stati molto contenti ed entusiasti del nostro arrivo. Questa è infatti la prima volta che un gruppo straniero svolge la pre-temporada nell’isola.”

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Chi è partito oltre te al seguito di coach Castellani? – “Siamo partiti per la trasferta cubana la mattina del 4 dicembre da Roma con il bosniaco Tomislav Brkic ed un gruppo di ragazzi italiani di età compresa tra i 15 e 20 anni. Dall’Ungheria il ventenne David Szintai, e successivamente il bosniaco, attualmente residente in Germania, Darko Bojanovic. Al gruppo di allenamento si sono aggiunti i migliori tennisti/e cubani. Nello staff tecnico, coordinato a regola d’arte dal coach dei coach Alberto Castellani, io e Silvano Poeta Paccati (Coach GPTCA Level A) in veste di coach ed organizzatori, i preparatori fisici Lorenzo Brunelli e Marco Zampolini, gli allenatori del team cubano, i coach GPTCA: Torben Ernst, Simone Galloppa, Giulia Belegni, Mark e Tara Tuen-Matthews.

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Com’è stato l’arrivo in terra cubana?  “Siamo stati accolti, al Terminal 2 dell’Aeroporto internazionale José Marti, dall’ex presidente della federazione Rolando Martinez, persona molto gioviale e disponibile. L’arrivo è stato emozionante, il primo impatto con questa realtà originale e unica, così diversa da quella a cui siamo abituati… a partire dalle strade, le case, le auto… eravamo immersi nella povertà, ma non sentivamo disagio, per strada non c’era gente sofferente, né senza tetto, i bambini giocavano e la gente passeggiava in tranquillità anche di notte.”

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Quale atmosfera si respira per le vie di L’Avana?  La strada si trasformava ogni due o tre traverse in un campo da basket, calcio o baseball e tra un canestro e due calci al pallone il gioco veniva interrotto, dal passaggio di un carro o di uno scooter. Sull’asfalto disegni fatti con il gesso e quadrati per giocare a campana. Porte e finestre erano aperte, e dall’interno delle case provenivano musica e voci che, si fondevano a formare un’unica allegra sinfonia.”

Come vi spostavate? “Ogni giorno raggiungevamo il centro tennis con la “guagua” (l’autobus cubano) A95, o in taxi. I viaggi in autobus sono divertenti, c’è la musica e devi reggerti forte perché gli autisti credendosi veri piloti si fanno prendere la mano con l’acceleratore. A differenza dei pullman turistici c’è solo gente cubana, stretta ed ammucchiata a pressione. Arriva alla fermata pieno, e sorprendentemente tutta la gente riesce sempre comunque ad entrarci.”

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Qual’era la vostra giornata tipo?  “Sveglia alle ore 7:00 e colazione tutti insieme con latte, caffè, pane e marmellata, succo di frutta, frutta mista (in genere banane, ananas e papaya), prosciutto o uova. Alle 9:00 arrivo ai campi, nei primi 30 minuti warm up generale, ed esercizi di rapidità ed attivazione. Quindi Alberto assieme ad Henry divide i ragazzi tra i vari campi. In genere 6 – 7 campi, un coach e 2,3 o 4 ragazzi a campo a seconda del tipo di allenamento da svolgere.”

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“Durante la mattina, diverse esercitazioni in palleggio, drills da cesto, interval training e molto spazio per l’allenamento della saque e la devolución (servizio e risposta). Per concludere esercitazioni a punti e special help. Durante lo special help ogni coach lavora individualmente con un giocatore sulla tecnica di un colpo da perfezionare.”

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“Pausa pranzo dalle 13 alle 15. Durante la pausa, raggiungiamo tutti insieme un ristorante ad un chilometro dalla struttura. Il menù molto variegato: riso con una porzione di carne, pollo o maiale, arrosto o fritto e contorno di banane fritte. Anche se, continua Lucio,  “sul cibo non ho molto da dire, l’Italia non si batte. Tra i piatti più “strani” le banane fritte e l’ananas alla griglia. Molto buona una zuppa che ho mangiato a El de Frente a l’Avana Vieja, ed, ovviamente, la carne di maiale e le aragoste.”

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“Nel pomeriggio preparazione fisica nella palestra dello stadio Panamericano, o in campo, ed in alcuni giorni doppia seduta di tennis. La seduta tennistica comprende Circuit training e Special Help. Nel pomeriggio si giocano frequentemente match di singolo e doppio. Tutte le attività terminano alle 17, o 17 30 con la seduta di mental training. Finalmente a casa, dopo una doccia fresca, ci possiamo rilassare un po’, connetterci con il Wi-Fi e rispondere a tutti messaggi WhatsApp della giornata.”

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IL TEMPO – Cuba, per certi versi, a causa dei tanti anni di embargo e delle scelte politico-economiche fatte dai suoi leader è ancora indietro su certi aspetti che per noi europei sono, ormai, parte integrante della vita ed ai quali non prestiamo neanche più attenzione convinti che sia la normalità averli a disposizione? Anche se ci sarebbe moto da discutere su cosa sia la normalità e cosa debba ritenersi progresso e miglioramento della qualità della vita. Uno degli aspetti tipici di Cuba e di tanti altri paesi del centro sud del mondo è il diverso concetto del “tempo”. Per noi europei scorre frenetico e non basta mai. Per loro sembra invece non dovere finire mai.

Ti è capitato di dovere perdere tanto tempo per qualcosa che noi europei siamo abituati ad avere subito e senza sforzo?  “Il tempo non è mai molto, bisogna uscire a fare la spesa o comprare le targhette internet. Per collegarsi a internet infatti è necessario acquistare delle targhette orarie. Comprare le targhette, ogni volta è un’impresa, ci sono dei punti vendita sparsi per la città, dove si formano code con più di venti, trenta persone… puoi impiegarci dai quaranta minuti a un’ora di tempo, e comprarne massimo 3 per volta. Quando non trovi la coda significa invece che sono finite, e puoi rivolgerti ai bagarini delle targhette Wi-Fi che guadagnano rivendendole al doppio.” 

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RELAX – “Alle 19:30 tutti a casa per la cena. Poi si esce per prendere qualcosa da bere, una passeggiata sul Malecòn ed un gelato. Durante la settimana, la sera, i ragazzi sono distrutti, alle 22:30 tutti a dormire. Nel week-end possono concedersi anche dello svago in più, andare in un locale a ballare e divertirsi. Da programma, sabato l’allenamento è su mezza giornata, e domenica riposo, giorno ideale per andare in spiaggia e gustarsi il mare cristallino di Playa del Este.”

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BUENA VIDA – “Le persone sono molto cordiali, ho conosciuto molta gente, nuovi amici che mi hanno subito fatto sentire uno di loro. Ed io mi sono fatto trasportare, cambiando non solo look ma anche stile di vita… mi sento quasi cubano. C’è grande unione, amicizia, senso della famiglia, spirito di condivisione di quello che si ha… e ci si diverte molto! Amo questo posto perché mi dà nello stesso tempo tranquillità e vivacità.”

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Quali insegnamenti porterai con te da questa trasferta cubana? – “Cuba ha bisogno di crescere molto, non c’è dubbio, ma vorrei preservasse sempre questa felicità che si respira nell’aria, tra la gente, che non potrà mai essere comprata con il denaro. Mi sono divertito molto, credo di essere cresciuto professionalmente, ma in primis questa esperienza mi ha dato una lezione di vita, ricordato il giusto valore delle cose. Ricordato l’importanza di certi valori come l’amicizia, l’unione, giustizia, la condivisione. Condivisione di una pizza e una bibita fresca, condivisione di emozioni, di una storia, di un vissuto, di un sorriso o di un sogno.”

Quali progetti per il futuro? Ci sono grandi progetti per il futuro. Innanzitutto, continuerò ad occuparmi delle due associazioni. Con Alberto, Antonio Di Vita e tutto il team Gptca, apriremo un’accademia in Italia in cui verranno seguiti atleti professionisti e giovani promettenti provenienti da tutto il mondo. In particolare, in questo centro di allenamento aiuteremo un gruppo di ragazzi, con poche possibilità economiche, ad intraprendere la strada del professionismo. Crediamo molto in questa iniziativa, che nasce con l’intento di dare a tutti una possibilità, anche a chi per una combinazione del caso è nato in un luogo povero, o un contesto familiare difficile. Siamo all’inizio, in fase organizzativa ed avremo bisogno di finanziatori che sosterranno il progetto. Presto avrete notizie su tutti gli sviluppi. Nel frattempo, tenetevi pronti per un grande evento, che vi anticipo, si terrà a Matera a fine maggio, quest’anno che la cittadina lucana è capitale europea della cultura. L’evento sarà presentato ufficialmente tra qualche giorno, e rientrerà nel programma Matera 2019.”

A presto !

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