Laver Cup 2022, la celebrazione di una generazione, ma la vittoria del tempo che passa.

Tralasciando per un momento la storica e commovente serata d'addio di Roger Federer, anche senza Nick Kyrgios e con invece tutti i Fab Four, oggettivamente quest'edizione della Laver Cup era, col senno di poi, per la prima volta equilibrata, per motivi anagrafici e fisiologici. In tutto questo Berrettini il migliore del Team Europe.

Dopo 6 anni e 5 edizioni di dominio del Team Europe, la Laver Cup ha per la prima volta un nuovo padrone, il Team World, e per John McEnroe è finalmente il momento di festeggiare. La squadra del Resto del Mondo ha battuto quella europea per 13 punti a 8, grazie soprattutto ad un’ultima giornata memorabile, con tre vittorie consecutive, valide ognuna tre punti. Prima quella in rimonta di Felix Auger-Aliassime e Jack Sock su Andy Murray e Matteo Berrettini, poi quella assolutamente inaspettata dello stesso Aliassime contro Novak Djokovic, e infine il match decisivo con un’altra rimonta, annullando quattro match point, quella di Tiafoe su Tsitsipas.

Risultato sulla carta sorprendente, oltre che per la breve storia della competizione, per il più largo e qualitativo bacino di scelta di tennisti per l’Europa e per la “convocazione” dei quattro che hanno segnato un’era, i Fab Four: Federer, Nadal, Djokovic e Murray. Squadra poi completata da Matteo Berrettini, Casper Ruud, Stefanos Tsitsipas e Cameron Norrie.

Analizzando però le situazioni individuali e gli acciacchi del quartetto, la loro presenza in questa Laver Cup non era affatto garanzia di un ulteriore successo del Team di Bjorn Borg. Federer non poteva per ovvie ragioni essere considerato una carta per la vittoria finale, e infatti dopo l’addio ha lasciato il suo posto a Berrettini. Nadal abbiamo capito nella giornata di sabato essere volato a Londra solo per l’amico Roger. E Murray, anche se continuerà sempre a lasciare ogni goccia di sudore sul campo, è ormai un giocatore con ovvi limiti causati dalla protesi all’anca. L’unico dei quattro con una forma degna dei vecchi tempi è Djokovic, che ha però anche lui pagato un fastidio fisico, all’avambraccio destro, nella giornata di domenica, dopo essersi caricato la squadra sulle spalle nel sabato.

È stato epocale ed emozionante vederli tutti e quattro insieme, e non solo per accompagnare Federer nel suo saluto, ma bisogna separare l’emozione, e i nomi, dalla cruda e malinconica realtà di un match. Questo non vuol dire che i tre ancora in attività, soprattutto Nole e Rafa, non siano ancora al top del circuito, ma che non è poi così sorprendente che la loro squadra questa volta non abbia avuto gli ultimi festeggiamenti.

Da notare inoltre il fatto che il Team World abbia per la prima volta alzato la Coppa proprio in un’edizione orfana di Nick Kyrgios, il giocatore più forte della squadra, e in quella che è di gran lunga la stagione migliore della sua carriera.

Per il Team Europe, lo dicono i numeri, oltre a Djokovic il migliore è stato Berrettini, capace di portare più punti di tutti insieme al serbo, quattro, con due vittorie, nella giornata di sabato in cui valevano due punti, e una sconfitta. Matteo ha infatti vinto il suo match di singolare contro Auger-Aliassime, come nella scorsa edizione, il doppio al fianco di Djokovic contro Sock e De Minaur, e ha perso l’altro doppio giocato, con Murray opposti a Sock e Aliassime.

 

 

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