Brexit: le parole dei tennisti

Come ormai tutti sappiamo, nella giornata di Venerdì, Il Regno Unito ha preso la decisione tramite referendum di staccarsi dall’Unione Europea, causando lo shock degli economisti di tutto il mondo, ma cosa pensano di Brexit i tennisti e cosa cambierà nel mondo del tennis e dello sport in generale.

KONTA – La numero uno britannica Joanna Konta ha risposto così alla domanda del suo pensiero su Brexit, “Il fatto è che nel tour, sei come in una piccola bolla e quindi non ho davvero seguito molte le notizie.” spiega Konta “Ovviamente, sono a conoscenza di quello che è successo durante il referendum. Ma, sì, riguardo alle mie opinioni, penso che siano molto meglio parlarne attorno ad un tavolo.”
MURRAY – Nessun atleta in Gran Bretagna è più importante di Andy Murray. Come nativo di Glasgow, in Scozia, Andy aveva seguito con grande attenzione il referendum per la separazione della sua Scozia dal Regno Unito, in quel caso votò per la scissione procurandosi non poche ostilità dai suoi tifosi inglesi. Ora, come residente di Londra, ha votato per rimanere nella UE Murray si dice abbia un grande interesse per gli eventi politici, ma Sabato, ha rifiutato di essere disegnato nel dibattito. “Non ne sto a discutere oggi,” ha detto Murray rapidamente quando un giornalista si è avvicinato. “Ho seguito molto attentamente la vicenda, ma non ne voglio parlare.”
FEDERER – Al fuoriclasse elvetico, nella giornata di Sabato è stato chiesto un pensiero su Brexit. “Certo, ho seguito, è una giornata storica. Non voglio nemmeno pensare alle trattative che avranno luogo ora. Per voi [britannici] ragazzi, si prevedono anni e anni di negoziati.”
COSA SUCCEDE AL TENNIS E GLI ALTRI SPORT – La Premier League, quello che per molti è il campionato di calcio più bello ed emozionante al mondo, rischia di subire gravi danni a causa di Brexit. I giocatori non provenienti dal Regno Unito, rischiano di dover avere un permesso di lavoro per giocare e un certo numero di presenze con la propria nazione, lo stesso vale per Cricket e Rugby. Nel tennis invece i giocatori non hanno bisogno del permesso di lavoro, perché è come se visitassero i tornei, quindi rimarrebbe tutto inalterato.

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