Che caldo a Tokyo! Djokovic: “Nessuno vorrebbe vedere incidenti come quello di Badosa”

In questi ultimi giorni si sono susseguite moltissime polemiche riguardo le condizioni di gioco alle Olimpiadi di Tokyo 2020.

Negli scorsi giorni la russa Anastasia Pavlyuchenkova si era sentita male nel match di primo turno contro l’azzurra Sara Errani. Nel finale di secondo set, poco prima del termine del match, Anastasia ha avuto un colpo di sole. La partita è stata interrotta per 25 minuti, nei quali la russa è stata soccorsa dai medici con il ghiaccio e l’aeratore per l’ossigeno. Per sua fortuna si è poi ripresa ed è riuscita a terminare il match.

L’altro ieri è stata una giornata particolarmente calda e umida: pensate che Paula Badosa Gibert si è sentita male durante il suo match contro Marketa Vondrousova ed ha dovuto abbandonare il campo in sedia a rotelle. La spagnola ha poi dovuto rinunciare anche al doppio misto dove gareggiava con il collega Carreno Busta, il quale ieri ha conquistato la semifinale in singolare battendo Medvedev.

Proprio il russo, sempre due giorni fa,  si è sentito male durante il match contro Fabio Fognini: “Già dal primo set facevo fatica a respirare bene” ha dichiarato Daniil. Il russo ha poi aggiunto: “Non sapevo cosa fare per stare meglio. Ero pronto a svenire in campo”. Durante il match Medvedev si era lamentato anche con il giudice di sedia, Carlos Ramos, urlandogli: “Posso finire la partita ma posso morire, se muoio, sarai tu il responsabile?”

Tante quindi le proteste da parte dei giocatori. Tra le tante, Diego Schwartzman ha affermato: “Chi sceglie gli orari è sulla poltrona al fresco”.

L’ITF è corsa quindi ai ripari, spostando l’orario di inizio delle partite, dalle 11 alle 15. Novak Djokovic, in seguito a questa notizia ha dichiarato: “Io, Zverev e Medvedev siamo andati a parlare con il supervisor insieme ai capitani. Ho parlato anche con Carreno Busta e Khachanov, quindi la maggior parte dei ragazzi nei quarti era d’accordo. Nessuno vuole vedere incidenti come quello capitato a Badosa“.

“Tutti gli sport di resistenza, e il tennis va considerato tale, iniziano più tardi perché l’accoppiata di caldo e umidità è terribile. Ormai sono vent’anni che gioco da professionista e non ho mai sperimentato condizioni del genere in tutta la mia carriera, per così tanti giorni consecutivi.”

Nole ha poi concluso: “Credo che sia meglio anche per gli spettatori assistere al miglior tennis possibile“.

 

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