L’ultimo Slam stagionale è giunto al termine e Tennis Circus valuta le prestazioni delle più forti giocatrici del circuito WTA impegnate nell’evento.
Serena Williams, voto 9 (voto 10, all’impresa) Quando sembra che abbia toccato il fondo, si rialza, più competitiva di sempre, e con una sete di vittorie ancora più sorprendente. Barbara Rossi ha individuato due fasi di svolta negli ultimi due anni della carriera di Serena: la sconfitta del 2012 al Roland Garros per mano di Virginie Razzano, e la sconfitta di Wimbledon 2014 contro Alizè Cornet. Definire quale sia stata la più scottante è arduo. Forse la seconda, soprattutto a livello emotivo, perchè avvenuta in un periodo di assoluto dominio, quasi completamente incontrastato. Molti si lamentano dello strapotere fisico della Williams. Ma non sarebbe meglio gioire dell’ultima rimasta di una generazione di fenomeni, e lamentarsi della mediocrità dell’attuale panorama WTA? Serena è una leggenda vivente, una donna che dopo mille vicessitudini è riuscita a tornare, più forte di prima se vogliamo, di sicuro più magra… Il suo stupore sincero, misto a gioia, al punto che le è valso il torneo vale più di mille parole. Sesto Us Open, eguagliata Chris Evert, diciottesimo Slam in bacheca, come la stessa Evert e Martina Navratilova. Nella classifica delle più vincenti del tennis in gonnella solo Margaret Smith Court (24), Steffi Graf (22) e Helen Wills Moody (19) le sono davanti, con la tedesca unica del trio ad appartenere allera Open. What else? Leggenda
Caroline Wozniacki, voto 8+ La rottura con Rory McIlroy, un matrimonio fallito ancor prima di concretizzarsi, e bla bla bla. L’unica nota positiva, in una vicenda probabilmente poco felice per Caroline, è averla ritrovata ad alti livelli e, come per sua stessa ammissione, con una maggior consapevolezza nei propri mezzi, sintomo di una maturazione che va al di là di questioni tennistiche. Il padre, ai microfoni della CBS, ha affermato che la figlia ormai gioca solo per se stessa, non più per il ranking, nè per soldi. Per il gusto di farlo. E forse è proprio questa la chiave della sua crescita. In tempi di magra, non guasta ritrovare una vecchia superstite. Ritrovata
Shuai Peng, voto 7.5 In assenza della sua collega Na Li, è lei che si fa portabandiera della Cina tennistica. Gioca un torneo stupendo, senza alcun dubbio il migliore della sua carriera e fa di un sol boccone Radwanska, Vinci, Safarova e Bencic (voto 7, in ascesa), prima di essere fermata sul più bello dai crampi. Sul punteggio di 6-7 3-4 contro Caroline Wozniacki si accascia a terra, fa fatica a respirare, non riesce a muoversi. L’Artur Ashe Stadium in silenzio, la vede uscire sulla sedia a rotelle, in una delle immagini più brutte della storia del tennis, con la Engzell che annuncia il ritiro, forse fin troppo tardivo. Un epilogo drammatico, con un retrogusto dolce. Shuai ora sta bene e può godersi comunque le immagini di un’impresa difficilmente ripetibile. Sfortunata
Ekaterina Makarova, voto 7.5 Non era di certo “la” russa che ci aspettavamo nel penultimo atto del torneo newyorkese, ma, dopo la semifinale di Montrèal persa sul filo di lana contro MagaAga, tutto faceva presupporre un ottimo Us Open. Ha eliminato in serie Eugenie Bouchard (voto 6, Sufficiente) e Victoria Azarenka (voto 6,5, In lenta ripresa), dimostrandosi ampiamente all’altezza delle più forti. Non può rammaricarsi di nulla contro Serena Terminator, contro la quale ha avuto ben poche chances, anzi può rallegrarsi della vittoria in doppio, con la sua amica Elena Vesnina, ai danni di Hingis e Pennetta. Fighter
LE BOCCIATE
Maria Sharapova, voto 5 La siberiana, dopo una stagione sul cemento americano non particolarmente positiva, sembrava essere tornata, come suo solito, a livelli piuttosto buoni, proprio in una prova Slam, polverizzando al terzo turno una sempre ostica Sabine Lisicki. Complice un caldo atroce ed una Wozniacki in versione Velociraptor, Masha ha dovuto abdicare sotto i recuperi sopraffini della danese, sciupando l’ennesima occasione di poter trionfare a New York, Serena permettendo. Sbiadita
Ana Ivanovic, voto 4 Se la Sharapova è perlomeno giustificata da una prestazione cristallina della Wozniacki, lo stesso non può dirsi della serba. Reduce dalla finale di Cincinnati, la stagione della Ivanovic era da considerarsi tutt’altro che negativa. 3 titoli stagionali, Auckland, Birmingham e Monterrey, con qualche perplessità proprio nelle prove dello Slam, con il miglior risultato raggiunto in Australia, i quarti di finale. Le fragilità emotive della Ivanovic sono riemerse proprio nel momento della verità. Test non superato, rimandata a Settembre. Immatura
Agnieszka Radwanska, voto 3.5 Ennesima debacle per la tennista polacca, che può ampiamente ritirare il premio-vacanza con il club delle bamboccione. La vittoria di Montrèal sembrava averle ridato un minimo di fiducia, ma a nulla è servito contro la Peng. Troppo remissiva e rinunciataria, perde un’altra occasione per far bella figura. La cattiveria non ci appartiene, ma forse bisognerebbe rivalutare l’appellativo di Maga in… perdente. Pessima
Petra Kvitova, voto 4.5 La sorpresa (forse) più grande del torneo, probabilmente a mente fredda superiore a quella propinataci lo scorso anno, è la sua eliminazione, testimone di una condizione psicofisica precaria, anche dopo unestate da trionfatrice a Wimbledon che aveva fatto sperare in un suo ritorno ad alti livelli ed in un cambio di direzione. Perde una grossa occasione in uno Slam stranamente maledetto per lei, ma in cui arrivava nelle migliori condizioni di classifica in carriera finora. Alexandra Krunic, 17 anni, è la sua giustiziera. Amen. Pasticciona
Simona Halep, voto 4 Bocciata, senza mezzi termini. Nel suo primo torneo da numero 2 del mondo, viene beffata dalla 34enne Mirjana Lucic-Baroni. Sotto shock
LE ITALIANE
Sara Errani, voto 6.5 Esaltata dal pubblico italiano in modo inverosimile, la romagnola è protagonista di una delle più grandi sorprese del torneo, eliminando Venus Williams, ex numero 1 e vincitrice per ben 2 volte dello Us Open, contro la quale aveva prima di allora racimolato non più di 3 game in un set. E lo fa nel match forse più entusiasmante dell’intera edizione. Esce di scena per mano di Caroline Wozniacki in quello che invece è stato il match con meno pathos dell’edizione, tra quelli che contano. 6-1 6-0 ed addio sogni di gloria. Arcigna
Flavia Pennetta, voto 7 A fine torneo si auto-valuta con un modesto 6,5, ma il suo cammino, per gli innumerevoli significati che si porta dietro, vale almeno un mezzo punto in più. Pronti-via abbatte 3 giovani americane in successione, prima di smarrire il servizio sul più bello nel tanto a lungo bramato quarto di finale contro la Williams. Due italiane nei quarti rimangono un’impresa storica, che scaccia i cattivi pensieri d’inizio estate. Membro d’obbligo nel gotha del tennis mondiale. Fenice
Francesca Schiavone, voto 5 – Karin Knapp voto 5 – Roberta Vinci, voto 6 – Camila Giorgi, voto 4.
IL TORNEO, voto 5
Il momento saliente del torneo, a vedere sui social network (tanto ormai le emozioni del genere umano tendono ad esser rase al suolo), è la drammatica scena di Shuai Peng ansimante sul campo. Flebile il tentativo delle Big, Williams a parte (poraccia, lei fa il suo), di destare dallo stato comatoso i telespettatori più interessati, molto più intelligente andare a dormire. Si contano a stento sulle dita di una mano i match interessanti delledizione 2014, guastata ancora una volta da un clima hollywoodiano e al contempo terribilmente umido. Non è finzione purtroppo la gestione del problema, data in pasto alle bocche affamate delle tv, rimaste a pancia vuota. Possiamo solo consolarci con Jacopo Lo Monaco e Barbara Rossi che come sempre, ci hanno tenuto compagnia nelle nottate newyorkesi, con professionalità e sarcasmo. (voto 9)
Giorgio Lupi (twitter: lupi_giorgio)