Fabio Fognini… “Why Always me”

Agli Us Open si è visto ancora una volta tutto Fabio Fognini nel bene ma anche nel male. Siparietti simpatici con arbitri ed avversari, critiche al torneo a sua detta il peggiore tra i 4 Slam, ma anche colpi strepitosi che rimarcano se ancora ce ne fosse bisogno tutto il talento "inespresso" del tennista azzurro.

Non basta a Fabio Fognini lo strepitoso trionfo conquistato in “Remuntada” contro il russo Gabashvili, dopo aver perso i primi due set 6-7 (9) 3-6, e successivamente, presa in mano la partita, mettendo in campo le sue vere potenzialità, vince i successivi per 7-6 (5) 7-5 6-4. Infatti, non contento, dopo 4 ore e 47 minuti di battaglia, il ligure chiude con un urlo liberatorio rivolto al corpo arbitrale «IO CONTRO TUTTI».

SEMPRE PASCAL MARIA – Per la cronaca continua per il “Fogna” l’ossessione Pascal Maria (tutti conosciamo il siparietto a Wimbledon 2013 quando Fabio si lanciò sul prato per protesta), e degli arbitri, infatti durante il match dell’altro ieri numerosi sono stati i falli di piede chiamati che hanno generato molta insicurezza durante il suo servizio- che tra l’altro non è nemmeno tanto costante, soprattutto quando c’è da mettere in campo la seconda. Sul 3-2 del quarto set il nostro portabandiera, come gesto di stizza, toglie gli occhiali all’attento e preciso guardalinee e glieli mette sulla testa guadagnandosi un penalty point, poiché già precedentemente aveva rimediato un warning dovuto ad un lancio di una pallina a causa della rabbia durante il secondo parziale.

Gesto non più felice è stato rivolgersi allo sfidante dicendo «Neanche la Azarenka (tennista famosa per i suoi strilli mentre gioca)urla così, figuriamoci a letto cosa sei».

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US OPEN IL PEGGIORE DEI QUATTRO – Fognini, – in versione Why Always Me – non si dà pace ed afferma «Lo Us Open si fa le sue regole, si sa che gli americani vogliono essere diversi in tutto. Dei quattro slam, questo è per quanto mi riguarda il peggiore di tutti, per numerose ragioni».

IL LIMITE PIU’ GRANDE DI FABIO – C’è da dire però che per quanto possa essere simpatico questo suo stile brusco ed esplicito espresso in campo è anche il suo limite più grande che non gli ha consentito di essere nella “top ten” ATP nonostante l’indiscusso talento.

A cura di Francesco de Simone

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