RITRATTI

Jasmine Paolini, un sorriso che vale la top 4

Nel lento scorrere del tempo, ci sono soddisfazioni che tardano ad arrivare, tanto da apparire utopie irripetibili a chi non conosce l’arte della pazienza. Tredici anni, tredici lunghissimi anni, tanto è trascorso da quel memorabile 2011, in cui Francesca Schiavone trionfando al Roland Garros entrava per sempre nell’Olimpo del tennis, diventando la prima tennista italiana a raggiungere la quarta posizione delle classifiche mondiali. Da quel 2011 il tennis femminile italiano ha camminato con passo fiero, illuminato da stelle come Flavia Pennetta, Roberta Vinci e Sara Errani, ma anche alla spasmodica ricerca, tra le nuove generazioni, di qualcuna che potesse finalmente seguire le orme di queste campionesse.

Quel traguardo, così sacro e difficile da raggiungere, ha rappresentato per anni un faro luminoso nel panorama del tennis femminile italiano, un’eredità preziosa che sembrava quasi sospesa nel tempo, un utopia quasi irrealizzabile,  ma proprio quando meno ce l’aspettavano quell’attesa è finalmente stata ripagata: da lunedì, Jasmine Paolini ha scritto con il proprio nome un nuovo capitolo di questa storia, entrando ufficialmente nella top 4 mondiale e affiancandosi così a quella gloriosa leggenda chiamata Francesca Schiavone.

Le origini e la voglia di vincere

Nata il 4 gennaio del 1996 a Castelnuovo di Garfagnana, nel cuore della Toscana, Jasmine proviene da una famiglia umile ma profondamente unita e dai sani principi, papà Ugo Paolini, è italiano, un toscano verace, di professione barista, mentre la madre, Jacqueline Gardiner, ha origini polacche e ghanesi. Fin da piccola, Jasmine cresce circondata da un amore solido e da una serenità che sa di casa. Sono lo zio insieme al papà, grandi appassionati di sport, ad insistere affinché la piccola Jasmine scelga una disciplina da praticare, tra le varie proposte quasi per caso lei sceglie il tennis, innamorandosi sin da subito della racchetta.

E’ amore a prima vista. Papà Ugo con pazienza e dedizione l’accompagna quotidianamente agli allenamenti, attraversando in lungo e in largo le strade della toscana, la guarda correre per il campo armata di una racchetta più grande di lei, senza mai farle mancare l’appoggio e la fiducia  necessarie. La madre Jacqueline, invece, veglia su di lei con dolcezza e rigore, trasmettendole quella solarità e quella capacità di affrontare le sfide con positività e determinazione, che con il tempo diventeranno la chiave del suo successo.

Nel tempo in cui è il tennis fisico a farla da padrone, in cui egemoni del circuito sono stangone capaci di colpi potentissimi e dalla forza muscolare elevata, la piccola e minuta Jasmine sembra quasi fuori posto, un’aliena caduta dal cielo, non una predestinata, né tantomeno una su cui tanti avrebbero scommesso. Ma come spesso accade nello sport, è proprio da chi meno ti aspetti che arrivano le gioie migliori, nel tempo delle Valkirie, Jasmine sembra rispondere con una nota citazione “il calabrone non può volare a causa della forma e del peso del proprio corpo in rapporto alla superficie alare; ma il calabrone non lo sa e perciò continua a volare”.

I primi successi e la svolta

Davanti ai vari detrattori e a chi le consiglia di lasciar perdere Jasmine non si ferma, non si adegua al sistema, comprende facilmente che la sua forza risiede altrove, che per poter diventare vincente non può e non deve puntare sul fisico, inizia dunque a trasformare le proprie fragilità in punti di forza. Punta tutto sulla capacità di leggere ed anticipare il gioco dell’avversaria, scomponendone le dinamiche, davanti all’aumentare della potenza Jasmine risponde con la finezza del tocco e il tempismo della mente. I suoi colpi sono studiati, calibrati, capaci di sorprendere con variazioni di ritmo e tocchi che sembrano accarezzare la palla.

La sua non è un’esplosione improvvisa, arriva al grande tennis quasi in punta di piedi,  lentamente ma con una tenace ostinazione, il primo successo arriva nel 2021 con la vittoria del suo primo titolo WTA a Portorose, in Slovenia. È una vittoria che sa di svolta, è la dimostrazione che Jasmine non è solo competitiva all’interno del circuito, ma anche capace di vincere ed imporsi. Da quel momento il suo nome comincia a circolare con maggiore insistenza, non più soltanto tra gli addetti ai lavori, il grande pubblico finalmente inizia a notarla, ad accorgersi di lei. Passano i mesi, il suo tennis continua a crescere e Jasmine continua a migliorare, arrivano traguardi importanti: la finale a Dubai nel 2024, la semifinale al WTA 1000 di Indian Wells, i quarti agli Australian Open, sino ad arrivare all’apoteosi, con la meravigliosa primavera 2025, la primavera del sogno e del successo.

La cavalcata al Foro Italico

La magia avviene a Roma, nella meravigliosa cornice del Foro Italico, davanti al pubblico di casa, quì Jasmine incanta tutti: partita dopo partita, colpo dopo colpo, sorriso dopo sorriso, riesce a mettere in mostra un tennis ispirato, conquistando letteralmente tutto il pubblico presente.  Restare indifferenti al suo sorriso disarmante, alla sua spontaneità e al suo bel tennis, fatto di geometrie sottili e colpi a effetto, è praticamente impossibile.

Al Foro Italico conquista il titolo nel singolare, diventando la seconda italiana di sempre, dopo Raffaella Reggi (vincitrice nel 1985) a vincerlo. Ma non è finita, perché Jasmine non è solo una grande giocatrice di singolo, è anche una delle doppiste più forti del circuito, e allora la magia si ripete il giorno dopo, quando insieme a Sara Errani, conquista anche il titolo del doppio. Una doppietta straordinaria che la incorona “regina d’Italia”, sia individualmente che in coppia e che la rende a tutti gli effetti una delle punte di diamante del tennis italiano.

Singolare sì, ma anche doppio

Il sodalizio con Sara è molto più di un’unione tecnica: è una relazione profonda, fatta di amicizia vera e sincera, di ascolto, di rispetto ed  empatia. Jasmine ha trovato in Sara non solo una compagna di doppio, ma una guida, una compagna di squadra che le ha trasmesso l’esperienza dei grandi palcoscenici, la calma nei momenti cruciali, la lucidità tattica, in tal senso è emblematico il coaching di Sara durante la partita con la Shnaider, da cui poi è iniziata la rimonta che ha regalato a Jasmine la semifinale degli Internazionali. Sin ora insieme ci hanno regalato l’immensa gioia dell’Oro Olimpico conseguito a Parigi nel 2024 (prima medaglia olimpica nella storia del tennis italiano), la vittoria a Pechino per i China Open 2024, la finale al Roland Garros sempre nel 2024 e il doppio successo agli Internazionali, nel 2024 e nel 2025.

E adesso che il traguardo della top 4 è realtà e che Jasmine con il suo sorriso aperto e disarmante, lo sguardo limpido di chi non ha mai smesso di crederci ci ha dimostrato che si può ricominciare a sognare, il tennis italiano può finalmente voltare pagina e scrivere un nuovo capitolo: l’attesa è finita, il testimone è stato raccolto. Jasmine non è solo una nuova campionessa: è la stella che brilla nel firmamento delle più grandi, l’esempio che si può vincere restando dolcemente se stessi.

Giuseppina Marrazzo

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