Compleanno amaro per Rafa: contro Djokovic k.o. in tre set

Dopo l’ormai lontano torneo di Montecarlo finalmente gli appassionati di tennis possono vivere nuovamente le emozioni della sfida tra i due tennisti che hanno scritto il proprio nome sull’albo d’oro dei maggiori tornei del circuito negli ultimi anni.
Stiamo parlando di Rafael Nadal e Novak Djokovic, oggi di fronte in una fase del torneo un po’ atipica considerate le ultime stagioni. Lo spagnolo, entrato come sesta testa di serie del torneo, se l’è infatti dovuta vedere prematuramente contro il serbo, apparso a livelli stratosferici in questo inizio di stagione. La lenta terra parigina è comunque riuscita a sminuire questa abissale differenza di condizione ma alla fine la ferocia agonistica di RoboNole ha prevalso, condannando Rafa ai margini della Top 10. Lo score finale recita 7/5 6/3 6/1 in favore del tennista di Belgrado, bravo a non farsi sottomettere fisicamente e mentalmente nei momenti clou dell’incontro.

Nole fin dal primo punto parte super aggressivo, lasciando Rafa diversi metri dietro la linea di fondo; colpo dopo colpo guadagna campo e con sventagli e colpi piatti vince il punto. L’iberico oppone una strenua resistenza limitandosi a difendere per quanto possibile. Non a caso i punti portati a casa da Nadal derivano quasi sempre da errori del serbo. Dopo appena dodici minuti di gioco il parziale è di 3 giochi a 0 e ben l’80% dei punti se li è aggiudicati il serbo.

A Rafa servirebbe ora una scossa, o per lo meno una serie di buoni punti, per prendere fiducia. Ciò non accade e Nole finisce con il vincere un ulteriore break, dopo un punto emozionante, conclusosi con una smorzata a rete del maiorchino. I due break di differenza non gli vanno giù e nel game seguente prova a reagire, con colpi più profondi e aggressivi. Ne scaturisce una maggiore fallosità in fase d’impostazione del serbo, costretto a cedere uno dei break appena guadagnati. Degno di nota è un passante in corsa di rovescio dello spagnolo, con cui riesce a procurarsi la chance di break.

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Grande reazione di Nadal anche nel gioco seguente, dove riesce, grazie anche a delle ottime prime, ad accorciare ulteriormente le distanze, portandosi sul 4-2. Quello che è successo di lì a poco ha avuto dell’incredibile, visto come si erano messe le cose in avvio di set: Djokovic, infatti, comincia a sbagliare tutto il possibile, a cominciare dall’estrema fallosità al servizio. Sulle seconde Nadal attacca prediligendo attacchi verso gli incroci delle righe, mettendo alle corde l’avversario. Alla fine con un bruttissimo errore a rete il serbo cede anche il secondo break a sua disposizione, riportando il tutto in parità. Game a zero, con tanto di ace, da parte dello spagnolo e ora il braccio di Nole inizia a tremare e i dubbi a salire.

Come ben sappiamo, però, la solidità mentale è una delle peculiarità del serbo e nel nono game riesce a rimanere concentrato su tutti i punti, mandando dunque Nadal a servire per rimanere nel set. Dopo oltre 11 minuti e ben tre palle set per Nole, tutte annullate dallo spagnolo, si va a oltranza. È di nuovo Rafa a rischiare il break nel dodicesimo game, dopo che il serbo ha mantenuto agevolmente il proprio. Questa volta, però, alla quinta occasione Djokovic brekka e dopo 67 minuti si aggiudica il primo set, su un errore a rete dello spagnolo.

Il secondo set inizia in modo equilibrato su buoni ritmi per entrambi. I vincenti sono sempre prerogativa del serbo mentre Nadal si affida maggiormente a colpi da fondo, più difficili da attaccare rispetto al primo set. Tolti i due break sul 4-0 del primo set, Rafa non ha mai dato l’impressione di poter impensierire troppo il serbo in risposta, mentre lo ha sofferto in alcune fasi dei suoi turni di servizio. L’intensità, arrivati sul 2 pari, cala vistosamente anche se i game caldi saranno quelli successivi, dove si decideranno le sorti del secondo set.

Nell’ottavo gioco si consuma il primo break del secondo set e a metterlo a segno è proprio il tennista serbo. Dopo aver avuto un’altra occasione sempre nel medesimo game, alla fine riesce a piazzare il break e ora serve per il secondo set. Anche qui il suo gioco aggressivo gli permette subito di andare 40-15 ma a quel punto subisce il ritorno di Rafa fino alla parità. Dopo tre occasioni per vincere game e set non sfruttate ne arriva una quarta, a questo punto troppo ghiotta per lasciarsela sfuggire, e si aggiudica in tal modo il parziale.

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In avvio di terzo set ci sono subito tre palle break per il serbo e un erroraccio a rete (non il primo) da parte dello spagnolo gli permette subito di passare a condurre. Ora la strada per la rimonta per Nadal, già tortuosa di suo, si complica ulteriormente, dovendo prima di ogni altra cosa recuperare il break appena perduto. Come se non bastasse, anche la dea bendata volta le spalle allo spagnolo in occasione dell’ennesima palla break di Nole: difatti, la risposta del serbo si spegne subito dopo il net e ora il parziale inizia a farsi pesante. Lo spagnolo appare ora rassegnato al suo triste destino, con la stanchezza che inizia a fare la sua parte.

Similmente a quanto accaduto nel primo set, solo dopo quattro game riesce a conquistarne uno. Ora servirebbe ripetere l’impresa già compiuta precedentemente ma da quello che si vede in campo al maiorchino serve un miracolo, o per lo meno un calo notevole di Djokovic. Calo che però non arriva e Rafa si trova ora a servire per rimanere nel set, sotto 5 giochi a 1. Dopo poco meno di 2 ore e mezza di battaglia Rafa si arrende a Djokovic, uscendo dal Roland Garros sconfitto per la seconda volta negli ultimi 11 anni. Ironia della sorte, il match point è stato un doppio fallo, analogamente alla finale dell’anno scorso tra i due, che consegnò il titolo nelle mani dello spagnolo per la nona volta.

Dopo il primo set giocato quasi alla pari ci si aspettava un Nadal più aggressivo e che prendesse maggiormente l’iniziativa. Djokovic non ha, invece, deluso le attese, dimostrandosi ancora una volta in una forma eccellente. Difficile prevedere qualcuno che possa mettergli i bastoni tra le ruote nel cammino verso un trionfo che avrebbe dell’eccezionale.

Di Simone Marasi

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