Carlos Alcaraz: la finale più lunga, la rimonta epocale e i tre match point salvati

Carlos Alcaraz segna la storia al Roland Garros 2025: prima finale durata 5h29’, una rimonta da 0‑2 set in una finale Slam, e una clamorosa vittoria dopo aver salvato tre match point.
ALCARAZ-SINNER[1]

Una finale epica, un’impresa che segna la storia

Nel cuore di Parigi, sul rosso sacro del Roland Garros, Carlos Alcaraz ha scritto una delle pagine più memorabili della storia del tennis. In una finale da brividi contro Jannik Sinner, lo spagnolo ha conquistato il suo quinto titolo Slam all’età di soli 22 anni, raggiungendo leggende come Rafael Nadal e superato, in precocità, da pochissimi nella storia di questo sport. Ma non è solo la vittoria in sé a rendere indimenticabile questa partita: è come è arrivata.

Una battaglia di cinque ore e mezza

Il match tra Alcaraz e Sinner è stato molto più di una finale: è stato un monumento al tennis. 5 ore e 29 minuti di gioco, il tempo più lungo mai registrato per una finale del Roland Garros, hanno tenuto incollati agli schermi milioni di appassionati. Per trovare un confronto in termini di durata, bisogna risalire agli Australian Open del 2012, quando Djokovic e Nadal si affrontarono per quasi sei ore.

Ma non è solo una questione di tempo. Il match ha offerto un’intensità rara, colpi spettacolari e capovolgimenti continui. Carlos Alcaraz ha compiuto una rimonta da due set di svantaggio, impresa che non gli era mai riuscita prima e che lo inserisce tra i pochi – solo nove giocatori nell’era Open – capaci di ribaltare una finale Slam da quella posizione.

L’impresa delle imprese: salvare tre match point

A rendere ancora più straordinario il trionfo dello spagnolo, un dato che entra nella leggenda: Alcaraz ha salvato tre match point prima di conquistare il trofeo. Un evento talmente raro che si era verificato solo una volta negli ultimi 77 anni. Bisogna infatti tornare al lontano Wimbledon 1948, quando l’americano Bob Falkenburg riuscì nell’impresa contro John Bromwich. Da allora, migliaia di match e centinaia di finali Slam non avevano più visto una simile resurrezione agonistica.

La somiglianza tra le due imprese è affascinante: due contesti completamente diversi, due epoche lontane e superfici opposte, ma la stessa incredibile capacità di trasformare una sconfitta annunciata in un trionfo.

Numeri che parlano da soli

Il Roland Garros 2025 è il culmine di una stagione straordinaria per Alcaraz sulla terra battuta. Il giovane spagnolo ha chiuso con un record impressionante: 22 vittorie e una sola sconfitta, dominando a Montecarlo, Roma e ora anche a Parigi. Solo Thomas Muster (1995) e Rafael Nadal (in diverse annate) erano riusciti in precedenza a conquistare più di un Masters 1000 su terra insieme al Roland Garros nella stessa stagione.

E c’è un ultimo dato, paradossale quanto eloquente: Jannik Sinner ha totalizzato un punto in più (193 a 192) nel computo complessivo del match. Ma nel tennis, come nella vita, non tutti i punti contano allo stesso modo. Alcaraz ha vinto quelli decisivi, quelli che fanno la differenza tra un campione e una leggenda.

L’erede è servito

Il trionfo di Carlos Alcaraz a Parigi non è solo un altro trofeo in bacheca. È un segnale chiaro al mondo del tennis: la nuova generazione è pronta a raccogliere l’eredità dei grandi. In una partita che ha esaltato le qualità tecniche e mentali di entrambi i finalisti, è emersa la figura di un giocatore capace di riscrivere la storia, punto dopo punto, con il cuore e il talento. “Nulla è mai davvero finito fino all’ultimo punto”, diceva qualcuno. Alcaraz lo ha dimostrato.

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