Un’icona saluta il suo pubblico
Richard Gasquet torna sul campo dove tutto ebbe inizio. Era il 2002, aveva 15 anni e debuttava sul palcoscenico del Roland Garros con un rovescio incantevole e un coraggio da veterano. Ventitré anni dopo, nello stesso stadio e davanti alla stessa gente che lo ha sempre amato, il campione di Béziers gioca quello che con ogni probabilità sarà l’ultimo incontro della sua carriera nello Slam di casa. E il destino, con la sua ironia, gli ha messo di fronte il nuovo re del tennis mondiale: Jannik Sinner.
Il presente contro la leggenda
Gasquet ha conquistato il pubblico parigino fin dal primo turno, superando il giovane connazionale Terence Atmane in quattro set. Una prestazione che ha raccontato molto del suo spirito: la classe è rimasta intatta, la tenacia pure. Ma è evidente che i suoi colpi – seppur ancora eleganti – non hanno più la stessa efficacia contro l’élite di oggi.
Il sorteggio ha deciso che l’ultimo atto del suo Roland Garros avrà un protagonista scomodo: Sinner, numero uno del ranking, reduce da 15 vittorie consecutive nei tornei del Grande Slam e da un successo agli Australian Open. L’altoatesino è in una fase di forma straordinaria, anche se nel match d’esordio contro Rinderknech ha mostrato un calo di intensità che potrebbe far riflettere. Nonostante questo, ha vinto in tre set e ha rimontato uno svantaggio di 0-4 nel terzo, segno della sua forza mentale.
Una sfida ricca di significato
Quella contro Gasquet sarà la quarta sfida tra i due, con Sinner avanti 3-0 nei precedenti. Il pubblico francese spera in un miracolo sportivo, anche solo per prolungare un’ultima volta il viaggio del suo beniamino. Ma la realtà è dura: Gasquet non batte un numero uno del mondo dal 2005, quando rimontò Federer a Monte Carlo. Da allora, sedici sconfitte consecutive contro avversari in vetta al ranking, l’ultima proprio al Roland Garros nel 2018 contro Nadal.
Sinner, dal canto suo, ha imparato a gestire bene le partite in cui è favorito. Ha vinto le ultime 30 partite completate contro giocatori fuori dalla top 100, una statistica che pesa sulla bilancia del pronostico. Ma lo stesso Sinner ha imparato a non sottovalutare la spinta emotiva che può avere un avversario sostenuto dal proprio pubblico, specie se si tratta di un addio annunciato.
Un addio tra nostalgia e rispetto
Gasquet ha segnato un’epoca, anche se la sua carriera non ha mai toccato le vette che molti gli avevano pronosticato. “È stato come giocare contro uno dei migliori. Mi aspettavo più errori, ma il ragazzo non sbaglia mai”, ricordava Albert Costa dopo averlo affrontato nel 2002. Oggi, quella promessa di grandezza non completamente mantenuta si fonde con la gratitudine di un popolo che lo ha sempre amato.
A 38 anni, l’enfant prodige del rovescio a una mano saluta con dignità, lasciando l’ultimo capitolo della sua storia nelle mani di un tennista che rappresenta il futuro. “Dopo Monte Carlo 2002 niente è stato più come prima”, ha detto recentemente ricordando il suo debutto tra i grandi. È giusto che oggi si chiuda un cerchio.
Comunque vada, Merci Richard.