Darren Cahill: “Un mese fa avrei firmato per vedere Sinner in finale al Roland Garros”

Darren Cahill racconta la crescita di Sinner e Musetti alla vigilia delle semifinali del Roland Garros. Maturità, lavoro quotidiano e obiettivi futuri per il tennis italiano che sogna in grande.
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Il percorso di Sinner verso la maturità

Alla vigilia di una semifinale di fuoco contro Novak Djokovic al Roland Garros, il supercoach Darren Cahill non nasconde l’emozione e l’orgoglio per il cammino di Jannik Sinner. Il numero uno del mondo, reduce da una sospensione che avrebbe potuto destabilizzarlo, è tornato con una solidità mentale e tecnica impressionante. “Se un mese fa mi aveste chiesto di firmare per la finale del Roland Garros, avrei detto: dove è che devo farlo?”, ha confessato Cahill in un’intervista a Il Tennis Italiano, segno di quanto l’attuale risultato superi ogni previsione.

Sinner è cresciuto, dentro e fuori dal campo. Dopo i tre mesi di inattività, ha mostrato una nuova consapevolezza: “All’inizio era nervoso, si portava le preoccupazioni dell’allenamento in partita. Ora ha più fiducia, è maturato molto e crede di più in sé stesso”, ha spiegato l’allenatore australiano. Questo nuovo assetto psicologico si riflette anche nella gestione dei momenti difficili: Jannik ha imparato a “trovare un modo per vincere anche nelle giornate in cui non tutto funziona”. È questo, per Cahill, il segno distintivo dei grandi campioni.

Un tennis ad alta intensità

Il tennis di Sinner si basa su un’intensità difficile da reggere per gli avversari. “Tre ore di tennis alla Sinner equivalgono a cinque per altri giocatori”, sottolinea Cahill. L’obiettivo ora è mantenere questo livello per l’intero arco di un match al meglio dei cinque set, soprattutto contro un fenomeno come Djokovic. “Non c’è sfida più tosta che affrontare Novak in semifinale. Ha vinto 24 Slam e contro Zverev ha dimostrato una condizione dannatamente pericolosa”.

Sinner si trova in quella fase delicata in cui i margini di miglioramento sono minimi ma fondamentali. Cahill e il team stanno lavorando sia sui punti di forza sia su quelli deboli, seguendo una logica precisa: “All’inizio si lavora sull’80% dei punti forti. Ma quando arrivi tra i primi 10, devi rendere affidabili anche le debolezze. Simone Vagnozzi ha fatto un lavoro magnifico su questo aspetto”. Lo scopo? Rendere Sinner “il miglior Jannik possibile”, senza farsi distrarre dai nomi che ha di fronte.

La personalità che fa la differenza

Oltre alla tecnica, a sorprendere Cahill è stato il lato umano di Jannik. “Ha un grande senso dell’umorismo, è incredibilmente divertente e umile. Sa prendere il tennis seriamente ma non dimentica che è solo una parte della vita. La sua maturità a 23 anni mi ha colpito profondamente”. Un profilo raro, forgiato da una famiglia solida e da valori che lo tengono con i piedi per terra, anche mentre scala le vette del tennis mondiale.

Il futuro luminoso di Lorenzo Musetti

Il Roland Garros 2025 non è solo Sinner. A portare in alto il tricolore c’è anche Lorenzo Musetti, ormai una certezza più che una promessa. Cahill, che segue con attenzione i movimenti del tennis italiano, ha parole di grande stima: “Non mi sorprendono i suoi miglioramenti. Cinque anni fa vedevo già un potenziale enorme. Ora Lorenzo è più maturo, completo, realizzato”.

Secondo Cahill, Musetti ha tutte le carte in regola per conquistare un titolo del Grande Slam: “È il giocatore che ci aspettavamo da tempo, e ha ancora tanta carriera davanti. Può vincere uno Slam, senza dubbio”. Un’investitura importante, che conferma quanto il tennis azzurro stia vivendo una delle sue stagioni più brillanti.

Il nuovo standard del tennis italiano

La presenza di Sinner e Musetti nelle fasi finali di uno Slam rappresenta molto più di un traguardo individuale: è il segnale di un movimento in salute, che lavora con metodo, talento e visione. E se da un lato Sinner incarna la solidità mentale e fisica richiesta per dominare il circuito, dall’altro Musetti offre uno stile elegante, tecnico, capace di sorprendere.

Il lavoro quotidiano dietro le quinte – tra allenatori, preparatori e famiglie – sta dando i suoi frutti. Cahill, pur mantenendo sempre un atteggiamento prudente e realistico, non nasconde la sua soddisfazione per il percorso dei suoi atleti. “Ogni giorno si può imparare qualcosa. Anche quando perdi, torni più forte. È questo il nostro approccio”.

Con due semifinalisti al Roland Garros, l’Italia del tennis può davvero sognare in grande.

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