Next Gen: Alla scoperta di Mate Valkusz

Andiamo alla scoperta del giovane ungherese che si è messo in luce nel Challenger di Cordenons perso in finale dal nostro Paolo Lorenzi.

Settimana di Challenger che ha visto trionfare il nostro Paolo Lorenzi per la 21 volta nel circuito minore, ma chi era il suo avversario? Molti se lo sono chiesti e noi siamo qui per darvi una risposta. Mate Valkusz ungherese, classe 1998  si presenta qui a Cordenons da qualificato impartendo sonore sconfitte a tennisti del calibro di Clezar e Kolar quest’ultimo, addirittura sconfitto con una netta “Bicicletta”.  Valkusz inizia a giocare a tennis all’etá di cinque anni, sia allenava due volte al giorno, due anni dopo é passato ad allenarsi 9 volte al giorno e non c’é da stupirsi se gli addetti ai lavori lo consideravano un predestinato. A soli 12 anni, era terzo nel Nike Junior Tour vinto due anni dopo, all’etá di 14 anni divenne campione europeo di doppio e bronzo nel singolare. Mate andava a scuola come tutti gli altri poi visti i grandi risultati, ha cominciato a dividere la sua vita tra allenamento e isrtuzione.  Nel 2016, divenne numero 1 Junior ma da quel momento la suo storia quasi fiabesca, prende una brutta piega. Un’infortunio alla spalla serio impose una brusca frenata al talento ungherese costretto a fermarsi per quasi un anno presso uno specialista tedesco indicato da un suo rivale in campo in un torneo futures. Il 20 Agosto, Valkusz vince un 15.000 a Karslruheban e tutto sembra riandare per il verso giusto fino alla vigilia del torneo di Budapest dove gli fu diagnosticata la terribile mononucleosi che in quel momento sembrava essere un ostacolo molto pesante per il giovane talento. Mate pensò bene di rimboccarsi le maniche, affrontare il virus, dormire molto e tornare di nuovo a competere nel tennis che conta.  Il resto lo conosciamo, 4 titoli ITF e la grandissima cavalcata a Cordenons stoppata solo dal nostro Paolo Lorenzi in finale con Valkusz che stremato lascia il campo dicendo:” Pensavo di perdere nelle qualificazioni in questo torneo, non ero con la testa sul campo e invece ho ritrovato il mio miglior tennis crescendo partita dopo partita” Ci auguriamo che questo talento cristallino esploda e non sia più ostacolato da infortuni e problemi di salute, il tennis ha bisogno di questi talenti.

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