“Siamo professionisti. Devi permettere alla folla di partecipare. I newyorchesi vogliono il sangue”, diceva Jimmy Connors a proposito degli Us Open. Ora, il sangue non c’è stato, ma poco ci mancava. Già, perché il grande protagonista nei primi giorni a Flushing Meadows è stato il caldo devastante, che ha causato una serie di ritiri a raffica che manco la Parigi-Dakar e che ci ha addirittura fatto assistere alla scena in realtà quasi apocalittica di Novak Djokovic a bordo campo che si faceva misurare la pressione.
Il caldo, per fortuna degli organizzatori, che con l’Extreme Heat Policy sono andati letteralmente in tilt, è calato col passare dei giorni. E allora s’è cominciato a vedere il buon tennis. E dopo una settimana, prima cioè che da domenica (come in ogni Major tranne Wimbledon, dove si riparte con il Manic Monday) si cominci a fare sul serio, è già tempo di bilanci. Lo facciamo tramite una serie di promozioni e bocciature, che ci aiutano a fare il quadro di ciò che è avvenuto finora…
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