Le prime grandi star tennistiche: i gemelli Renshaw

Oggi ricade il 156esimo anniversario della nascita dei due più importanti campioni del tennis dei primori: William e Ernest Renshaw spopolarono sui campi di Wimbledon nelle prime edizioni del torneo più importante del mondo.

Il tennis come lo conosciamo oggi è il risultato finale di un’evoluzione secolare. Si hanno infatti notizie di una disciplina simile sin dai tempi degli antichi greci, mentre come sport le prime origini risalgono all’età altomedievale nella forma del Real Tennis. Andando avanti con la storia però le fonti son sempre più chiare, ed allora ecco che nell’età moderna in Francia si gioca il jeu du paume, in italiano si tratta della pallacorda. Sta di fatto in ogni caso che il tennis contemporaneo nasce nel 1874 dopo la il brevetto del gioco da parte del maggiore Wingfield

 

PRIME STAR – Solo tre anni dopo l’All England Lawn Croquet Club si interessò alla disciplina, cambiò il proprio nome aggiungendo anche “Tennis” prima del croquet, e decise di istituire un torneo: era la nascita di Wimbledon. Le prime edizioni furono un successo e, come tutti gli sport che iniziavano la loro storia a fine ottocento, ci fu il primo impatto con la popolarità: i suoi attori iniziarono ad essere considerati dei veri e propri idoli. Il ruolo di prime star del tennis fu ricoperto dai gemelli Renshaw, William ed Ernest, i primi campioni immortali di questo sport. Nati entrambi il 3 gennaio 1861 (oggi è il 156esimo anniversario) i Renshaw monopolizzarono l’albo d’oro di Wimbledon per tutti gli anni ottanta del XIX secolo e i loro record sarebbero durati per più di un secolo. Furono i primi giocatori di tennis ad esser oggetto dell’attenzione dei media: i giornali parlavano della loro vita privata e loro stessi erano sommersi, nelle occasioni pubbliche, dalle richieste di autografi da quelli che potremmo definire i primi fan del tennis. Il loro stile moderno e innovativo fu fondamentale per lo sviluppo dello sport della racchetta nella sua era pionieristica.

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IMBATTIBILE WILLIAM William Renshaw era nettamente il più forte e dotato dei due: biondo, carismatico e con un paio di baffi curati ma fieramente ostentati, vinse Wimbledon sette volte in singolare, record detenuto insieme ai ben conosciuti e recenti Sampras e Federer, di cui ben sei volte di seguito (1881-1886). Va altresì detto che ai tempi il torneo funzionava in modo diverso da oggi, e il detentore dell’anno precedente, esentato dai turni eliminatori, doveva limitarsi a difendere il titolo sconfiggendo il pretendente che proveniva dal torneo (la cosiddetta formula del “Challenge Round”), ma questo non toglie peso alla leggenda. Di lui si dice che fosse aggressivo, molto veloce, rapido nel riprendere il gioco e ideatore della schiacciata, definita “Il colpo di Renshaw”, con cui uccideva i pallonetti avversari. Estroverso e chiacchierone, non si dava mai per vinto: nel 1889, ultimo anno che lo vide trionfare ai Championships, nella finale delle eliminatorie rimontò da due set sotto contro Henry Barlow, riuscendo persino a ribaltare l’ultimo set, dove l’avversario era salito 5-0. Peraltro Willie fu anche il primo campione ad essere affetto dal “gomito del tennista”, infortunio che non gli permise nel 1887 di difendere il titolo, vinto dal rivale storico dei gemelli, Herbert Lawford, ai danni del fratello Ernest.

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DOPPIO INFALLIBILE – Se Lawford fu la vittima predestinata di William Renshaw (tre finali perse dal 1884 al 1886 e un’ulteriore eliminazione in semifinale nel 1881), anche il fratello Ernest fu sconfitto in ben tre finali. Ma i due fratelli odiavano giocare l’uno contro l’altro. Lo “Scriba” per eccellenza, Gianni Clerici, nei suoi “500 anni di Tennis” scrive che “William riusciva a mettere un qualche impegno in quegli incontri fratricidi, Ernest invece sembrava soltanto contrariato. Semplicemente non ci provava”. Sta di fatto il meno importante dei fratelli Renshaw (e anche il caratterialmente più riservato) riuscì a imporsi finalmente nel 1888 contro il solito Lawford, che lo aveva battuto l’anno precedente. Tuttavia, pur odiando giocare contro, i gemelli formavano un formidabile doppio: si imposero nelle prime cinque edizioni di Wimbledon, dal 1884 (anno in cui il doppio venne istituito) fino al 1889, non disputando soltanto il torneo del 1887 a causa dell’infortunio di William. I Renshaw furono talmente importanti per la diffusione del tennis, che venne coniata l’espressione “Renshaw Rush” per identificare la crescita di popolarità che ebbe lo sport in quegli anni. A riprova dell’importanza di tali campioni nella storia di questi sport basti citare che, al termine della loro carriera, il tennis ebbe un notevole calo di seguito. Il ritiro dei suoi eroi principali indirizzò le masse verso il ciclismo e causò problematiche finanziarie allo stesso torneo di Wimbledon, che sarebbero venute meno con l’avvento di un’altra coppia di fratelli: i Doherty. Purtroppo fuori dal campo i gemelli furono meno fortunati, entrambi morirono giovani: Ernest nel 1899, a 38 anni, mentre William nel 1904, a 43. Furono introdotti nella Hall of Fame tennistica nel 1983. Ma i loro record rimangono intatti, e la loro leggenda pure.

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