Bilanci e previsioni di inizio marzo

L’ormai conclamata vittoria di Federer, fusa alla perfezione con una finale in casa Williams dal sapore di muffa, ha riportato nella mente degli appassionati (o fanatici, nel caso del Re svizzero), quel brio fantasioso che da tempo era venuto meno, complice il logorroico dominio gommoso che sembra ormai lontano anni luce.

Lo so, a Marzo non ci siamo ancora. Io però, eterno illuminato, sono avanti e avanti vedo, motivo per il quale mi colloco già ora nel sacro mese cesaricida.
Dopo soli sessanta giorni il 2017 si è rivelato, come da me ampiamente predetto, un anno colmo e ricco di rivelazioni, finalmente sincere perturbazioni in un panorama tennistico che risultava più piatto e scontato di uno scritto di Dino Buzzati.
L’ormai conclamata vittoria di Federer, fusa alla perfezione con una finale in casa Williams dal sapore di muffa, ha riportato nella mente degli appassionati (o fanatici, nel caso del Re svizzero), quel brio fantasioso che da tempo era venuto meno, complice il logorroico dominio gommoso che sembra ormai lontano anni luce. Da quel weekend, passato inesorabilmente all’indelebile storia sportiva, una batterica popolazione di tornei minori ha invaso la televisione federale, portando nelle nostre case mirabili sfide tra pallettari semiprofessionisti ed esperti contrabbandieri sudamericani.
Tra questi, però, qualche serio giocatore o interessante ragazzo in via di sviluppo, ha colto l’occasione per raccattare importanti punti in classifica, o meglio ancora, per salire di nuovo alla ribalta (caso Dolgopolov), dandomi un insperato materiale su cui scrivere le mie insensate considerazioni. Ho avuto anche il piacere, oltre che l’ovvio onore, di assistere alla candida settimana del mio pupillo Lucas Pouille, aureo cigno bianco su cui racchiudo le mie vacue speranze di successo, ben consapevole che, come per tutti gli invidiabili talenti francesi, questi trionfi mai arriveranno. Ipnotico deja-vù di un Gasquet tanto acclamato, tra l’altro.
Detto ciò, dunque, ed arrivati alle porte del doppio appuntamento Master 1000 americano, non mi resta che vaticinare qualche azzardato risultato relativo all’euforico prosieguo della stagione. Cemento occidentale facile preda degli ormai noti ed altisonanti nomi: Federer, Djokovic (vincitore di uno dei due) e Murray. Per il rosso, invece, grande spolvero di Nadal che, con l’aiuto di un persistente masochismo serbo, potrebbe finalmente agguantare la decima. Erba di tragico dominio scozzese (idilliaca sarebbe, invece, un trionfo di Roger con successivo ed immediato ritiro) e ritorno al cemento preda di un possibile outsider, leggasi Del Potro.
Finals a Londra con Rod Laver che, battendo nel match per il titolo Roscoe Tanner, diventa di diritto il giocatore più forte sempre.

Nel 2018, per chiudere in bellezza, mondiale di calcio alla Germania grazie al gol segnato all’ultimo minuto dal terzino Kerber.

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