Raonic, Dimitrov e Nishikori, una generazione perduta: “colpa” dei Fab Four o della loro inconsistenza?

Con le prime, vere difficoltà dei Fab Four emerse nel 2016, il ricambio generazionale, nel circuito ATP, non sembra essere più così lontano. Ma chi ci sarà a prendere il testimone dai quattro fenomeni? Non saranno, probabilmente, Raonic e Nishikori, né Dimitrov: la loro generazione, infatti, non è stata in grado di sfruttare le proprie chance quando davvero contava. Ma a cosa è dovuto questo vuoto generazionale, assolutamente inedito nella storia del nostro sport?

GENERAZIONE A SECCO DI GRANDI TITOLI- Dando un’occhiata alle statistiche dei più grandi tennisti del mondo nei tornei più importanti, emerge un dato davvero agghiacciante: nessuno tra i giocatori di ventisette anni o meno si è mai aggiudicato uno Slam o un Master 1000. Questo è davvero sorprendente, e assolutamente inedito in tutta la storia del nostro sport. Il tennis, fin dalla sua nascita, è sempre stato un viavai di generazioni, spesso guidate da uno o due dominatori in grado di dare vita a spettacolari rivalità. L’unica eccezione  è costituita proprio dall’ultima generazione di grandi campioni, ovvero i celebri “Fab Four”, Federer, Nadal, Djokovic e Murray: mai, infatti, si era verificata la compresenza di quattro fenomeni di questo calibro.

Alcuni tendono ad aggiungere al magico quartetto anche Stan Wawrinka, che, in fondo, ha in bacheca gli stessi Major del britannico. Considerando questi cinque campioni, dunque, si scopre che degli ultimi 52 tornei dello Slam, ben 48 sono finiti nelle loro mani. Solo Gaston Gaudio nel 2004, Marat Safin nel 2005, Juan Martin Del Potro nel 2009 e, infine, Marin Cilic nel 2014 sono riusciti ad intromettersi e a sottrarre un titolo. Ed è proprio Cilic il più giovane tennista a detenere un Major al momento, così come per i Master 1000, grazie al successo di questa estate a Cincinnati. Cosa significa ciò? Che non abbiamo avuto fino a questo momento nessun ventisettenne capace di trionfare in un torneo che conta.

Big-five

Alcuni hanno raggiunto una finale importante, come Milos Raonic e Kei Nishikori, che erano probabilmente proprio i due più quotati per sfatare il tabù e diventare numeri 1 del mondo in futuro.  Resta il fatto, però, che nessuno dei due, nel momento decisivo, è riuscito a piazzare la zampata, neanche in un 1000, perdendo ben tre finali in questa categoria. Altri invece, come Grigor Dimitrov, l’emblema della promessa mancata, si sono persi per strada. La generazione post-Fab Four, insomma, ha deluso sotto tutti i punti di vista.

 FAB FOUR TROPPO FORTI O GENERAZIONE PERDUTA?- Ma quali possono essere la cause di una statistica così severa? Come spesso accade, probabilmente tutto ciò è dovuto a più elementi, che, combinati, hanno dato origine ad un simile vuoto generazionale, cui non si era mai assistito precedentemente. Innanzitutto, una delle più grandi differenze rispetto al tennis di un tempo è che l’età media dei giocatori al vertice si è drasticamente alzata, e i giovani rampanti, per maturare, hanno bisogno di più tempo ed esperienza: sono passati, ormai, i tempi in cui era possibile trionfare a Wimbledon a 17 anni, come Boris Becker, o sbancare la terra di Parigi a 19, come Rafael Nadal nel 2005. Oggi, al contrario, è decisamente più complicato farsi strada nel circuito; e, d’altro canto, è diventato più semplice restare al vertice anche a ben oltre i trent’anni: basterebbe citare Roger Federer, ma vi sono anche tanti altri esempi di “veterani” che, mentre fino a dieci anni fa avrebbero faticato anche solo a rimanere a galla, oggi si mantengono tra i primi 20-30 del mondo e avanzano nei tornei importanti. Il ritardo dei vari Raonic, Nishikori o Dimitrov ad imporsi negli eventi importanti potrebbe essere dovuto, dunque, proprio a questo.

Ma il fattore età non è un alibi abbastanza solido per spiegare la totale impotenza di questa generazione di fronte alla “vecchia guardia”, e in particolare al cospetto dei “Fab Four”: i precedenti contro Federer, Nadal, Djokovic o Murray sono davvero impietosi, e qualche successo sporadico non è niente rispetto alla costanza con cui i quattro fenomeni, che dominano il circuito chi più chi meno ormai da più di dieci anni, sconfiggono, anche agevolmente, i giocatori più giovani. Proprio questo, probabilmente, è il fattore principale del digiuno di titoli importanti di questa generazione: la presenza di quattro fuoriclasse del genere contemporaneamente, mai vista nella storia, ha rappresentato un muro invalicabile per quelli che ormai non sono più giovani.

Allo stesso tempo, tuttavia, ha avuto un suo peso anche l’inconsistenza dei tennisti: se è vero, infatti, che si sono trovati davanti un ostacolo arduo da affrontare, è vero anche che non sono mancate le occasioni per provare a dare una svolta alla situazione, e puntualmente le hanno sprecate. Tra i dubbi esistenziali di Dimitrov, i continui infortuni di Nishikori e gli evidenti limiti di Raonic, di fatto la generazione è clamorosamente mancata, e la sensazione è che ormai, chi più chi meno, tutti abbiano perso il proprio treno. Il ricambio generazionale tanto atteso non è più così lontano, ma non saranno loro a realizzarlo: stanno avanzando sempre di più, infatti, i nuovi giovani, che, da Kyrgios a Zverev fino a Pouille e Thiem, hanno dimostrato, nonostante abbiano ancora tanto da lavorare, di essere di ben altra pasta. Saranno loro, quindi, a soppiantare i Fab Four, se non per meriti quantomeno per il fattore tempo, l’unico che non può essere superato.

8 comments
  1. Infatti senza togliere nulla ai nuovi perche’ anche loro sono molto bravi pero’ quando vedevo una partita con il re Roger e Nadal o Nole quando erano piu’ giovani era cosa da stropicciarsi gli occhi, una meraviglia. Adesso loro sono in fase calante e non so’ francamente a chi passare il testimone.

  2. Federer all’età di Raonic aveva vinto 11 slam e almeno una decina di Master 1000..
    Detto questo Raonic può diventare un n.1, ma dovrà vedersela con Djokovic che per qualche anno sarà ancora l’uomo da battere

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