Strepitosa Serena, sarà la volta buona?

Una Serena impeccabile ha superato nella notte italiana la testa di serie numero 18 Qiang Wang, autrice dell’uscita di scena di Ashleigh Barty. A due partite dallo Slam numero 24, la statunitense non ha però dei bei trascorsi con le fasi finali del torneo newyorkese.

È stata semplicemente straordinaria Serena Williams, sei volte vincitrice a Flushing Meadows, che ha impiegato appena 45 minuti per piegare la debole resistenza di Qiang Wang, ormai top20 fissa da diversi mesi e autrice di una grande cavalcata in queste settimane, che l’ha vista battere la numero 2 del mondo Ashleigh Barty – che da lunedì tornerà al vertice del ranking – e raggiungere il primo quarto di finale in un Major in carriera. Statistiche eccezionali, con 24 vincenti della statunitense contro gli zero della sua avversaria, mai in partita. Servizio e risposta hanno sempre consegnato alla minore delle Williams il pallino del gioco, che ne ha fatto ottimo uso dall’inizio alla fine. Il perentorio 6-1 6-0 riassume perfettamente anche l’andamento del match che ha portato così Serena in semifinale per la 12 volta a New York e il clima comincia a farsi caldo.

Delle 11 volte in cui l’ex numero 1 del mondo ha raggiunto le semifinali, solo in 3 occasioni si è fermata prima dell’atto conclusivo e sono state tutte e tre partite drammatiche. La prima volta è stata Kim Clijsters la sua avversaria, anche se di quel match tutti ricordano più la discussione tra Serena e la giudice di linea per un fallo di piede chiamato in un momento cruciale, con tanto di minacce da parte della campionessa americana. La seconda volta è stata sei anni dopo, nel 2015, quando a sole due partite dal Grand Slam una sontuosa Roberta Vinci rimonta un set di svantaggio e mette a segno uno dei più grandi upset della storia del tennis. La trama si ripete anche l’anno seguente, quando Karolina Pliskova la supera, raggiungendo la sua prima – ed unica – finale Slam in carriera. Inoltre, Serena ha avuto anche altre battibecchi diventati celebri nel tempo, come quello con la giudice Asderaki nella finale del 2011, persa con Samantha Stosur, e soprattutto quello con Albert Ramos lo scorso anno, quando Serena ricevette persino un penalty game nella finale persa con Osaka. Non c’è dubbio sul fatto che per lei il pubblico sia un’arma a doppio taglio: capace di incitarla e spronarla al meglio ma allo stesso tempo fonte di pressione, già fatale diverse volte.

Nella giornata di domani Serena affronterà Elina Svitolina, che sta giocando la sua migliore annata a livello Slam, con i quarti di finale a Melbourne e le semifinali a Wimbledon e New York. L’ucraina ha già battuto Serena una volta, alle Olimpiadi nel 2016, mentre ci aveva perso nettamente pochi mesi prima a Parigi. Entrambe stanno sfruttando al meglio il servizio, anche se ovviamente c’è una differenza sostanziale nell’efficacia tra le due. Nel caso di vittoria, per Serena Williams ci sarebbe probabilmente una finale di altissimo livello con due giovani, Bencic e Andreescu, che sono tra le migliori sul cemento in questo 2019. La prima ha già battuto Serena anni fa, a Toronto, dove vinse il suo primo Premier 5. La seconda invece ha potuto giocare solo 4 games contro di lei, prima che Williams si ritirasse, e anche questa partita si è svolta a Toronto, in finale. In ogni caso sarebbe un match complicato, soprattutto per come la statunitense sta approcciando le finali dopo il suo ritorno al tennis.

A Wimbledon nel 2016 è stato sconfitta da una buona Angelique Kerber ma senza riuscire a mettere in campo il suo migliore tennis. Esito simile anche a New York contro Osaka, che ha però giocato il suo miglior tennis. Un paio di mesi fa a Wimbledon la storia si è ripetuta contro Simona Halep, che si è imposta senza troppi problemi. Se sconfitte contro giocatrici di questo calibro possono essere accettate, più grave è il punteggio con cui sono arrivate, sempre netto e mai in discussione. L’unica cosa che le manca ora per completare il suo rientro è giocare una finale a pieno, con il suo vero tennis e senza pressione, perché il tennis che si è visto stanotte, così come nei giorni scorsi, parla chiaro: Serena è tornata Serena e la sua vera unica avversaria ora è sé stessa.

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