Us Open, finale: Djokovic batte Del Potro e conquista il suo 14º slam

Terzo trionfo a Flushing Meadows per il serbo, che porta a quota 14 gli slam vinti in carriera. Vittoria piuttosto agevole per Nole, che nella finale del torneo ha sconfitto in tre set l’argentino Del Potro, il quale ha giocato discretamente bene, ma nulla ha potuto contro lo strapotere, soprattuto fisico, di Djokovic.

Novak Djokovic supera in tre set Juan Martin Del Potro e si laurea campione degli Us Open. Percorso netto per il serbo, che complice un tabellone più che alla portata, ha giocato sempre meglio andando avanti nel torneo ed è riuscito a bissare il successo di Wimbledon, diventando il primo giocatore a vincere due slam consecutivi dal 2016, quando proprio lui riuscì nell’accoppiata Australian Open-Roland Garros. Novità in vista anche per quanto riguarda il ranking Atp in quanto il serbo, oltre a staccare con notevole anticipo il pass per le Finals di Londra, guadagna ben tre posizioni e si issa al terzo posto, superando Del Potro e stazionando momentaneamente dietro a Federer e Nadal. Da qui a fine anno, però, Nole non difende neppure un punto, perciò l’avverbio “momentaneamente” potrebbe rivelarsi più che azzeccato. Non riesce invece il bis a Juan Martin Del Potro, che nove anni fa proprio a New York aveva conquistato il suo primo slam, mentre oggi, alla sua seconda finale in carriera a livello major, ha trovato sulla sua strada un giocatore che ha giocato troppo bene e, di fatto, non gli ha dato speranze di vittoria. C1A4D500-86CF-4C75-B8BC-C7280A989A19

PRIMO SET- Dopo un inizio con il freno a mano tirato e con entrambi i giocatori che tengono in maniera agevole i propri turni di servizio, ma senza rischiare più di tanto in risposta, il primo a mettere a segno un allungo è Djokovic, che recupera un game dove era sotto 0-40 e, grazie a cinque punti consecutivi messi a segno, si aggiudica il gioco, ed in seguito il primo set per 6 giochi a 3. Nonostante l’alta intensità e la tenacia messa in campo da entrambi, il set è stato caratterizzato da parecchi errori e dalla paura di lasciare troppa libertà all’avversario e lo spettacolo ne ha francamente risentito. Negativo il bilancio di errori e vincenti sia per l’argentino che per il serbo, con la differenza che Nole ha servito meglio e, nel complesso, è stato più cinico nei momenti chiave. Dopo 44 minuti si chiude dunque il primo parziale della finale e, meritatamente, se lo aggiudica il nativo di Belgrado. [fncvideo id=166859 autoplay=false]

SECONDO SET- I primi giochi della seconda frazione di gioco hanno dato l’impressione di confermare quanto visto in precedenza, vale a dire la superiorità di Djokovic, quando riesce ad esprimere il suo miglior tennis, e la forza che spinge Del Potro a non mollare mai, anche quando gli errori cominciano a diventare tanti ed il serbo pare quasi ingiocabile. Nonostante ciò, è stato il serbo a portarsi in vantaggio nelle fasi iniziali del secondo set, ma più precisamente nel terzo gioco, quando ha strappato a 30 la battuta al suo avversario ed è andato avanti di un set e di un break, mettendo quasi Del Potro con le spalle al muro. Probabilmente spinto dal pensiero che non capita tutti i giorni di giocare una finale slam, e ovviamente dai numerosi sostenitori accorsi dall’Argentina, il tennista di Tandil ha iniziato a giocare più spensierato, prendendosi qualche rischio in più di prima e cercando di spostarsi spesso sul dritto per entrare con i piedi in campo. Questa strategia si è rivelata fin da subito azzeccata tanto che Del Potro ha prima recuperato il break e poi si è portato sul 4-3, servendo piuttosto bene e mettendo a segno parecchi vincenti. Il game più importante del set, però, è stato indubbiamente l’ottavo, terminato dopo oltre 20 minuti e ben 22 punti giocati, che Djokovic ha fatto suo dopo aver annullato tre palle break ed in seguito ad essere sopravvissuto ad un’incredibile lotta di nervi che Del Potro non aveva intenzione di perdere. Da qui in poi, la situazione si è stabilizzata ed i servizi hanno ripreso a funzionare in maniera efficace; l’epilogo, dunque, è stato inevitabilmente il tie-break. Dopo un’ottima partenza, complice qualche indecisione di Djokovic, Delpo si è incredibilmente spento e, proprio sul più bello, ha sbagliato diversi colpi all’apparenza non troppo complicati ed ha agevolato la strada al suo avversario, che si è imposto per 7 punti a 4 dopo un’ora e trentasei minuti di tennis allo stato puro. Non sono bastati all’argentino 4 aces e diversi vincenti, soprattutto a causa dei 22 errori non forzati e della buona prova di Novak, il quale ha fatto della solidità e della costanza un’arma alquanto pericolosa. 4C97DB33-095E-4636-B9C1-297A48110276

TERZO SET- Il terzo parziale, almeno nelle fasi iniziali, si è rivelato essere quasi una copia del set precedente in quanto Djokovic, come aveva fatto prima si è portato avanti di un break quasi subito, breakkando l’argentino nel quarto gioco e cercando di velocizzare l’archivio della pratica. La reazione di Del Potro è stata però immediata ed il controbreak in suo favore è arrivato esattamente nel game seguente, nel quale il serbo ha commesso diversi errori gravi che hanno permesso la rimonta alla tds 3. Ciononostante, l’argentino ha continuato a commettere errori ed è stato piuttosto impreciso, perdendo dunque il servizio nell’ottavo gioco e consentendo al suo avversario di andare a servire per il match. Senza farselo ripetere due volte, il serbo ha colto la palla al balzo e con uno smash ha messo fine a questa splendida finale slam. 6-3 il punteggio del set decisivo per un’ora circa di gioco.

Us Open – Finale – Singolare maschile

(6) N Djokovic d (3) J M Del Potro 63 76 (4) 63

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