Wimbledon: tra tradizioni e cambiamento guardando al futuro

Le tradizioni sono state il punto di forza del major londinese ma il cambiamento è in atto; cosa accadrà nei prossimi anni?

L’All England Lawn Tennis & Croquet Club è il circolo tennis più esclusivo al mondo ed organizza il torneo più prestigioso del calendario, Wimbledon. Le regole e tradizioni del club fanno parte della storia e del fascino che hanno appassionato milioni di persone per oltre 100 anni. I

l dress code rigorosamente in bianco per i giocatori contribuisce all’unicità dell’evento ma ha causato anche vari “incidenti” in cui è caduto anche Roger Federer quando fu costretto a sostituire le scarpe in quanto la suola arancione non rispettava questa regola. In campo femminile, alcune giocatrici hanno dovuto cambiare reggiseno sempre per problematiche legate al colore dell’indumento che hanno attirato molte critiche verso l’intransigenza e poco buon senso degli organizzatori.

Altre peculiarità di Wimbledon sono la presenza di un Royal box sul campo centrale: il numero limitato di sponsors e partners che hanno accordi di lungo periodo con il torneo, la vendita di fragole e panna, il falco addestrato ad allontanare i piccioni dal campo di gioco, l’orario di inizio sul campo centrale solo per citarne alcune.

Nel corso degli anni il management del club londinese ha lentamente cercato di adeguarsi alle esigenze economiche e sociali modificando alcune regole ed il 2022 sarà ricordato come l’anno dei cambiamenti. Da questa edizione ,infatti, è stato deciso di programmare incontri nella domenica centrale normalmente di riposo, allineare le teste di serie al ranking ATP/WTA sostituendo la speciale classifica erbivora, introdurre interviste post match sui principali campi. In precedenza i giocatori uscivano insieme dal campo al termine della partita. A partire dal 2009, con la costruzione del tetto sul campo centrale e successivamente sul n.1, era stato consentito di giocare fino alle 23 mentre in passato gli incontri terminavano con la mancanza di luce naturale.

Questi cambiamenti sono un passo importante nella direzione giusta, un compromesso tra tradizione ed esigenze del pubblico, sponsors, TV ma quali potrebbero essere i prossimi miglioramenti da mettere in atto?  Lo spazio a disposizione del torneo è uno dei problemi più significativi. I campi di gioco ed allenamento non sono sufficienti per le esigenze dei giocatori ed organizzative.

Le qualificazioni infatti si svolgono a Roehampton con l’impianto di Church Road non ha la capacity per gestire questo evento. Chiunque sia stato a Wimbledon come spettatore ha notato degli spazi molto limitati, code per accesso ai servizi, difficoltà di movimento da un campo all’altro, lunghi tempi di attesa per accedere ai campi secondari e perfino l’entrata sulla Henman hill è limitata in determinati momenti della giornata.

Andy Muray takes on Milos Raonic in the final.

posti a disposizione sulle tribune, ad esclusione dei principali due campi, sono decisamente ridotti se confrontati con altri Grand Slams. Il campo n.2 ha solamente 4000 posti a sedere, mentre a New York il terzo campo in ordine di importanza ha oltre 8000 posti, a Melbourne 7500 ed a Parigi 5000. E, anche la capacità complessiva di ricezione è limitata se confrontata con la richiesta di accesso da parte del pubblico.

Questa problematica è all’ordine del giorno per gli organizzatori inglesi che per vari decenni hanno cercato di ampliare la propria sede senza un esito positivo. Nel 2018, dopo vari tentativi, sono riusciti ad acquistare il campo di golf adiacente pagando ben 65 milioni di sterline con l’estensione che dovrebbe completarsi entro la fine di questo decennio triplicando lo spazio attuale.

La compravendita dei biglietti è un’altra caratteristica peculiare dei Championships che richiede la partecipazione ad una lotteria (ballot) e, in caso di esito positivo, l’adempimento di vari passaggi al termine dei quali vengono assegnati due biglietti per un giorno e campo deciso dagli organizzatori. L’alternativa è partecipare alla coda (queue) che consente di acquistare biglietti per una specifica sessione dopo svariate ore di attesa per accedere al ground o 1-2 giorni/notti per accedere ai campi principali. Non eccessivi, invece, i prezzi se rapportati al costo della vita della capitale inglese.

Novak Djokovic alza al cielo il trofeo di Wimbledon 2022. Credits: AELTC/ Ben Solomon

La programmazione di gioco sui campi principali potrebbe essere migliorata in quanto, come da tradizione, l’inizio alle 13.30 sul centre court ed alle 13 sul campo n.1 risulta tardivo e spesso costringe a finire i match con chiusura del tetto e luce artificiale per mancanza di illuminazione naturale. Un vero paradosso per un torneo outdoor. L’orario di fine gare fissato alle 23 rappresenta un ulteriore problema di cui si è lamentato anche Novak Djokovic quando ha rischiato di dover terminare la sfida con Tim van Rijthoven il giorno successivo.

Tradizione e innovazione, quindi, sono elementi destinati a incontrarsi anche a Wimbledon. Tratto distintivo l’erba naturale, unico Major a svolgersi su questa superficie che però richiede costi elevati e non consente lo svolgimento di numerosi incontri sullo stesso campo oltre a dipendere dalle condizioni climatiche. L’usura di specifiche aree nelle fasi finali del torneo la “pecca” più grande a cui è difficile però trovare una soluzione in tempi rapidi.

In questa direzione si è espresso anche Tim Henman, ex n.4 al mondo e pluri-semifinalista del torneo inglese, aprendo ad un manto ibrido tra erba naturale e sintetica. Soluzione che ha già dato buoni risultati in altri tornei. Difficile immaginare una transizione in questo senso soprattutto per l’attaccamento alla tradizione dell’AELTC.

Stefano Franceschi

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