Basilea 2014, Federer e Goffin in un quadro nitido e sfocato

Finale senza storia a Basilea. In neanche un'ora di gioco Federer disintegra le flebili speranze del belga, sempre più on fire in questa seconda parte di 2014.

Finale di Basilea 2014, Federer contro Goffin. Svizzero favorito ma aspettative alte anche per il belga (il primo di sempre a disputare una finale a Basilea), dopo una grandiosa seconda parte di stagione.

Difficile fare la cronaca di questo match. In neanche 30 minuti Federer vola sul 6-2, tenendo numerose volte il servizio a zero. Impressiona per solidità, concentrazione e grandi accelerazioni. Nei pochi scambi visti, è comunque Federer ad avere il pallino, mentre Goffin appare stordito e del tutto inoffensivo, seppur apparentemente non sconsolato.

Il secondo set corre sulla falsariga del primo. Anche più veloce, se possibile. Federer concede il secondo punto alla battuta di tutto il match nel quarto game, c’è altro da aggiungere? Avanti 3-2, lo svizzero commette il suo primo doppio fallo e per la prima volta deve fronteggiare una situazione di 30-30. Lo fa, grazie a un dritto orribile del belga e a un meraviglioso serve & volley. In un attimo, quasi senza accorgermene, siamo al momento delle premiazioni. La seduta di allenamento di Federer è durata poco più di 50 minuti. 6-2 6-2.

Considerazioni di fine partita. Concedetemi qualcosa di personale. Goffin ha un viso dolcissimo, un movimento al servizio delicato e mi ricorda quei bambolotti di cui mi improvvisavo papà quando ero piccolo. Arriva il momento delle premiazioni: il discorso del belga è lungo e convincente. Si complimenta con Federer, catturando tutta la sua attenzione. C’è un’immagine che mi è rimasta nel cuore, se avessi talento l’avrei dipinta: Federer in primo piano, nitido, alza l’ennesimo trofeo della sua carriera. Goffin, sullo sfondo, etereo e sfocato, ha gli occhi in alto, fissi proprio su quel trofeo. Tristezza e sincera ammirazione nei suoi occhi. Se fossi un pittore avrei dipinto proprio questo momento. E’ stata la finale tra l’allievo, 23 anni e un grande 2014, e il maestro, la cui pensione è ancora molto lontana. Con buona pace di tutti. Entrambi con gli occhi lucidi, sono riusciti ad emozionare anche a me. Non è così difficile, ma ci sono riusciti.

Il dizionario dei sinonimi ha finito gli aggettivi per poter definire la leggenda Federer. Qualcosa è rimasto per Goffin: come dicevo 23 anni e un grande 2014. I top 20 non così distanti, chi l’avrebbe detto sino a pochi mesi fa. 4 challenger vinti, due tornei Atp e, con Basilea, una finale in un 500. I progressi sono costanti e lasciano ben sperare.

Un quadro sullo sfondo, una finale senza storia e la sensazione che entrambi possano dare molto al tennis.

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