Federer: “Vorrei avere di nuovo 24 anni”. Del Potro: “Roger fantastico con il rovescio”

Parlano i protagonisti del match andato in scena nella giornata di Lunedì, con lo svizzero che si è imposto in due set sull'argentino, A fine incontro, il tennista di Tandil ha elogiato i grandi progressi fatti dal suo avversario e rassicura sulle sue condizioni fisiche, Federer invece ha analizzato il match di ieri, con uno sguardo anche al suo futuro rivale.

L’incontro tra Juan Martin Del Potro e Roger Federer è stato sicuramente il big match della giornata di Lunedì, con il pubblico diviso, tra chi tifava l’argentino e chi invece lo svizzero. Tutti sugli spalti speravano in un match combattuto, deciso magari al terzo set, ma così non è stato, l’elvetico ha disputato una gran partita, portando così a 16 le vittorie nei confronti del sudamericano. Al termine della partita i due hanno avuto modo di dialogare con i giornalisti, esprimendo le proprie riflessioni personali sulla sfida appena conclusa.

DEL POTRO – Il nativo di Tandil ha elogiato il rovescio di Federer, migliorato tantissimo nell’ultimo periodo, cercando di analizzare le cause di questo miglioramento ed anche i motivi della sua sconfitta: “Ha sempre fatto bene con questo colpo, ma ora sta giocando ancora meglio perché si muove molto più veloce rispetto ad anni fa, penso che questa sia la chiave dei suoi miglioramenti dalla parte del rovescio. Se mi aspettavo che giocasse in questo modo? Beh, non è mai facile giocare contro Roger perché ha un buon dritto, rovescio, slice, dropshot, tutto. Ma penso di aver fatto del mio meglio. Ho avuto delle chance in entrambi i set e non sono riuscito a sfruttarle. Lui ha giocato bene nelle palle break e penso che questa sia stata l’unica differenza in tutto l’incontro.” E sulle sue condizioni fisiche: “Ho chiesto il trainer perchè sudavo molto e allora me li sono fatti bendare. Nessun problema fisico.” Conclude l’intervista con un occhio anche sul suo periodo di forma: “E’ stata la prima volta nella storia del tennis che le Olimpiadi e la Davis non hanno dato punti, a quest’ora sarei vicino alla top 10. I tabelloni per me sarebbero stati diversi, ora non si può più far nulla, che facciano ciò che vogliano da qui in poi”.

FEDERER – Ancora una vittoria per il detentore degli Australian Open, in un inizio di 2017 da ricordare, con l’obiettivo di conquistare anche il titolo di Miami, centrando una storica tripletta. Tra i temi trattati in zona stampa ci sono state delle considerazioni sul match con Del Potro ma anche sull’avversario del prossimo turno: “Ero pronto per un’atmosfera diversa dal solito già prima di entrare in campo. Penso che se il match fosse andato al terzo set o se si fosse giocato un tie-break, sarebbe stato epico. Grande clima, grande avversario con cui è sempre piacere giocare e grande pubblico. Di cos’altro ho bisogno? Giusto un’altra bella conferenza stampa con voi ed è perfetto. Mi sono sentito in controllo e mi sono creato più opportunità di lui, che ha avuto delle possibilità un po’ dal nulla, forse perché ho abbassato il mio livello di spinta e gli ho regalato alcuni punti facili. Ecco così che ha avuto delle chance quando ero alla battuta. Se avesse convertito le palle break a quest’ora staremmo ancora a giocare credo. Ho fatto io la partita, è stato un buon match – su Bautista – Ho visto la sua partita contro Querrey e nel primo set Querrey ha giocato alla grande. Bautista ha continuato a lottare e ha trovato un modo per uscirne vincitore nonostante avesse dolore ad un piede penso. Ho un ottimo bilancio negli scontri diretti contro Roberto. Spero di poter usare la mia variazione per non farlo sentire a suo agio. Non vedo l’ora di proseguire la mia corsa domani. Non sono abituato a giocare per due giorni di fila, spero di stare bene fisicamente e sicuramente non aver consumato molte energie oggi aiuta”.

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PROGRAMMAZIONE – Ai giornalisti ha anche parlato dei tabelloni degli ultimi tornei, dove la classifica fa una certa differenza: “È per via del fatto che non sono in alto in classifica, ma dipende anche dal ranking degli altri. Se tutti siamo classificati fuori dai primi otto allora questo accade naturalmente più frequentemente. A Dubai avevo la possibilità di entrare nei primi otto facendo un buon risultato, invece ho perso al secondo turno e quindi ad Indian Wells ho avuto quel tabellone. In Australia sono stato fortunato o bravo ad andare in fondo. Se avessi perso subito lì, sarei uscito dalla top 30 e ci sarebbe voluto un po’ di tempo per tornare nei primi otto. In questo modo qualcosa cambia per me. Allo stesso tempo per gente come me, come Rafa e forse altri ragazzi in futuro, la classifica non è così importante. Quindi è inevitabile a fine carriera quando non si è più numeri uno o due avere tabelloni più difficili.” Sulla programmazione e la possibilità di giocare Acapulco: “Faccio una programmazione intelligente. Non posso giocare tutto, Coppa Davis, tutti gli Slam e tutti i Masters 1000. Qualcosa devo lasciare purtroppo. Vorrei avere di nuovo 24 anni e poter giocare tutto. È in questo senso che devo prendere decisioni importanti che siano adeguate per me come tennista ma anche per la mia famiglia e per il mio intero team: lavorare, riposarsi il giusto e anche giocare un numero sufficiente di partite. Se non si gioca abbastanza poi si perde di brillantezza nelle palle break e la spalla diventa un po’ arrugginita. Bisogna trovare il giusto equilibrio. Mi dispiace che in futuro probabilmente non potrò giocare alcuni tornei a cui in passato prendevo parte. Ora tutto all’improvviso devo saltarli per il bene della mia salute. Ma è per un valido motivo. Probabilmente Acapulco coinciderà ancora con Dubai dove ho casa da tantissimi anni e mi piace andare lì. A questo punto non lo so, ma mai dire mai. Amo Dubai. Ovviamente mi piacerebbe tornare in Messico, l’ultima volta che ci sono stato risale al 1996 da juniores. C’era stata inizialmente la possibilità di fare un’esibizione lì, ma poi dopo il tour in Sudamerica non avevo l’energia per tornare di nuovo e fare altre esibizioni. Probabilmente a un certo punto dovrò tornare in Sudamerica, spero anche in Messico. Se è Acapulco per un’esibizione, non ne sono sicuro. Sicuramente mi piacerebbe giocare lì.”

NUOVA GIOVINEZZA – Conclude con alcune considerazioni riguardo il suo momento di forma, successo dovuto ad un miglioramento fisico o mentale?: “Entrambe le cose sono necessarie per avere successo ad alto livello. Se prendiamo Wimbledon l’anno scorso, per esempio: è stato l’anno scorso che ho giocato Wimbledon? Ho perso in semifinale? Non me lo ricordo. Penso di sì, eppure sembra che siano passati già due anni. Non ero al 100%. A un certo punto si susseguono tutta una serie di circostanze, Masters 1000 in cui devi giocare ogni giorno o Slam in cui devi giocare quattro-cinque set contro i migliori, alla fine scoppi. Quando sei pronto mentalmente per scendere in campo, è molto deludente che qualcosa a livello fisico non vada bene. È così che mi sentivo dopo quattro mesi in cui facevo tanta riabilitazione e avevo confusione in testa tutto il tempo perché facevo tanti trattamenti e speravo di star meglio il giorno successivo. Invece di concentrarti sul bel clima, sul bel pubblico e sul forte avversario che affronterai, speri invece che il ginocchio resista e che tu ti senta meglio. Va bene farlo per un paio di settimane o per alcuni tornei durante la stagione. Ma se è così ogni singolo giorno per un mese, allora è qui che devi prenderti una pausa e tornare bene. Questo è ciò che ho fatto e non riesco ancora a credere che abbia pagato.”

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