Diario delle Finals: giorno 1

Federer In scioltezza senza nemmeno troppo impegno, Zverev giganteggia, scompare e vince. Mahut il funambolo fa buona la prima. Tutto il meglio, ed il peggio, della prima giornata alle Finals.

-Il vetusto demiurgo apre le danze sfidando Sock in quello che, a tutti gli effetti, è per lui solo un match d’esibizione.
Nulla può il calzino americano, arrivato a Londra con un biglietto last minute e costretto a viaggiare in stiva dagli Stati Uniti alla Gran Bretagna avvolto da pesanti cellophane isolanti. Servizio e dritto, entrambi ottimi ma non incontrastabili, possono poco contro le abili negromanzie dello svizzero, che già dal primo game sfodera il rovescio lungolinea, sfruttando l’ampia porzione di campo lasciata sguarnita da un Jack alla costante ricerca del dritto, provocando nel pubblico adorante sincopati spasmi di gioia ed eccitazione.
Da sottolineare una volee di rovescio giocata da Federer a fine primo set.
La palla arriva rapida e pesante ma lui, con una carezza, la stoppa, la coccola e la incrocia.
Cade dall’altra parte e muore, dopo aver assaporato la languida racchetta del Vate.
Poesia in movimento, ed è già primo posto nel girone.

-Nicolas Mahut è un gran doppista ed in coppia con lo storico Herbert, pur sfavoriti perché opposti all’eterogeneo duo Rojer e Tecau, vincono la sfida al terzo set.
In singolo, il povero francese, ha patito sommamente la sua troppa inventiva e predisposizione verso la rete, non supportata da colpi di approccio altrettanto convincenti, ma nei rapidi schemi del doppio, disciplina dove meno si nota l’ormai totale supremazia del fisico sulla tecnica, il velluto di Mahut trova i suoi spazi.
Rovescio in back di grande caratura, come spesso accade per i monomani, e volee che, oltre ad essere esteticamente gradevoli, sono anche astute.
Che bel giocatore, davvero.

-Zverev-Cilic è, nel gruppo B, il match dello spareggio.
Entrambi lo sanno ed il croato, da sempre dotato di un cuor di leone (vedasi finale di Wimbledon, ndr), per i primi tre game non è in grado di tenere una palla in campo.
La falsa partenza si traduce dunque con la vittoria del primo set da parte del tedesco, che giganteggia di rovescio mettendo sul campo tutta la potenza che il lavoro di potenziamento muscolare svolto nell’ultimo periodo gli ha portato.
Sentendosi in totale controllo delle operazioni molla la presa, e l’esperto Cilic ne approfitta. Break e deciso aumento di spinta al servizio, secondo parziale in cascina.
Marin va avanti anche nel terzo, poi cinque giochi ad uno consegnano al tedesco la prima vittoria in carriera alle Finals.
È stato tutto, sempre, nelle mani di Zverev, che nonostante potenzialità grandiose ha ancora enormi, margini di miglioramento, sopratutto a livello di concentrazione.
Parte la corsa di quello che sarà il grande autocrate del futuro.
E parte bene, ma non benissimo.

Dal vostro cronista è tutto, a domani.

1 comment
  1. Questi diari dei tornei giorno per giorno sono veramente forti! E il modo in cui sono scritti è spassosissimo: continuate così!

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