Diario di Wimbledon: giorno 6

La perfezione stilistica chiamata Radwanska, le volèe di Federer e lo strano urlo di Novak Djokovic. Tutto il meglio, ed il peggio, della sesta giornata ai Championships.

-Un Dio molto buono, in un giorno di marzo del 1989, ha deciso di regalare al mondo una giocatrice afrodisiaca, candida rappresentante di un tennis senza tempo che, su erba, raggiunge l’apice della sua perfezione. Il suo nome è Agnieszka Radwanska, che ad ogni turno cede un set con il solo scopo, essendo lei buona e misericordiosa, di offrire più spettacolo al pubblico pagante.
Ottima vittoria con la svizzera Bacsinszky, che irride con tagli esistenti solo grazie alla sua dorata mano. Prossimo turno con la russa Kuznecova, in un match tra due donne che di tennis d’alta qualità se ne intendono come poche altre.

-Il dritto di Gulbis è il colpo più brutto mai visto su un campo da tennis. Oltre a ciò, caratteristica che a livello teorico sarebbe anche innocua, non è neppure efficace, cosa che, contro il sadismo di Djokovic, risulta il fattore decisivo in una partita al meglio dei 5 set. Non potevamo aspettarci, dal lettone, la stessa prestazione offerta contro l’infermo Del Potro, che pure, come lui, è dotato di un solo fondamentale. Arriva dunque, piuttosto facilmente, il successo per Nole, che rivela una tensione inaspettata urlando su ogni errore del povero Ernest.
Continua a non convincermi, vedremo più avanti.

-Federer fa ciò che vuole col più gradevole dei fratelli Zverev. Non è una novità, visti i precedenti, e non posso credere ad altro che scaramanzia tra coloro i quali sostenevano che questo, per il Vate, sarebbe stato un test impegnativo. Sarà interessante il prossimo turno, che lo vedrà opposto alla sua fragile copia, Grigor Dimitrov, da cui mi aspetto sottomessa genuflessione, sperando, allo stesso tempo, di essere smentito e poter godere di una splendida partita, vista la classe innata con la quale entrambi sono soliti giocare. Volee emozionanti e rovesci anacronistici. Finalmente, a Wimbledon, un totale piacere per gli occhi.

-Si salva la Kerber, che incredibilmente riesce nell’impresa di perdere un set con la Rogers, giocatrice dotata della mobilità di un catamarano che assomiglia alla nostra Knapp, ma con qualche centimetro in meno. Ricordala un anno fa mentre sgambetta e si accascia sul centrale australiano, privando la Williams di un titolo già suo, fa oggi un certo effetto.
Prossimo appuntamento con la Muguruza, che di lei, probabilmente, non avrà pietà.

-L’Ostapenko, dopo la partita di ieri, fa parlare di sè accusando l’angolo della Giorgi di antisportività e maleducazione.
Ora, atteggiamenti poco consoni da parte dello staff di Camila, in particolare del padre Sergio, non mi stupiscono di certo.
Solo che, visto l’atteggiamento tenuto solitamente in campo dalla lettone, tutto fuorché sprizzante di simpatia, non mi sarei aspettato questa reazione.
La partita è stata vinta, giustamente e con merito. Parlare di queste cose durante una conferenza stampa sembra solo un misero tentativo da parte di una ventenne salita alla ribalta di recitare il ruolo da prima donna ferita.
E per questo, cara Jelena, non sei proprio tagliata.

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