US Open Day 8 – Nadal e Federer a caccia dei quarti

Entrambi sull'Ashe, lo spagnolo se la vedrà con Dolgopolov mentre Roger affronterà Kohlschreiber.

Agli US Open in corso di svolgimento a Flushing Meadows, tra questa sera (inizio ore 17) e la notte, i tabelloni dei due singolari completeranno gli ottavi di finale e lasceranno in gara otto giocatori e altrettante giocatrici. Esaminiamo dunque gli incontri della giornata in base alla schedule of play stabilita dagli organizzatori.

Il programma dell’Arthur Ashe Stadium si aprirà alle 11 locali (le 17 in Italia) con la sfida tra la n°1 del mondo Karolina Pliskova e la sorpresa statunitense Jennifer Brady. Annullato un match-point alla Zhang nel turno precedente, Karolina proverà a complicarsi meno la vita al cospetto di un’avversaria che ha avuto un tabellone agevole (Petkovic, Strycova e Niculescu). Le due giocatrici non si sono mai affrontate; una sconfitta pregiudicherebbe alla ceca la possibilità di rimanere in vetta al ranking WTA ed è anche per questo che ci sembra assai improbabile.

Sempre restando sui n°1, a seguire sul campo centrale scenderanno Rafael Nadal e Alexander Dolgopolov. L’ucraino è arrivato a New York sull’onda sgradita e spiacevole di un’investigazione relativa alla sfida giocata con Thiago Monteiro al primo turno di Winston Salem; la dinamica con cui Dolgopolov ha perso con il brasiliano e l’anomalo flusso di scommesse sul match in questione hanno fatto insospettire gli organi di vigilanza anche se al momento nessuna decisione in merito è stata presa. Tuttavia, anziché accusare il colpo Dolgopolov ha disputato tre turni notevoli battendo Struff al quinto set, Berdych in quattro e infine demolendo Troicki, a cui ha lasciato cinque giochi. Dal canto suo, Nadal non ha convinto appieno e lasciato per strada un paio di set (a Daniel e Mayer) ma il suo margine rispetto all’ucraino sembra del tutto rassicurante. Anche se Dolgopolov, con il suo tennis tutto angoli e accelerazioni e privo di ritmo, ha le armi per infastidire l’iberico (che è riuscito a battere due volte in otto confronti diretti), Nadal è in grado di far salire concentrazione e intensità e una sua sconfitta sarebbe quantomeno clamorosa.

Il programma pomeridiano dell’Ashe si chiuderà con una delle due statunitensi in gara oggi (Coco Vandeweghe) opposta alla mancina Lucie Safarova. La ceca è in vantaggio 3-1 negli head-to-head e, a nostro avviso, si fa preferire all’americana, a volte troppo nervosa e messa in difficoltà da una Radwanska tutt’altro che irresistibile. Coco finora non ha brillato ma anche Safarova, che ha ceduto un set a Kontaveit e Hibino prima di strapazzare Kurumi Nara, deve dimostrare di essere tornata parente stretta di quella che nel 2015 arrivò in finale al Roland Garros.

I due match della sessione serale (inizio ore 19, l’una della notte in Italia) saranno Federer-Kohlschreiber e Svitolina-Keys. Stando ai precedenti (11-0 Federer), la testa di serie n°3 del torneo non dovrebbe avere alcun problema ad imporsi al tedesco. Kohlschreiber, in passato, ha strappato al suo rivale odierno appena tre set, uno dei quali nell’ultima sfida diretta, quella di Basilea 2015. Roger e Philipp si affrontarono sempre a New York anche nel 2015 (terzo turno) e Federer si impose 6-3, 6-4, 6-4. Il tedesco ha sfruttato al meglio un percorso agevolato dalla sconfitta al primo turno di Kyrgios e non ha lasciato set a Smyczek, Giraldo e Millman. Tutto dipenderà dalla condizione di Federer, parsa in miglioramento contro Lopez dopo le titubanze palesate con Tiafoe e Youzhny. Kohlschreiber non ha il colpo del ko e la sua unica speranza sarà cercare di tenere lo scambio confidando in una cattiva giornata dell’elvetico.

Interessante e sulla carta equilibrata sembra invece la sfida che chiuderà il programma sull’Arthur Ashe e che vedrà opposte le giovani Svitolina e Keys, L’ucraina, una delle tre atlete ancora in grado di chiudere questa esperienza newyorchese in vetta al ranking WTA, non ha mai brillato negli slam e anche a New York ha ribadito questo suo attuale limite, lasciando un set alla Siniakova e regolando non senza qualche apprensione sia Rodina che Rogers. Con l’uscita di scena di Garbiñe Muguruza (che però attualmente è la potenziale nuova n°1, avendo accumulato 6030 punti in classifica), Svitolina e Pliskova possono dunque salire in cima al ranking. All’ucraina basterà, si fa per dire, vincere le prossime due partite per festeggiare il primato sempre che in semifinale non si trovi di fronte proprio la ceca; in quel caso sarà n°1 chi andrà in finale. Qualora invece Svitolina dovesse perdere prima delle semifinali e Pliskova prima della finale, sarà proprio la Muguruza la nuova leader della WTA. Detto ciò, fin da stanotte Elina avrà le sue gatte da pelare contro una Keys in netta ripresa. L’allieva di Lindsay Davenport ha risalito la china contro Elena Vesnina e ha vinto l’unico precedente con la Svitolina; se l’ucraina saprà metterla sul piano della regolarità avrà maggiori chance della statunitense che, a sua volta, dovrà fare affidamento sul servizio e sui colpi di inizio gioco per imporre il suo tennis fatto di potenza e di maggiore propensione al rischio.

Dopo il doppio tra gli olandesi Haase-Middelkoop e la coppia Darcis-Sela, il Louis Armstrong (o quello che diventerà in un prossimo futuro il secondo centrale dell’impianto di New York) aprirà i battenti alle due sfide di singolare previste dal programma. I primi a scendere in campo saranno David Goffin e Andrey Rublev. Ancora alla ricerca della miglior forma, dopo il brutto infortunio rimediato scivolando su un telone al Roland Garros, il belga Goffin è salito di condizione nel corso del torneo anche se non ha dovuto finora sostenere alcun test attendibile. Poteva esserlo Monfils, non fosse che la condizione fisica precaria ha impedito al francese di lottare ad armi pari con David, tanto da indurlo all’abbandono dopo nemmeno due set. Per il resto, Goffin aveva ceduto un set a Benneteau all’esordio e visto le streghe con Pella, sconfitto solo al quinto. Molto più lineare invece il cammino di Rublev, autoritario sia con Bedene che, soprattutto, con Dimitrov e distratto solo per un set contro Dzumhur. Rublev è potente ma Goffin è maestro nella capacità di sfruttare la potenza altrui e metterla al servizio della sua velocità e leggerezza. Prima degli US Open, Rublev quest’anno aveva fatto l’en-plein nei major conquistando la qualificazione nei tre precedenti e in futuro potrà essere protagonista assoluto del circuito ma per vincere oggi dovrà superarsi.

Al loro posto dovevano esserci la campionessa in carica Kerber e la campionessa del Roland Garros Ostapenko; invece saranno la russa Daria Kasatkina e l’estone Kaia Kanepi a giocarsi i quarti di finale. Kaia proviene dalle qualificazioni e ha debuttato nel tabellone principale con un netto 0-6 contro la nostra Schiavone ma è ancora in vita, dopo aver superato Naomi Osaka al tie-break del terzo neel’ultimo turno. La Kasatkina invece si è sbarazzata di Wang, McHale e della Ostapenko, travolta 6-3, 6-2. L’unico precedente risale a un ITF (Saint-Malo) nel 2015 e lo vinse Kasatkina ma è probabile che la differenza la faranno, a favore della russa, l’età (20 contro 32) e la stanchezza accumulata nel torneo.

Infine, “relegati” sul GrandStand (che però, in attesa dell’ultimazione del Louis Armstrong, costituisce attualmente la location migliore dopo il centrale), Dominic Thiem e Juan Martin Del Potro giocheranno quella che, sulla carta, è la sfida più equilibrata dell’intera giornata. L’austriaco, n°6 del ranking, ha avuto in sorte due wild-card (De Minaur e Fritz) e Mannarino e il suo gioco non sembra particolarmente adatto alla superficie. Discorso opposto invece per Del Potro, campione a New York nel lontano 2009 e risorto dopo l’ennesima operazione al polso. Il gigante di Tandil ha dato una notevole dimostrazione di forza contro l’ostico Roberto Bautista Agut e oggi, nonostante la classifica, parte favorito. I due si affrontarono anche un anno fa a New York (erano sempre gli ottavi) e Dominic fu costretto al ritiro a metà del secondo set; nell’altro precedente, sempre del 2016, Del Potro si era imposto a Madrid in due set.

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