Reilly Opelka, Re di Wimbledon per un grande futuro

Il 17enne statunitense Reilly Opelka ha messo l'ennesimo punto esclamativo grazie alla vittoria ai "Championships Juniors" di Wimbledon

TENNIS – Di certezze ce ne sono ben poche nella vita, e ancora meno se ne possono trovare nella prospettiva di certi giocatori di tennis, eppure se di domande rispetto al futuro è pieno il circuito ATP, le risposte più significative sembrano arrivare da qui tornei Slam “Juniors” che tanto possono dare massicce dosi di esperienza unite a grandi risultati.

Con i suoi 208 centimetri di altezza ed un gioco davvero sorprendente, il 17enne statunitense Reilly Opelka ha messo l’ennesimo punto esclamativo su un importante torneo Junior dopo la vittoria ai “Championships Juniors” di Wimbledon, dopo essere riuscito a distinguersi nella celebre rassegna del “Eddie Herr ITF” di Bradenton e dopo svariati altri risultati degni di nota come la semifinale al “Orange Bowl” ed i quarti agli ultimi “Roland Garros Juniores”.

Sulle dinamiche dell’evoluzione di un promettente giovanissimo è sempre bene rimanere cauti, anche perché il definitivo salto di qualità e la conseguente (spesso difficile) conferma devono tener conto del differente periodo di maturità e dell’impatto con le “retrovie” del circuito professionistico; eppure, se le aspettative sembrano davvero  così promettenti, tanto meglio sarà verificare le potenzialità di un ragazzino, che con la racchetta ci sa fare, di fronte alle costanti pressioni che possono dare risonanza mediatica e fiducia in se stesso.

Opelka ha vinto Wimbledon come negli ultimi anni fecero Noah Rubin ed il nostro Gialuigi Quinzi, e se non servono questi due esempi a capire che ci vuole calma e sangue freddo allora ci servirà ben poco. Le sue qualità tennistiche hanno lasciato stupiti molti dei presenti, abbinando un servizio mostruoso (15 gli aces) ad un gioco di volo affatto scontato, e se la silhouette ricorda molto da vicino “Long John” Isner, ci sono addirittura i margini per fare meglio dell’ex N.9 del mondo.

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Se si parla dei fratelli Ymer, di Chung, di Coppejans, Rublev, Safiullin, Santillan, Barrios Vera e chi più ne ha più ne metta, la vittoria di Opelka sui verdi prati londinesi è realmente significativa proprio a seguito delle sue parole con la coppa in mano:”Vedere Tommy (Paul, ndr) con il trofeo al Roland Garros Junior è stato fantastico, anche perché eravamo in molti tra gli americani a quel livello prima dell’inizio del torneo. Oltre ad essere una grande carica di fiducia è sicuramente uno sprone per tutti noi, ed il bello di questa situazione è che ci permette di darci ulteriori motivazioni a vicenda oltre alla solita voglia di vincere che ogni atleta ha normalmente”.

Un futuro pieno di grandi promesse per quella bandiera a stelle e strisce che da troppo tempo aspetta un degno sostituto dei più recenti Agassi, Sampras e Roddick. Opelka non ha ancora 18 anni, e se la coppa appena conquistata non si farà troppo pesante con il passare del tempo, ecco che lui come tutti gli altri enfant prodige americani potranno trovare la via per una nuova età dell’oro per gli USA.

Fritz, Mmoh, Tiafoe, Paul, Kozlov, Blumberg, Ponwith, Blanch… E Opelka che può già andare fiero di un nome, il suo, su cui diventa sempre più facile puntare.

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