Australian Open: le temutissime sentenze

Australian Open – Giunti alla decima notte consecutiva di veglia tennistica, anche se potrebbe essere tranquillamente la settantaduesima date le capacità cognitive superstiti, ci aggrappiamo all’incapacità di intendere e di volere per giustificare gli acuminati, taglienti e tracotanti giudizi sulle più cocenti delusioni e le inattese rivelazioni manifestatesi nel corso di questo scriteriato Slam. Ci scusiamo, fin da ora, con i familiari delle vittime.

STELLE CADUTE
Federer of Switzerland gestures to Seppi of Italy after hitting the net-cord during their men's singles third round match at the Australian Open 2015 tennis tournament in Melbourne

Roger Federer
L’instancabile fecondatore elvetico è incappato nella più classica delle buche non segnalate, facendosi tumulare dallo spietato becchino altoatesino. Una buona parte dei Federofobici hanno riconosciuto nella sconfitta con Seppi il germe dell’inesorabile declino. Sono più o meno gli stessi che hanno pronosticato per un ventennio la fine dell’era Berlusconiana e la rapida estinzione delle ballerine, intese come aberranti calzature. Non dategli retta quindi, il vecchio continuerà a zampillare talento per un altro paio di legislature tennistiche.

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Rafael Nadal
Il raffinato maiorchino ha approcciato questo Slam con la stessa baldanza con cui un eiaculatore precoce si presenta ai provini per il nuovo film di Valentina Nappi (nel caso questo nome vi giungesse nuovo cominciate a documentarvi, ignoranti.)
Reduce da uno dei suoi leggendari infortuni Nadal ha palesato fin dalle prime battute una costrizione fisica tale da mutilarne il potenziale agonistico.
Il cemento non è più affar suo mentre sulla terra, in attesa della provvidenziale cura ricostituente, potrà continuare a fare il sollevatore di trofei per un altro triennio.

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Petra Kvitova
La cicogna ceca sta alla continuità quanto Marta Marzotto alle acciaierie di Terni.
L’ultimo cuore infranto da Rodolfo Stepanek, sottopostasi nel frattempo ad un intenstivo trattamento tisanoreico, oltre ai kg pare aver perso quella propensione al bullismo tennistico che ne aveva fatto le sue fortune a Wimbledon poco più di un semestre addietro.
Questa è Petra, prendere o lasciare.

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Ana Ivanovic
Sempre più prigioniera delle congenite turbe psichiche, la serba continua nella sua opera di progressivo ridimensionamento delle proprie ambizioni, scottata e frustrata dai reiterati fallimenti negli appuntamenti che contano. Detto questo, con quel completino blu può pure uscire al primo turno del challenger di Orzinuovi, mantenendo inalterate stima ammirazione e devozione agli occhi di noi lucidi e incorruttibili analisti.

ETERNI INCOMPIUTI
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Agnieszka Radwanska
Aga non si smentisce mai. L’iter è sempre il medesimo, esordisce dispensando saggi di tennis erudito, annichilendo le malcapitate bidelle fino agli ottavi o al massimo ai quarti, prima di regredire repentinamente, fino a sfiorare il completo analfabetismo, quando si comincia a fare sul serio.

Ernest Gulbis
Se fosse un dolce sarebbe un Soufflè, tanto gonfio quanto inconsistente.

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Fabio Fognini
Mancano poche settimane all’anniversario dell’ultima vittoria di Fogna. Ad Arma di Taggia fervono i preparativi per celebrare in pompa magna questo storico traguardo. Per scaramanzia non aggiungiamo nulla, però tu Fabio non ci tradire sul più bello.

Jerzy Janowicz
Fumoso sconclusionato involuto psicolabile e prossimo  all’alopecia, su di lui non ce la sentiamo davvero di infierire.

CATEGORIA AVARIATI
Sezione dedicata agli eternodegenti, troneggiata dal Leopardiano ucraino Aleksandr Dolgopolov, al quale manca solo la malaria per sbancare il Jackpot della sfiga.
Altro inguaribile caso clinico è quello dell’emaciato Nico Almagro, in cui si sommano le annose vicissitudini fisiche a quelle meramente neuronali.

LE BUONE NUOVE
Oltre a tutti i bipedi ancora in corsa per il successo finale aggiungiamo volentieri l’erede naturale di Fiorello, al secolo Nick Kyrgios, coacervo di personalità  carisma e coattitudine, futuro protagonista del Master londinese entro un paio d’anni.
Il più attempato tra i pischelli invece, Grigor Dimitrov in Sharapova, pare essersi incagliato nel passaggio da epocale promessa a convincente realtà.
Da rivedere i bellicosi brufolosi Thiem e Coric, mentre tra le poppanti conferma i progressi evidenziati l’ucraina Svitolina, autrice di una gagliarda prestazione contro nonna Serena.

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