Giorgio Errani: “Sara vuole sempre vincere”

Nonostante un 2016 deludente, fatto di più bassi che alti e di tanti primi turni collezionati, la bolognese è sempre nei cuori degli appassionati italiani, i quali non dimenticano i successi ottenuti con la maglia della nazionale e non. Il padre della nostra Sara in un intervista a Spazio Tennis racconta la carriera sportiva dell'italiana ed anche di una competitività sempre presente aldilà dello sport.

Molto spesso nel mondo del tennis abbiamo assistito a padri padroni che hanno obbligato le loro figlie a praticare questo sport, solo con lo scopo di lucrarci sopra, causando una vera e propria depressione ad alcune di loro. Ma tra questi genitori-allenatori c’è ne uno che si differenzia da tutti, il suo nome è Giorgio Errani: padre di Sara e Giorgio Errani. Un genitore che ha sempre creduto nelle potenzialità della figlia, senza porle obblighi e facendole praticare tranquillamente lo sport che amava, concedendole anche il trasferimento negli Stati Uniti a soli 12 anni per allenarsi nell’Accademia di Nick Bollettieri.

IL TENNIS ERA IL SUO VERO SPORT – Giorgio Errani in quest’intervista racconta l’avvicinamento di Sarita con il mondo dello sport ma sopratutto con il tennis: “Sara, fin da bambina, era un maschiaccio e voleva fare tutto quello che faceva il fratello Davide, che è più grande di cinque anni.Davide ha lasciato il tennis per dedicarsi esclusivamente al calcio e allora Sara lo ha seguito, giocando lei stessa a calcio in una squadra femminile, praticando anche nuoto e pallacanestro prima di tornare al tennis. E’ stata convocata a un raduno nazionale della Fit a Trento con tutte le bambine del 1987; Sara era tra le più magroline e comunque tra le meno conosciute nell’ambiente tennistico proprio perché non giocava ancora molte partite, ma hanno fatto un torneo tra tutte le convocate, ha giocato benissimo ed è arrivata in finale, perdendo solo con Verdiana Verardi.Ecco, in quel momento ha capito che il tennis era il suo vero sport.”

GLI ALLENAMENTI DA BOLLETTIERI  –  Continua l’intervista parlando anche del periodo americano, dove a 12 anni la figlia si è trasferita per 1 anno negli Stati Unitit, per studiare ma sopratutto per migliorare le proprie abilità tennistiche sotto l’occhio del maestro Bollettieri: “Siamo andati a visitare l’Accademia di Bollettieri, abbiamo guardato i programmi per i ragazzini di 12-13 anni e io, quasi scherzando, le ho proposto di fare un anno di studio e tennis negli Stati Uniti. Lei si è dimostrata super entusiasta dell’idea. Senza pensarci troppo, forse con un po’ di incoscienza, detto-fatto, l’abbiamo iscritta per il successivo anno scolastico in Florida all’Academy di Bollettieri. Noi ci sentivamo spesso, lei era sempre entusiasta, mi raccontava cosa faceva, quello che imparava, mi parlava della scuola, del tennis, dei nuovi amici, delle questioni tecniche, apparentemente sembrava che andasse tutto bene. Certamente a noi mancava, ma eravamo tranquillissimi perché la sentivamo serena.”

I PROBLEMI CON LOZANO – Nonostante i successi ottenuto dalla bolognese al fianco di Pablo Lozano, il padre all’inizio della collaborazione era molto scettico per l’inesperienza e la giovane età dello spagnolo: “ L’inizio del rapporto sportivo con Lozano è stato uno dei pochi momenti di tensione tra me e Sara, perché io non ero per nulla convinto della scelta. Un giorno, tornata dalla Spagna per qualche giorno di vacanza, Sara ci ha detto che aveva deciso di abbandonare l’Accademia, dove comunque fino al giorno prima diceva di trovarsi benissimo, per passare ad un rapporto individuale con questo ragazzo che comunque era molto giovane, inesperto e quasi sconosciuto fuori da Valencia. Io non ero per nulla convinto della scelta e ci sono stati momenti di “maretta” in famiglia, qualche litigata, ma, come sempre, ho lasciato scegliere lei e, come sempre, ha avuto ragione come i fatti hanno ampiamente dimostrato”.

“SARA E’ SNOBBATA DAI MEDIA” – Con un po’ di polemicità Giorgio tratta l’argomento mass media, affermando che la propria figlia è stata sempre snobbata o ridimensionata da essi: “Ancora oggi Sara è snobbata dai media. Quando vince ha il tabellone fortunato, quando perde è solo una pallettara che vale meno della sua classifica. Quando alcune considerazioni le leggi e le senti da quelli che dovrebbero essere gli addetti ai lavori dispiace parecchio, perché i risultati ottenuti in tanti anni di carriera sono un dato oggettivo. Il fatto che qualcuno possa mettere in dubbio che questa ragazza sia una campionessa mi sembra veramente ridicolo. Però nessuna rivalsa, solo un certo fastidio, che sicuramente ha più la stessa Sara di noi, anche se preferisce non esternarlo per non creare altre polemiche.

I SUCCESSI E LA VITA PRIVATA – A fine intervista il padre ricorda i tanti successi ottenuti in carriera dalla propria figlia, ma parla anche di una competitività che dura anche oltre il tennis: “Sono stati tanti per fortuna, non voglio fare una classifica. Direi tutti quelli in cui io e mia moglie abbiamo avuto la fortuna di essere presenti sugli spalti, come ad esempio la semifinale e poi la finale del Roland Garros del 2012, ma anche il terzo turno degli US Open del 2014, quando ha vinto al tie break del terzo set con Venus Williams. A Natale il tennis è bandito. Si ride, si scherza, si fanno i puzzle insieme, si gioca a carte, però si finisce comunque per discutere, perché Sara vuole sempre vincere a tutto, a carte, ma anche a testa o croce o a pari e dispari, quando non vince diventa una furia, in senso buono, ed è meglio starle lontano”.

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Fonte: Spaziotennis.com

Intervistatore: Paolo Angella

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