Regna il caos sugli Australian Open 2021, lo Slam che doveva aprire la nuova stagione, cercando di far dimenticare almeno per un momento l’emergenza covid-19. Al momento però ogni buon proposito e ogni aspettativa di buona riuscita sembra essere “rimandata”.

I diversi casi di positività riscontrati tra i passeggeri dei voli che portavano i tennisti in Australia hanno fatto piombare diversi giocatori nel loro incubo peggiore: rigida quarantena senza possibilità di lasciare la stanza come da normativa sanitaria dello Stato di Victoria. Eppure, proprio su quel punto, si era combattuta la battaglia più aspra tra organizzatori e tennisti.

Sui social e con diverse modalità – post, storie, dirette – i tennisti hanno più volte rimarcato le mancanze degli organizzatori nei loro confronti ma per Tennis Australia gli “attacchi” non sono finiti. Secondo quanto riportato da The Age anche il Ministro della Salute, Martin Foley, avrebbe rincarato la dose.

L’obiettivo principale delle autorità è quello di garantire parità di trattamento evitando così la possibilità di generare malcontenti tra i cittadini qualora ai giocatori fosse riservato un piano di favore. Le rigide regole imposte ormai da parecchi mesi hanno permesso di limitare al massimo al diffusione del coronavirus nella regione e, di certo, non si vuole correre il rischio di fare un passo indietro.

Al momento anche gli spostamenti per i cittadini australiani sono limitati con la zona di Melbourne interdetta a chi arriva da Sydney o Brisbane: “Mi dispiace e mi scuso per questa situazione ma l’obiettivo principale resta quello di evitare la nascita di nuovi focolai” ha spiegato Foley.

Non una situazione facile da gestire per Craig Tiley, CEO di Tennis Australia, e tutto il suo staff che adesso si trovano in mezzo a due fuochi. Al momento sono 64 gli atleti sottoposti al regime di rigida quarantena ma l’incubo covid-19 aveva già costretto al forfait alcuni tennisti tra cui Sofia Kenin campionessa in carica del circuito WTA.