Kenin, Muguruza & co.: tutte le sorprese di questo folle Australian Open

Abituati ormai alle tante sorprese degli Slam femminili di questi anni, la finale tra Garbine Muguruza e Sofia Kenin va sicuramente oltre qualsiasi aspettativa degli appassionati. Ma le due non sono le uniche sorprese di queste due settimane di grande tennis.

Una finale completamente inaspettata, dalla quale uscirà la vincitrice del primo Slam stagionale. Inaspettata, perché la giovanissima Sofia Kenin non aveva mai brillato in uno Slam e aveva nel suo spot Noami Osaka e Serena Williams, entrambe cadute prima di affrontare la classe 1998 di origine russa. Trevisan e Li non sono riuscite a causare grandi problemi a Kenin, che dal terzo turno ha dovuto però alzare il livello, prima con un’ottima Zhang, poi con Gauff – l’unica riuscita a strapparle un set -, con Jabeur e infine con la numero 1 del mondo Ashleigh Barty, vero match capolavoro di queste due settimane. La tennista australiana sembrava lanciata in sicurezza verso il secondo Slam in carriera, ma una concentratissima Kenin ha saputo rimontare uno svantaggio in entrambi i parziali, conquistando la sua prima finale Slam a poco più di 21 anni. Se è vero che i risultati dell’ultimo anno parlavano chiaro di una crescita esponenziale e di un livello ormai pronto per i vertici, questo risultato è arrivato forse ancor prima di quanto si potesse pensare. Dal canto suo Muguruza invece ha tutta l’esperienza necessaria, lei che di finali Slam ne ha giocate tre e ne ha vinte due, una sulla terra di Parigi e una sull’erba di Wimbledon. Su cemento non era mai giunta neanche ai quarti di finale, ma quando l’iberica mette insieme tutti i pezzi del suo tennis non ci sono scogli che non possa superare. Arrivata a Melbourne influenzata dopo un buon inizio di stagione, il suo Slam è cominciato con un bagel subito da Shelby Rogers, prima di trovare i ritmi e vincere agevolmente. Difficoltà anche con un’ottima Ajla Tomljanovic, mentre due top10 come Svitolina e Bertens non sono riuscite a impensierire la ex numero1. Pavlyuchenkova ai quarti ed Halep in semifinale, entrambe liquidate in due set ma non senza lotta. L’unico precedente tra le due finaliste è di pochi mesi fa, quando a Pechino Kenin si impose in tre set per 6-0 2-6 6-2. Una finale molto aperta, due giocatrici in grande spolvero, con una futura top player – anche se forse quel futuro è già qui – ed una campionessa che anche grazie ad una nuova guida, Arantxa Sanchez Vicario, sta ritrovando la sua forma migliore.

Ons Jabeur

Ma le sorprese non si limitano alle due finaliste. La storia più bella di Melbourne è quella di Ons Jabeur, tunisina classe 1994 che è diventata la prima donna araba a raggiungere i quarti di finale in uno Slam. Lo ha fatto vincendo dei grandi match, a partire dalla ex top5 Konta, per poi superare Caroline Garcia, porre fine alla carriera di Caroline Wozniacki e infine sconfiggere in due set Qiang Wang. Solo Kenin è riuscita ad arginare l’estro e il talento di Ons, che sta diventando in questi mesi una delle tenniste più amate del circuito grazie alla sua “follia”, la visione tattica e la mano fatata e la grande naturalezza. In Tunisia bar aperti alle 3 di notte per trasmettere il suo match, con personaggi di spicco, anche politici, che hanno contattato Jabeur per complimenti e auguri. Chiederle di trovare continuità di rendimento sembra ancora utopistico, ma vederla giocare è una vera gioia per gli occhi, speriamo di averla presto ancora nelle fasi finali di un grande torneo. Anche la stessa Qiang Wang è stata una sorpresa, non tanto per gli ottavi di finale raggiunti, quanto per la vittoria su Serena Williams, che pochi mesi prima l’aveva annientata, lasciandole appena 1 game a New York. Ci sarebbero da valutare anche i demeriti della statunitense, ma le partite le si gioca in due e Wang ha meritato la vittoria, evitando di scendere in campo sconfitta in partenza. C’è ancora tempo per fare grandi cose, Qiang Wang può portare il peso di una grande nazione sulle spalle, almeno ancora per un po’, fino all’arrivo di altre Wang – Xiyu e Xinyu -. Sempre nella parte alta c’è anche Cori Gauff, la giovanissima statunitense classe 2004 che qui ha raggiunto per la seconda volta gli ottavi di finale Slam, battendo sul suo cammino prima Venus Williams e poi la campionessa in carica e numero 4 del mondo Naomi Osaka. La ragazza cresce in fretta, la top50 è ormai alle porte e in tre Slam giocati in carriera ci sono stati due ottavi e un terzo turno. Sentiremo parlare di lei sempre più.

Cori Gauff

Nella parte bassa tra le sorprese ci sono Anett Kontaveit e Iga Swiatek. La prima ha demolito Belinda Bencic e poi battuto proprio Swiatek per approdare per la prima volta ai quarti di finale Slam. La sconfitta con Halep è stata netta, forse troppo, ma non intacca il grande torneo dell’estone, degna erede di Kaia Kanepi. La polacca dal canto suo ha superato Suarez e Vekic, trovando il suo secondo exploit a livello Slam dopo il Roland Garros 2019. Sorpresa, ma non così tanto, la russa Pavlyuchenkova, che ha raggiunto i quarti di finale per la terza volta negli ultimi quattro anni a Melbourne, estromettendo lungo il cammino la numero 2 del mondo Pliskova, ancora una volta in difficoltà negli Slam. Sorpresa più moderata ma da segnalare la statunitense Cici Bellis, che dopo due anni difficili sta ritrovando il suo tennis e ha qui superato una top20 in forma come Karolina Muchova.

Domani mattina scopriremo chi succederà a Naomi Osaka, ma a prescindere dal risultato tre cose sono chiare: che la WTA ha una nuova top10, con Kenin che esordirà almeno al numero 9 del mondo, che ha ritrovato una grande campionessa che sembra assetata di rivalsa e sarà almeno numero 16 dal mondo da lunedì, e soprattutto che ogni Slam permette ancora a tante tenniste di sognare in grande.

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