Novak Djokovic aveva ragione

Tra ritiri, collassi in campo e mascherine l'Australian Open non è iniziato nel migliore dei modi. Ma qualcuno l'aveva detto.

Il miglior torneo del mondo che però nessuno vuole giocare. E’ questo il paradosso  che sta vivendo l’Australian Open, il quale nel 2020 sarà protagonista di un’edizione tutt’altro che facile. La causa – definirla colpa sarebbe alquanto inappropriato – è da attribuire agli incendi che hanno colpito il continente oceanico nel mese di gennaio, peggiorando notevolmente la qualità dell’aria ed impedendo il regolare svolgimento della quotidianità. Come si suol dire “the show must go on” perciò nonostante delle condizioni proibitive, quest’oggi a Melbourne i giocatori sono comunque scesi in campo per il primo turno del match di qualificazioni tra le polemiche generali. Una situazione surreale quella che si sta vivendo in Australia, dove i tennisti sono giustamente preoccupati per la loro salute, ma sono quasi “costretti” a scendere in campo malgrado in mattinata le autorità australiane abbiano consigliato di non uscire di casa.

Nel frattempo, sempre a Melbourne, il Kooyong Classic, torneo di esibizione, è stato sospeso perchè il fumo si faceva troppo denso e la situazione rischiava di diventare pericolosa. Finora hanno alzato la voce prevalentemente i giocatori impegnati quest’oggi, ma anche ai piani alti si sta iniziando a spargere la preoccupazione. Emblematico il tweet di Elina Svitolina, che in 140 caratteri riesce ad esprimere tutta la sua preoccupazione su ciò che sta accadendo. [embedcontent src=”twitter” url=”https://twitter.com/ElinaSvitolina/status/1216944323004190720″]

Nel frattempo i giocatori non possono allenarsi nell’impianto degli Australian Open, che comunque vanta tre campi al coperto – probabilmente preservati per il main draw – ma sono stati dirottati su una struttura vicina fornita di campi al chiuso. Ciò che più preoccupa però è che oggi si è venuto a creare un precedente pericoloso. Se i giocatori sono scesi in campo in queste condizioni atmosferiche, per coerenza si dovrà fare lo stesso quando le “cavie” saranno i giocatori del tabellone principale, quelli con più voce in capitolo. Oppure si avrà la conferma che esistono giocatori di Serie A e giocatori di Serie B? Le qualificazioni a Melbourne terminano venerdì, quindi posticipare di un giorno l’inizio non era un’opzione utopica. Sicuramente gli esperti avranno dato il via libera in accordo con gli scienziati ambientali, ma a giudicare da ciò che è accaduto quest’oggi siamo così sicuri che sia stata una scelta ottimale.

Chiedere a Dalila Jakupovic, costretta al ritiro alla fine del secondo set nel match contro la Voegele. La tennista slovena si è accasciata a terra per un colpo di tosse ed ha preferito ritirarsi per delle difficoltà respiratorie. “Avevo paura di svenire. Non riuscivo a respirare e sono caduta a terra. La peggiore esperienza della mia carriera. Ero davvero impaurita”. [embedcontent src=”twitter” url=”https://twitter.com/ESPNAusNZ/status/1216943379507867649″]

Ulteriori scene fuori dall’ordinario si sono manifestate su gli altri campi, ad esempio durante il match Bouchard-You, caratterizzato dai numerosi interventi del fisioterapista per problemi respiratori da parte di entrambe le giocatrici, oppure con i vari ritiri che hanno caratterizzato la giornata odierna a Melbourne. Come se non bastasse, un paio di raccattapalle sono collassati ed hanno avuto bisogno di ricevere l’assistenza dei medici.

Un pericolo che qualcuno aveva predetto, pur incassando parecchie critiche. Stiamo parlando di Novak Djokovic, che poche settimane fa in conferenza stampa si era dichiarato scettico sul regolare svolgimento del primo slam della stagione. Secondo il serbo, infatti, vi era un alto rischio che i numerosi incendi potessero mettere seriamente a rischio la salute dei giocatori ed aveva dato credito persino alla possibilità che tutti scongiurano: il rinvio. Plausibile la preoccupazione del campione in carica, che come tutti i suoi colleghi ha a cuore la salute delle persone più di ogni altra cosa. Per fortuna al momento la situazione non è drastica a tal punto da prendere una decisione nell’immediato. Il rischio, però, è che possa diventarlo e, se la qualità dell’aria dovesse peggiorare ulteriormente, non è da escludere in maniera categorica la peggiore delle ipotesi.

Ovviamente è triste apprendere ciò che sta succedendo perchè comunque uno slam è un evento incredibilmente atteso che tutti gli appassionati non vedono l’ora di vivere. Due settimane dove il tennis è l’unico vero protagonista. Purtroppo ci sono fenomeni che non si possono controllare – al massimo prevenire – e che rischiano di condizionare le previsioni. L’unica cosa che si può fare è prenderne atto e cercare di trovare una soluzione nel massimo rispetto di tutti. Ciò su cui non ci sono dubbi è che la salute dei giocatori deve avere il diritto di precedenza su tutto il resto. Spiace dirlo ma è l’unica soluzione. Inoltre, sarebbe sbagliato tirare la corda perchè potrebbero succedere cose più gravi di quelle accadute oggi. Il ritiro della Jakupovic è da interpretare come un avvertimento, un warning. Più si va avanti, più si rischia di ricevere un punto, poi un game di penalità e poi chissà. Nella speranza che tutto vada a finire nel migliore dei modi e che tutto il mondo possa godere di un spettacolo unico al mondo come quello di Melbourne, Long live the Australian Open!” 

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