Recentemente, il campione svizzero Roger Federer ha postato su Twitter le foto della sua esperienza con Bear Grylls, alpinista nordirlandese molto amico di Roger, che ha trascorso insieme a lui una domenica sulla neve. La cosa che però ha sorpreso gli appassionati non è stata di certa questa accoppiata, già vista in vari tornei, bensì la presenza del trofeo che il pluri vincitore slam ha conquistato in Australia e che è stato chiamato “Norman”. Prima di spiegare il significato di questa denominazione, lo svizzero ha dichiarato tutto il suo attaccamento a questa coppa, affermando di non riuscire a staccarle gli occhi di dosso e, nonostante sia una replica, a lui poco importa e continua a trascorrere del tempo insieme a lei. Successivamente, ha spiegato il perchè di questo nome attribuito al trofeo: il riferimento va alla targhetta della coppa dove c’è scritto “Norman Brookes Challenge Cup”, in onore di Norman Everard Brookes, un tennista australiano di inizio ventesimo secolo che, di fatto, fu il primo giocatore a mettersi in risalto al di fuori dell’Oceania.
Brookes, nonostante abbia cominciato a viaggiare regolarmente ad un’età piuttosto tardiva, è passato alla storia in quanto primo giocatore mancino e non britannico a vincere Wimbledon. In seguito, ha vinto varie volte la Coppa Davis, ma, il motivo per il quale ha sorpreso molte persone, è stato quello di non voler abbandonare il tennis dopo l’interruzione a causa della Guerra Mondiale, anzi, è tornato sui campi ed ha incredibilmente raggiunto una finale a Wimbledon all’età di 41 anni, perdendo poi dal connazionale Patterson. Il destino, però, non aveva ancora finito le sorprese per lui, non a caso, 5 anni dopo, con la carta d’identità che ,alla voce età, risultava 46, riuscì a vincere il torneo di doppio agli Australian Open diventando il tennista più anziano di sempre a trionfare in un major, primato che tutt’oggi è ancora attribuito a lui.
Norman Brookes, curiosamente aveva lo stesso tipo di gioco di Roger Federer, infatti, malgrado non fosse molto diffuso, l’australiano prediligeva il gioco a rete, mettendo in atto un tipo di tennis molto propositivo ed all’attacco, e, ancora oggi, è ricordato per il suo gioco molto dedito alla fase offensiva.
Norman, dopo il ritiro, fu nominato presidente della Lawn Tennis Association of Australia, un incarico portato avanti per ben 28 anni, sempre con l’intento di migliorare il torneo di Melbourne che, proprio per questo motivo, ha deciso di tenere vivo il ricordo di quest’uomo, attribuendo al trofeo degli Australian Open il suo nome.