Andreas Seppi: la sconfitta contro Edmund non cancella una settimana fantastica

Nella finale di New York Andreas Seppi combatte per un set, poi finisce schiacciato da un Kyle Edmund straripante, in forma come non lo si vedeva da tempo

Sono passati più di sette anni dall’ultimo trofeo alzato da Andreas Seppi sul cemento indoor di Mosca nell’ottobre 2012. Da allora ha perso due finali nel 2015 e quella di Sidney dello scorso anno. New York 2020 è la decima occasione in cui Andy arriva in fondo a un torneo Atp (nove 250 e un 500 ad Halle 2015, sconfitto da Roger Federer).

Kyle Edmund, che di titolo ne ha vinto solo uno (Anversa 2018, contro Monfils) è reduce da un 2019 con poche luci e molte ombre, ma in questo torneo si è ritrovato e sta giocando alla grande. Fin dalle prime battute il britannico semifinalista agli Australian Open 2018 si mostra in palla: ingiocabile sulla prima di servizio, sbaglia poco e controlla gli scambi con il suo dritto potente e profondo. L’impressione è che Andreas possa solo tenere duro per rimanere in scia nell’attesa di tempi migliori. Proprio quando l’obiettivo del tiebreak – oggettivamente il massimo che potesse sperare – sembra alla portata, l’altoatesino scivola 15-40 e poi concede il break decisivo: 7-5 meritato per Kyle.

Il secondo set è una mareggiata. Edmund non sbaglia niente, prende coraggio in risposta e spesso riesce a fare male anche con il rovescio. Semplicemente una salita troppo ripida per Seppi che accusa anche un calo nel rendimento al servizio e si fa breakkare alla prima occasione. Recuperare è un miraggio, anche perché la concentrazione di Edmund, quasi spietata, non concede il minimo spiraglio. Andreas accusa un problema all’adduttore ma si impegna a portare a termine l’incontro, rendendo il giusto merito all’avversario. Seppi si congratula con Kyle e si emoziona nel ringraziare il coach Sartori che lo allena da quando aveva undici anni, infine rinnova l’appuntamento al prossimo anno, lasciando intendere che il ritiro non è un’opzione. Edmund dal canto suo tira fuori di tasca un pizzino per non scordarsi di nominare nessuno, poi fa gli auguri di compleanno a suo padre, dedicandogli il trofeo. La sensazione di questi giorni è che il circuito abbia ritrovato un giocatore di livello, vedremo se sarà confermata, dopotutto una semifinale Slam non si raggiunge per caso.

Seppi con la coppa di Eastbourne 2012

Il risultato e l’andamento del match lasciano poco spazio ai rimpianti, anche se spiace che un giocatore come Andreas, nella sua lunga carriera, sia riuscito a sollevare soltanto tre trofei Atp. Ha conquistato gli ottavi di finale Slam in ben otto occasioni, è stato in grado di battere sia Roger Federer (Australian Open 2015) sia Rafa Nadal (Rotterdam 2008). Suo è stato il primo titolo di un azzurro sull’erba (Eastbourne 2011), seguito soltanto l’anno scorso da Berrettini a Stoccarda, mentre gli altri due tornei sono arrivati nell’anno di grazia 2012, su terra e cemento indoor (Belgrado e Mosca), stagione in cui ha raggiunto anche altre due finali (Metz e di nuovo Eastbourne). Senza cedere al campanilismo, possiamo dire che si meriterebbe almeno un’altra soddisfazione. Peccato perché, in questa settimana in cui si è parlato soprattutto di Jannik Sinner, suo grande ammiratore, sembrava che gli astri fossero allineanti per una zampata del vecchio leone. Speriamo ovviamente che ci siano altre opportunità, intanto Seppi risale al numero 80 del ranking, senza però sorpassare il giovane conterraneo. Rimane uno scorcio di 2020 molto positivo per l’italiano, che ha ben figurato agli Australian Open, uscendo al secondo turno al temine di una bellissima battaglia con Wawrinka.

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