Andy Murray, il ritorno che non ti aspetti

Come un’araba fenice che risorge dalle proprie ceneri, sir Andy Murray torna a giocare ad alti livelli, dopo aver toccato il fondo con una doppia operazione all’anca e un lungo periodo di inattività di Luciano de Gregorio

Tutti gli appassionati hanno in mente la conferenza del ritiro di Andy Murray prima degli Australian Open del 2019, e la cerimonia strappalacrime al termine della partita con Bautista Agut. Da quel giorno lo scozzese è morto un paio di volte, ma come un’araba fenice è sempre risorto: prima l’annuncio di voler ritornare a giocare, seguito dal trionfo in doppio al Queens con Feliciano Lopez ed infine il successo ad Anversa a fine stagione, che gli aveva fatto conquistare il titolo di Comeback player of the year. 

Quando tutto sembrava filare per il meglio, l’anca è tornata a colpire, costringendolo a saltare la prima parte di stagione del 2020. Quando il corpo sembra essere pronto per tornare a combattere in campo, Murray deve fermarsi, come tutto il mondo, a causa della pandemia, ritardando il rientro in campo ad Agosto.

Al ritorno alla competizione mostra ottimi segnali, battendo a Cincinnati Alexander Zverev, che qualche settimana dopo avrebbe raggiunto la finale agli Us Open, ai quali Murray si è fermato al secondo turno. Ha chiuso la stagione, dopo aver perso al primo turno a Parigi, per mano di Wawrinka, e a Colonia, con Verdasco, alla posizione numero 122 del ranking.

Il 2021 doveva essere l’anno della rinascita, con il ritorno definitivo in top 100, ma la sfortuna non aveva finito con l’ex numero 1 al mondo: prima di partire per l’Australia lo scozzese risulta positivo al Covid-19 dovendo così cambiare la sua programmazione, che lo porta a giocare il challenger di Biella dove ha raggiunto la finale.

Tornato nel circuito maggiore raggiunge due secondi turni in un 500, prima a Rotterdam con Rublev e poi al Queens con Berrettini, prima di conquistare il terzo turno a Wimbledon, dove, per la prima volta, si è visto un Murray ad alti livelli. Sul cemento americano ha continuato a giocare a quei livelli, perdendo con Hurckacz a Cincinnati e andando ad un passo dall’impresa agli Us Open contro il numero 3 del mondo Tsitsipas, al quale si è arreso solo al quinto set.

Dopo altre ottime prestazioni, come quelle ad Indian Wells contro Alcaraz e Zverev, Murray si è presentato a Vienna con un sorteggio non benevolo, che l’ha accoppiato ad Hurckacz, ma con la voglia di continuare a stupire e di prendersi la rivincita dopo la sconfitta subita ad Agosto. La partita è stata molto tirata, nei primi 2 set il servizio l’ha fatta da padrone: un solo break nel nono gioco del primo set ha permesso al pluricampione Slam di vincere per 6 giochi a 4.

Il secondo parziale nonostante alcune chance di strappare il servizio da entrambe le parti, si è deciso al tie-break senza alcun break. Hurckacz dopo aver recuperato due volte un mini-break di svantaggio, ed aver annullato un match point, ha vinto il tie-break per 8 punti a 6, allungando il match al parziale decisivo. Nel terzo set Murray ha dimostrato tutta la sua tenacia e dopo aver subito il break in apertura, non solo lo ha recuperato ma ha anche strappato nuovamente il servizio al polacco nel sesto game andando così a vincere per 6-3.

Dopo questa inaspettata vittoria l’ex numero 1 del mondo dovrà vedersela con il giovane spagnolo Alcaraz nella rivincita del match di secondo turno di Indian Wells, in cui Murray ha vinto alla distanza in un incontro spettacolare. Con questo successo sale virtualmente alla posizione 143 del ranking mondiale, continuando la scalata verso il tanto agognato ritorno in top 100.

Luciano de Gregorio

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