Boris Becker ha un rapporto particolare con il torneo di Parigi-Bercy. “Bum bum”, che ha trionfato nella prima edizione dell’evento nel 1986, ha conquistato il titolo anche nel 1989 e nel 1992. Il tedesco, allenatore del numero 1 del mondo Novak Djokovic, seguirà ancora il torneo nella speranza di vedere il suo pupillo vincere ancora una volta, e nei giorni scorsi ha rilasciato un’interessante intervista.
“Il successo qui a Parigi nell’ 86 è un bellissimo ricordo per me. In quel periodo avevo giocato tre tornei consecutivi in tre continenti diversi, nel giro di tre settimane, e incredibilmente li ho vinti tutti e tre, cosa mai riuscita a nessun giocatore. Ho iniziato a Sydney, poi sono arrivato a Tokyo e infine a Parigi. A causa del fusorario, quando sono atterrato a Bercy non sapevo neanche se fosse giorno o notte. Ho fatto il mio esordio nel torneo di Mercoledì, e mi sono imposto a fatica in due set. Ero molto stanco, ma quella vittoria mi aveva caricato molto e alla fine ho sconfitto in finale Casal“.
“Negli anni successivi ho vinto ancora, prima nel 1989 e poi nel 1992. Anche nel ’95 sono stato vicino ad un quarto trionfo, ma in finale ho perso con Pete Sampras. Questo è sempre stato un torneo importante, poiché è l’ultimo prima del Master. Qui mi sono sempre sentito a mio agio e mi sono divertito, e inoltre mi ha aiutato molto anche per la classifica di fine anno”. E ancora: “Mi ha sempre colpito l’atmosfera. Ci sono tanti bambini volenterosi di vedere dello spettacolo. Certo, se il pubblico si mette contro di te, può dare fastidio, ma fa parte del gioco. Preferisco competere di fronte a questo pubblico, rispetto ad uno che non mostra alcuna emozione”.
L’interesse poi non può che andare su Novak Djokovic, che il tedesco allena da ormai due anni. “Novak è sicuramente il favorito quest’anno, ma se vorrà confermare il titolo dovrà lottare in ogni match”. Alla domanda su chi, tra i francesi, potrebbe essere la sorpresa del torneo, Becker ha detto: “Credo che Tsonga abbia il potenziale per arrivare fino in fondo. Ha appena disputato la finale a Shangai, è in gran forma e nella seconda parte della stagione è stato molto solido. Se è in una buona giornata, può battere chiunque, come ha già dimostrato. Anche Gasquet potrebbe fare bene, considerando che ha avuto un grande anno, con tanta regolarità. E infatti non è numero 9 per caso. Anche Simon può rivelarsi pericoloso davanti al suo pubblico. Con il supporto dei tifosi, uno di questi può arrivare lontano”.
I giornalisti poi gli domandano perché, nonostante ci siano ben quattro francesi tra i primi venti, nessuno di loro abbia mai raggiunto la top 3. “Perché Djokovic, Murray, Federer e Wawrinka, e ovviamente Rafael Nadal, sono eccezionali, e sarà molto difficile superarli. Bisogna accettare la realtà”. “Capisco che i francesi vogliano un titolo al Roland Garros, dopo tanti anni di attesa. Tsonga quest’anno ci è andato molto vicino, e il lavoro che stanno facendo la federazione e i coach è ottimo e darà i suoi frutti. Tuttavia, la concorrenza, Djokovic, Murray, Federer e Nadal, è troppo forte, e resterà nella storia. Quando questi fenomeni si saranno ritirati, ci saranno delle possibilità“.
La conversazione torna sull’attuale numero 1 del mondo. “La più grande qualità di Novak è che non è mai sazio, vuole costantemente migliorarsi. Ha sempre il desiderio di arricchire il suo palmarès”. “A livello umano, invece, è un gentiluomo. Con lui può parlare di tutto: di tennis, calcio, basket, sci. È un grande sportivo, e vive per il suo sport”.
Gli viene chiesto subito dopo se Djokovic potrà diventare il più grande di tutti i tempi: “Vedremo alla fine della sua carriera. Ma, con Federer, abbiamo già il migliore di sempre: Roger continua a scrivere la storia, ha già conquistato diciassette Slam ed è incredibile sotto tutti gli aspetti. Ma Novak è in grande forma, ha già vinto tre slam quest’anno e potrà migliorare ancora“. “Vedo alcune somiglianze tra Nole e il giovane Becker. Io vivo con lui: quando sbaglia, mi sembra che anche io abbia commesso quell’errore”.
E, infine, il tedesco parla della sua vita privata: “Sto bene. Ho una famiglia famiglia meravigliosa. Con il mio nuovo lavoro di coach, sono sempre nel circuito, e per me è fantastico girare il mondo e incontrare i più grandi tennisti. Mi sento ancora abbastanza giovane, e intendo continuare ancora per un po’“.