Del Potro ritorna, ma è ancora presto per parlare di resurrezione

Dopo un calvario di quasi due anni dovuto al grave infortunio al polso, il tennista argentino torna alle competizioni questa settimana al torneo di Delray Beach. Tutti si augurano che possa esprimersi di nuovo ai suoi livelli ma sarà il campo (e il tempo) a dirci se è ancora il giocatore ammirato qualche anno fa. La sfida è prima di tutto con se stesso.

Quando all’età di 20 anni Juan Martin Del Potro si sbarazzò di avversari del calibrò di Rafael Nadal e Roger Federer sulla strada che lo portò a trionfare allo Slam di Flushing Meadows nel 2009, fu chiaro a tutti che un nuovo grande campione aveva fatto ingresso sulla scena internazionale e che il dominio dei big four poteva essere intaccato da un quinto incomodo.

D’altronde, il gigante argentino aveva tutte le carte in regola per essere il tennista completo: una notevole altezza che gli permetteva di far male al servizio, grande agilità negli spostamenti sia in avanti che laterali nonostante la stazza, una potenza nei colpi che ricordava Mark Philippoussis, un’intelligenza tattica che da un ragazzone di 20 anni non ti aspetti. I suoi colpi erano così potenti che costringevano gli avversari a giocare molto distanti dalla linea di fondo e spesso diventavano imprendibili anche per i migliori difensori del seeding.

546080-10656776-640-360Quella memorabile finale contro il pentacampione degli US Open, Re Roger, conclusa con il pugno alzato in cielo al quinto set, faceva presagire una carriera ricca di titoli Slam per il nativo di Tandil. E probabilmente la sua storia sarebbe stata quella, se negli anni successivi la cattiva sorte non si fosse accanita inesorabilmente contro di lui.

La sua ascesa, infatti, subì una brusca frenata pochi mesi dopo il suo più grande trionfo. Nel gennaio del 2010 un infortunio al polso destro lo costrinse all’intervento chirurgico che gli fece perdere tutto l’anno. Con appena 6 match disputati Delpo crollò inesorabilmente nel ranking mondiale. Tornò nel 2011 ma non sembrava il Juan Martin che avevamo ammirato in quel fantastico torneo newyorchese. Il suo gioco per essere efficace aveva bisogno di potenza e ritmo sostenuto, ma era chiaro che il fisico non riusciva ancora a rispondere al meglio alle sue sollecitazioni e quindi a reggere quel ritmo che lui stesso era costretto a imporre agli avversari. E così non lasciò traccia per tutta la stagione.

Il 2012 è stato invece l’anno del rilancio. Del Potro risorge dalle ceneri, conquistando il bronzo alle Olimpiadi, vincendo 4 titoli Atp e raggiungendo i quarti di finale agli Australian Open. Una striscia positiva di risultati che dura fino a Wimbledon 2013, quando raggiunge le semifinali, sconfitto da Djokovic in una battaglia durata 4 set. A fine anno consolida la sua posizione in Top Ten raggiungendo la quinta posizione alle spalle dei FabFour.

E proprio sul più bello, quando era di nuovo pronto per conquistare un secondo titolo Slam, ecco che cade un’altra tegola sulla sua testa. A metterlo fuori gioco è ancora una volta il polso, quello sinistro sta volta. Il tennista argentino prova a curarsi per non perdere la stagione ma alla fine è costretto di nuovo a finire sotto i ferri. E l’odissea purtroppo non finisce qui. Perché Delpo prova a ritornare sui campi, tuttavia qualcosa ancora non va. Il polso sinistro gli fa ancora male e decide così di operarsi ancora. Nel giugno 2015 arriva la terza (!) operazione all’articolazione del polso sinistro. Roba che avrebbe abbattuto il morale a chiunque. Ma non all’argentino, che con determinazione e volontà comincia il periodo di riabilitazione.

juan-martin-del-potro-intervento-chirurgico-ospedale-riabilitazione-polso-sinistro-tennis“I momenti più difficili della mia carriera sono alle spalle – scrisse all’epoca su Facebook un ottimista Juan Martin – quelli in cui non sapevo cosa avrei fatto dopo. Ho passato mesi a soffrire perché non ero più in grado di giocare e stavo male perché costretto a guardare il tennis in tv. Oggi però è diverso, ho grandi aspettative per questa nuovo periodo della mia vita che inizia questa settimana. Oggi sono più impegnato che mai per tornare ai miei livelli. Non ho più dubbi o punti interrogativi. Inizia oggi per me una nuova carriera”.

Ma l’ottimismo di Del Potro è inevitabilmente minato dallo scetticismo degli addetti ai lavori. Dopo circa due anni di inattività, sarà in grado l’argentino di tornare ai suoi livelli? Gli infortuni capitatigli nel fiore degli anni comprometteranno irreversibilmente il suo rendimento? Sono questi gli interrogativi che ormai tutti si pongono su di lui. Una cosa è certa comunque: Delpo non sventola bandiera bianca, anzi dimostra una determinazione incrollabile che non può non essere apprezzata anche da chi non lo segue.

Intanto, l’attesa per rivederlo in campo cresce. Come ha annunciato lo stesso argentino, farà il suo rientro nel torneo di Delray Beach che inizia oggi. La sua classifica è inesorabile: si trova attualmente alla posizione n. 1.045. Ma siamo sicuri che, se il corpo reggerà e gli infortuni non lo colpiranno, Juan Martin risalirà, tornando presto ai livelli che merita. A 27 anni, in un tennis moderno che vede la definitiva maturazione intorno ai 30, Del Potro può ancora dire la sua per parecchie stagioni, mischiando le carte e rompendo gli equilibri di classifica che si sono consolidati nell’ultima stagione. Questa, almeno, è la nostra speranza. Nella top ten c’è sempre un posto riservato a lui. Se lo merita.

Buona fortuna Delpo. Ti aspettiamo.

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