Dustin Brown e la sua cara amata erba

L’araba fenice che risorge dall’erba. Quella dei campi di tennis, intendiamoci. Dustin Brown, tedesco all’anagrafe ma con cuore e anima giamaicani, ogniqualvolta mette piede su un prato verde si trasforma. Si esalta. Da tennista tanto spettacolare quanto inefficace, quando si trova a giocare sull’erba diventa pericolosissimo per chiunque lo affronti.

E ne sa qualcosa Rafael Nadal, uscito anzitempo a Wimbledon per mano proprio di “Dreddy”. E così, Dustin, che durante tutto l’anno sparisce dai radar, durante la stagione dell’erba riappare quasi come fosse una visione rastafariana. Su 13 partite ufficiali sulla superficie verde, Brown ha vinto 10 volte, di cui l’ultima contro Adrian Bossel al debutto nel torneo di Newport. “Per il mio gioco questa è la superficie perfetta – spiega a fine partita Dustin – È una delle ragioni per cui ho deciso di partecipare a questo torneo. È stato difficile superare il primo turno e sono felice di esserci riuscito”.
dustin-brown-nadal-685844_tnDopo la grande settimana vissuta a Wimbledon, dove ha raggiunto il terzo turno, ma soprattutto ha giocato la sua miglior partita in carriera battendo per la seconda volta (la prima risale al 2014 ad Halle, sempre su erba) l’ex numero uno del mondo Nadal, è riuscito a scalare 22 posizioni nel ranking attestandosi alla n. 80, a un passo dal suo best ranking (78): “Ma il mio obiettivo ora è entrare nei primi 50. Sono soddisfatto di aver inanellato diverse vittorie di seguito, se continuo così posso farcela”.
Proprio grazie alla vittoria con il maiorchino, la vita di Dustin è cambiata. Ha ricevuto centinaia di sms e ha avuto una crescita esponenziale di nuovi followers su Twitter, Facebook e Instagram: “Il mio telefono era impazzito. Penso di aver ricevuto qualcosa come 500 messaggi. E non è stato facile leggerli tutti!. E anche i miei followers sui social sono aumentati. All’inizio di Wimbledon credo fossero circa 29mila. Quando ho finito il torneo erano arrivati a 71mila”.
Dreddy1Una popolarità arrivata forse un po’ tardi vista l’eccentricità del personaggio. “È stato tutto molto strano – ammette Dreddy – In genere, quando vado al ristorante, posso mangiare tranquillo perché non si avvicina nessuno. Dopo la vittoria con Nadal, invece, sono stato quasi assalito. Ma immagino che sia anche normale dopo un’impresa del genere”.
Ma al di là dei suoi meriti o demeriti tennistici, Dustin possiede un primato nel circuito Atp: è il tennista dell’era Open che impiega meno tempo a riprendere il gioco tra un servizio e l’altro. In media, Brown impiega sei secondi in meno del tempo limite stabilito dal regolamento. Esattamente l’opposto di, guarda caso, Rafa Nadal, che è il giocatore più lento in questa particolare classifica e che impiega sei secondi in più del tempo consentito. Una curiosità che ha portato molti a chiedersi se non sia stata questa una delle chiavi del successo del tedesco contro lo spagnolo: “È vero, sono il più veloce a riprendere il gioco, ma non credo che questo abbia creato difficoltà in più a Nadal”. Tra i top player, anche Djokovic e Murray sforano spesso il tempo limite, mentre Roger Federer è tra i più veloci.

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