Ferrer: “Preferisco giocare sul cemento”

Nel bilancio vittorie-sconfitte (18-1 con tre tornei vinti), David Ferrer è il miglior del 2015 nell'ATP. Per punti ('race') è il terzo dell'anno

Alla vigilia del torneo di Indian Wells, David Ferrer nel 2015 ha un bilancio sorprendente di 18 vittorie al fronte di solo una sconfitta. Ecco una breve intervista, dove parla sia della sua stagione stupefacente che dei suoi programmi e dei giocatori che bisogna tenere d’occhio in questa stagione.

Che cosa sta succedendo? Stai ripetendo il fantastico momento del 2012, ma ora hai passato i 33 anni… E sembra che nessuno possa fare niente contro David Ferrer.
No, non ci speravo, e non mi aspettavo neanche molto meno. Non si tratta nemmeno delle stesse circostanze del 2012. Ho posto molte speranze nel nuovo sistema di lavoro con Paco Fogués; suppongo che credere in questo lavoro mi abbia aiutato. Io do sempre il massimo il massimo e quando si lavora così duro… si vedono questi miglioramenti. Sono contento. Spero che tutto continui in questo modo.

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Foguès non era con te al momento del tuo terzo titolo dell’anno, ad Acapulco, ma glielo hai dedicato comunque…
Io e Paco avevamo appena terminato una serie di allenamenti di tre settimane di seguito. L’accordo era di dedicarlo a lui, nonostante lì ci fosse anche mio fratello Juan.

Kei Nishikori veniva da una serie di 5 vittorie consecutive contro di te . Sembrava aver imparato come vincere, e all’improvviso… ‘Ferru’ riesce a battere il principino giapponese.
Nishikori è sempre molto duro da battere. In Australia mi surclassò. E’ stata una partita che ho sentito molto. Ho iniziato a pensare, a cercare una soluzione. Ho notato che alcune delle sconfitte recenti del 2014 sono state in partite particolarmente uguali, che potevano finire in modo diverso. Acapulco è anche più lento come superficie rispetto a Melbourne. Così ho trovato una soluzione, e ho iniziato a muovere Kei sin dall’inizio della partita e in particolare sul suo lato destro. Ho continuato tutto e ho tenuto un buon ritmo. E’ andata bene.

Hai già vinto tre tornei nel 2015. Di questi, due sul cemento o comunque sul rapido. Se n’è già discusso: anche se sei cresciuto su campi in terra, c’è qualcosa che completa il tuo gioco sul cemento: di che si tratta?
Posso dire che al momento preferisco giocare su campi rapidi. Preferisco giocare sul duro perchè la palla va di più, parte più veloce senza fare la fatica che si fa sulla terra. Ho dei bei colpi da fondo, credo, e sul cemento posso utilizzarli sempre… con il beneficio di accorciare i punti senza subire sforzi eccessivi. Punto con molta motivazione a quello che potrebbe succedere ad Indian Wells e Miami.

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Non troppo tempo fa, hai dichiarato che è sempre più difficile recuperare dopo grandi sforzi. Tuttavia, sei il primo, dopo Ivan Lendl nel 1985, a vincere due tornei in due settimane consecutive e su superfici diverse, Rio e Acapulco. Longevità?
Ci sono una serie di fattori che, se si è attenti e li si sfrutta, influenzano abbastanza da permettere anche ai giocatori più anziani di resistere. Hai bisogno di un fisioterapista individuale, che ti conosca bene e che segua la tua preparazione e prevenga i possibili infortuni. Se presti la massima cura al programma di preparazione fisica e ti preoccupi anche dei miglioramenti che puoi avere sfruttando i materiali che hai, puoi trarre grossi benefici e ciò ti può aiutare ad allungare la carriera.

Dopo i “Fab Four” Djokovic, Nadal, Federer e Murray, c’è Ferrer. Ma, anche se non gli si da’ troppo rilievo, sembra che anche Nishikori stia arrivando.
Alcune persone maturano più tardi, come me, per esempio. Però Nishikori e anche Dimitrov sono già quasi sempre nella top-ten, oppure ci sono vicini. Si sono fatti notare anche Tomic e gli altri due giovani australiani, Kyrgios e Kokkinakis. Loro occuperanno la top-ten entro due tre anni. Sono già molto forti. Si vedrà.

Ad Acapulco hai dichiarato che Nishikori ha le potenzialità per diventare numero uno del mondo. E’ corretto?
Sì, Nishikori ha le potenzialità per diventare numero uno del mondo, senza dubbio.

Tra tre settimane compi 33 anni. Per quanto reggerai ancora questo ritmo?
Provo a non pensare a quanto tempo ancora passerò tra i migliori, ma semplicemente vivo giorno per giorno. La mia illusione è quella di continuare a giocare bene per tutto quest’anno… E anche l’anno prossimo: nel 2016 mi piacerebbe partecipare alle Olimpiadi.

Infine, a proposito della tua programmazione. Rimane spazio per la Coppa Davis? C’hai pensato?
Tra Rio e Acapulco ho preso una piccola pausa. Ho anche preparato Miami e Indian Wells. Manca ancora molto alla Coppa Davis. No, non ne ho ancora parlato con nessuno.

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