L’augurio di Goran Ivanisevic: “Spero che Novak Djokovic lasci la presidenza”

Djokovic e Ivanisevic

Non c’è pace per Novak Djokovic. Il serbo è ancora attorniato dalle polemiche sull’organizzazione dell’Adria Tour e, adesso, anche la sua posizione di presidente dell’ATP Council Player potrebbe essere a rischio. Tanti colleghi lo hanno invitato a fare un passo indietro e anche Goran Ivanisevic spera possa lasciare quel ruolo, seppur per motivazioni diverse.

Troppe, infatti, le critiche che Nole ha ricevuto durante gli anni in cui ha ricoperto questa delicata posizione senza però ottenere benefici o supporto secondo l’opinione dell’allenatore: “Erano tutti impazienti di vedergli commettere qualche errore. Nessuno considera il gran lavoro fatto in questi 3 mesi senza tennis“.

Per questa ragione Goran Ivanisevic si augura che Novak Djokovic possa, almeno, prendere in considerazione l’idea di lasciare la presidenza del consiglio dei giocatori: “Se desse le dimissioni io ne sarei felice. Gli arrivano tanti, troppi attacchi da tutto il mondo e questo ovviamente comporta un dispendio di energie non da poco“.

Ma non sono solo queste le motivazioni per cui il coach coltiva questa sua speranza: “Dal momento in cui è diventato presidente tutto quello che fa viene visto con occhio critico, dall’alto al basso. Eppure fare le cosiddette scelte giuste non è affatto facile”.

Ivanisevic

Anche Goran Ivanisevic è risultato positivo al test per il covid-19 ma non tutte le “colpe” del contagio possono essere attribuite al numero 1 del mondo e all’Adria Tour: “Andare al night club è stata sicuramente una scelta discutibile ma nessuno ha obbligato i giocatori a ballare e stare così vicini mentre Zara è la città con meno contagi della Croazia“.

Io ero stato a contatto con Panichi eppure il mio esame aveva dato esito negativo mentre lui era risultato contagiato dal nuovo coronavirus. Miljan Amanovic, il fisioterapista di Nole, aveva trattato Dimitrov eppure il suo test è negativo” spiega ancora il tecnico.

Goran Ivanisevic, poi, “protegge” Novak Djokovic e tutta l’organizzazione: “Credo quindi sia quantomeno affrettato dire con sicurezza che la pandemia sia iniziata da lì“.

 

 

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