Il sogno di Matteo: “Un giorno spero di vincere a casa mia”

A Roma da numero 31 del mondo, è arrivata per Berrettini la prima vera e propria occasione di fare bene nel torneo della Capitale

Matteo Berrettini – all’anagrafe porta il numero 23 – dello sbarbatello conserva solo il look dalla barba ancora incerta. Sui campi – nell’ATP porta il numero 31, che è anche il suo best ranking  – mostra la maturità di un giocatore navigato, che prepara lo scambio in base al proprio punto di forza, migliorando in allenamento quelli che sono i punti deboli. “Matteo ha una forte capacità di applicazione, oltre a una determinazione all’allenamento e una buona dose di equilibrio che sono doti che non guastano” – spiega Santopadre, il suo allenatore. I migliori fondamentali del gioco del romano sono – dall’alto dei suoi 196 cm – il dritto e il servizio che utilizza per spingere a fondocampo l’avversario con colpi profondi e pesanti, non disdegnando nel chiudere lo scambio a rete, ma è sul rovescio –  specialmente il lungolinea che per chi lo usa bimane è particolarmente ostico – sul quale lui e il suo allenatore stanno lavorando in modo particolare: “In questi ultimi tempi abbiamo insistito molto sulla parte sinistra – continua Santopadre – specialmente il lungolinea che è un colpo molto difficile che a Matteo mancava quasi completamente. E’ stato bravo a mettere in pratica i progressi fatti già in questi ultimi tornei”.

Matteo Berrettini.

Tornei dove il romano si è comportato molto bene: finale a Monaco battendo in semifinale il veterano Bautista Agut – che dall’inizio dell’anno ha battuto due volte il numero uno Djokovic – e vincendo subito prima il torneo di Budapest contro un altro serbo, Filip Kraijnović. In quanto a crescita tecnica poi, si può notare anche l’utilizzo più frequente del back per togliere la pressione sul lato debole, denominazione della volontà dell’allenatore di conferire al giocatore un bagaglio tecnico completo che gli permetta di giocare in tutte le zone del campo, fornendogli più soluzioni possibili, anche perché gli obiettivi di Matteo sono alti: “Sogno di vincere al Foro Italico e a Wimbledon – ha dichiarato Berrettini mercoledì – Sono i due trofei a cui ambisco di più. E’ una cosa molto grande ma per vivere emozioni bisogna porsi obiettivi importanti. E’ questo quello che mi fa alzare tutte le mattine per allenarmi”. Sogni che insegue anche il fratello Jacopo che a Roma ha giocato le prequalificazioni arrendendosi  – sempre mercoledì – in semifinale ad Andrea Basso in un incontro molto equilibrato 7-5 7-6 (4).

Da promessa insomma, Matteo si sta progressivamente trasformando in certezza, sognando in grande ma volando basso, lavorando nel quotidiano, proprio come fanno i campioni. Il sorteggio di Roma avverrà nella giornata di venerdì nella quale si conoscerà il percorso di Berrettini assieme a quello degli altri italiani del calibro di Fabio Fognini e Marco Cecchinato, che andranno a formare il tridente azzurro. Walt Disney diceva che la differenza tra un sogno e un obiettivo è solo la data e quella di venerdì 10 maggio per il romano sarà quella di inizio per trasformare il sogno nel conseguimento di un obiettivo. Forza Matteo.

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